lunedì 1 dicembre 2014

Ultimo mese da 39enne: giorno 4.

Una neonata paffuta e morettina. Mia madre la vede e decide che è giunto il momento anche per lei di avere una figlia femmina. Mio fratello grande ormai ha quasi 5 anni. Mio padre non ha più scuse.
Come facevano una volta ad avere i figli quando volevano e sceglierne pure il sesso non si sa, comunque dopo 9 mesi arrivai io.
E quella neonata iniziava a stare seduta e mi guardava con due dolci occhi neri molto curiosi.
Unite da un pianerottolo, le porte di casa sempre aperte.
Insieme all'asilo, insieme alle elementari. Morì suo nonno e glielo dissi io. Si infuriò. Non era vero, ero una bugiarda. Quando suo padre si ammalò gravemente mia madre mi disse di non dirle nulla. Di non dirle che stava per morire a 33 anni quando lei ne aveva solo 8. Lo seppe dagli altri. Quella volta non si arrabbiò con me. Ma c'era Manu di 2 mesi, la sua sorellina un po' anche mia, e aveva una madre che viveva per lei. Senza grossi traumi la nostra vita andò avanti, frequentammo le medie insieme, le superiori, la ginnastica artistica, la pallavolo, il nuoto. I primi fidanzati insieme, il primo bacio insieme, poi lei si sposò, e quasi mi sposai anch'io ma il mio corpo si oppose. Mi venne una depressione fenomenale che mi devastò qualche anno, ma che mi fece lasciare quell'uomo tanto buono e gentile ma che non era giusto per me.
LEI intanto faceva la moglie e io la fidanzata, desiderò un figlio che non arrivava. Lasciò il marito quando io partii per la California. Andai via proprio in quei sei mesi in cui forse aveva più bisogno di me.
Ma certi treni, passano solo una volta.
Tornai e lei mi parlò di questo suo nuovo infinito amore, dopo qualche mese me lo presentò. Mi aspettavo un uomo alla sua altezza, un signore. Mi presentò uno con la faccia da bugiardo. Glielo dissi. Non me lo perdonò. Non mi parlò 5 anni. 5 anni in cui io, la sognai tutte le notti. Nel frattempo incontrai l'uomo che avrei sposato e che sarebbe diventato il padre delle mie figlie, lo sposai, nacque la mia prima figlia ma io tutte le notti sognavo LEI. Quando mi sposai le uniche lacrime che versai sull'altare furono perché LEI non era vicino a me. Quando nacque Giorgia e me la misero in braccio, e stavo per morire dissanguata e Giorgio piangeva, mia madre piangeva, il ginecologo bestemmiava, io pensavo a LEI.
Seppi da vie traverse che finalmente, dopo tanti anni era rimasta incinta. Sua figlia sarebbe nata 9 mesi dopo la mia. Dissi alle vie traverse che la gioia di questa notizie era identica a quella provata per la mia stessa gravidanza. La voce volò - non viaggiano solo le malelingue, per fortuna - e lei mi perdonò. Il 20 febbraio ci ritrovammo e fu come se quei 5 anni non fossero mai passati. Parlammo come se niente fosse accaduto e lei incinta, con i capelli neri lunghi fino alla schiena, era incantevole.
Nacque la sua bambina nello stesso ospedale in cui nacque la mia, andai a trovarla ogni giorno. Era felice e innamorata e increula. Aveva solo una strana ombra negli occhi. Quel nodulino le dava un po' fastidio, ma lo aveva già fatto vedere, non era nulla di grave. Lo avrebbe tenuto sotto controlllo. A sette mesi della bambina decisero di toglierle il latte. Il nodulino cresceva e in ospedale glielo riducevano agoaspirandoglielo, ed erano così sicuri che non fosse nulla di male che nemmeno analizzavano il liquido. Agoaspiravano, osservavano in controluce e buttavano nel lavandino. Solo che non poteva andare avanti così in eterno, e per assecondarla i medici decisero di intervenire chirurgicamente.
Al prericovero il senologo si mise le mani nei capelli.
Forse non è benigno, disse.
Le disse così.
La mandò in un centro specializzato e no, non era benigno. E ce l'aveva da un anno.
Nel 2010 a Milano un ospedale sbagliava una diagnosi.
Nel 2010 a Milano un ospedale assassinava una giovane donna, una giovane madre, una giovane figlia, amica, sorella, nipote.
Il 14 novembre del 2010, alle 4:45, dopo essere stata torturata un anno, MICHELA morì.
Michela, la mia unica AMICA.
L'unica sorella che non ho mai avuto e che non avrò mai più.

1 commento:

  1. Purtroppo accadono eventi che lasciano senza parole.Ma la quantità di Amore che ci si scambia vicendevolmente(comprensiva di perdoni,riconciliazioni e ricongiungimenti) è il parametro su cui articolare le nostre vite...e,a proposito,quel cartello "abbracciatevi finchè siete in tempo" è un monito a tutti noi. Poi ci pentiamo di abbracci e parole buone che non siamo riusciti a fare e dire in tempo...Che bella storia di infinita intimità delicata,questa tra te e Michela.Anche con gli alti e bassi inevitabili,ma recuperabili.
    Pagel

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