mercoledì 21 novembre 2018

Storie di donne di Donatella Brambilla



Da qualche tempo ho ricominciato ad appassionarmi agli esordienti. Il romanzo di cui voglio parlare oggi si intitola STORIE DI DONNE ed è scritto da DONATELLA BRAMBILLA, la più grande dentista per bambini che esista, nonché dentista delle mie figlie. Una persona squisita, sensibile e gioiosa, che sa trasformare una seduta potenzialmente dell'orrore in qualcosa di piacevole e divertente! Allo stesso modo ha saputo scrivere tre storie drammatiche con una luce ricca di speranza e messaggi profondi.
La lettura di questa antologia è stata sorprendente e piacevole. Le storie raccontate hanno come protagonista tre donne, di età differente, accomunate da una vita che le ha poste davanti a situazioni difficili. Loro le affrontano come possono, servendosi dei mezzi che la propria Essenza consente loro, con un'individualità venutasi a formare giorno dopo giorno, attraverso le personali esperienze di vita che emergono dalla narrazione. Le storie sono toccanti e affrontano argomenti che riguardano ognuno di noi: la terza età, la malattia, il lutto. In tutte le storie si percepisce una forza sottostante, che è il motore che muove il mondo. Un'energia vitale che consente a ognuna di queste donne di reagire, sollevarsi, in alcuni casi ricredersi e trovare il lato positivo che è in tutte le cose, anche in quelle che all'apparenza sembrano solo delle grandi sfortune. Ognuno ha le proprie ma, nel bene o nel male, si cresce e si va avanti. In fondo, siamo qui per questo :-)
Consiglio questa lettura perché coinvolge, emoziona, a tratti commuove.
Complimenti all'autrice.

martedì 23 ottobre 2018

RAPITA!




Riemergo dopo qualche mese di silenzio. Non che abbia avuto poco da dire, ma ogni tanto dimentico questo angolino più personal che social.
Ho lavorato tanto in questi mesi, il progetto principale è stato il libro che ho deciso di dare alla luce. Stavo per dimenticarlo in quel cassetto chiamato Wattpad, sarebbe stato un peccato. 
Rapita è il migliore dei romanzi che ho scritto, ho scelto di autopubblicarlo su Amazon perché affidarlo a un piccolo editore avrebbe significato gettarlo nel nulla. In questo modo almeno vedrò retribuita qualche ora, tra le centinaia dedicate alla stesura, alla rilettura, alla revisione di una storia in cui credo molto. Non ambisco a ripagarmi il tempo sottratto alla famiglia o al mio lavoro in ufficio, anche perché è stato bellissimo scrivere questo romanzo e mi ha aiutato a superare uno dei momenti più difficili della mia vita. 
RAPITA è uscito il 19 ottobre, il contenuto dovrebbe essere all'altezza della copertina, che trovo magnifica.
Spero mi leggerete.
Lo trovate in versione cartacea e digitale su Amazon :-)

giovedì 26 luglio 2018

23 luglio 2018, le nostre NOZZE di PIZZO






Il pizzo con i suoi ricami in continuo mutamento...
13 anni fa abbiamo scelto di legare le trame delle nostre vite, che si sono intrecciate, arrotolate, annodate, sciogliendosi sempre in cascate favolose.
I ricami che siamo riusciti a produrre sono stati il più delle volte calcolati, desiderati, altre inattesi, improvvisi.
Quest'ultimo anno i ghirigori della nostra tela hanno prodotto immagini che ci hanno fatto tremare; immagini che ora rendono più prezioso e vero il nostro telaio.

Come leggemmo quel giorno di tanti anni fa: FORTE COME LA MORTE È L'AMORE.


Celebriamo il tredicesimo anno, l'ingresso nella nostra adolescenza matrimoniale, con questo motto insuperabile.


Tendiamo le maglie dei nostri ricami e teniamoci stretti, Amore! 

venerdì 20 luglio 2018

L'idiota




Concludo questo libro dopo 7 mesi e mezzo. È la prima volta che ci metto tanto a leggere un singolo libro. Iniziato la notte più buia della mia vita, in cui l'unico spiraglio di luce proveniva da un libro bianco adagiato sul comodino.
L'incipit, un capolavoro alla Dostoevskij. 
Un treno, il freddo glaciale, un uomo dall'aria ingenua vestito in maniera non adeguata al tempo e al luogo incontra due miserabili.
Un uomo solo, smarrito, senza un posto in cui andare né mezzi di sostentamento, nella sua sventura consola i disperati della Terra.
L'Idiota torna in Russia dopo essere stato in Svizzera a curare la propria malattia, dove incontrerà una serie di persone benestanti, nobili, due donne che riusciranno a rimandarlo al manicomio.
Un'anima pura che gettata in pasto ai comuni mortali, meschini, egoisti, che si sentono grandi solo per un titolo nobiliare, si ritira definitivamente in se stessa rifugiandosi nell'oblio.
La domanda finale è: chi è davvero idiota? 

L'uomo medio, discretamente ignorante, superficiale, tronfio. 
O l'uomo semplice, umile, colto... buono?
Se ci ripenso piango. Che viaggio. Grazie Dosto.


***

"Dobbiamo leggere Dostoevskij quando ci sentiamo a terra, quando abbiamo sofferto sino ai limiti del tollerabile e tutta la vita ci duole come un’unica piaga bruciante e cocente, quando respiriamo la disperazione e siamo morti di mille morti sconsolate. Allora, nel momento in cui, soli e paralizzati in mezzo allo squallore, volgiamo lo sguardo alla vita e non la comprendiamo nella sua splendida, selvaggia crudeltà e non ne vogliamo più sapere, allora, ecco, siamo maturi per la musica di questo terribile e magnifico poeta".

Hermann Hesse

mercoledì 4 luglio 2018

Diario di viaggio: Un giorno a Torino

Scrivo questo itinerario con l'intento di dare consigli utili a chi si appresta a visitare questa bella città per la prima volta.

Il primo consiglio che posso dare è di non andarci d'estate. Io ci sono stata nel week-end tra il 30 giugno e l'1 luglio e sono quasi morta di caldo. Pensavo che la vicinanza con le Alpi le infondesse un clima fresco. Ahimè, le Alpi contribuiscono a mantenere l'aria stagnante...

Ho scelto l'hotel come sempre su Booking. Hotel Antico Distretto, un due stelle che ne vale quattro, nel centro storico, comodissimo per chi arriva in auto e vuole visitare la città a piedi.

Ma passiamo all'itinerario :-)

Lasciate le bambine dalle zie per il pigiama party canturino - notare l'espressione sgomenta -



mi sono fatta coraggio e ho affrontato questo lungo viaggio di un'ora e trenta con il mio maritino in direzione Torino! (Città che nessuno dei due aveva mai visitato prima)

Siamo arrivati più o meno all'ora di pranzo, abbiamo lasciato il trolley nella bella stanza assegnataci e siamo usciti subito, con l'intento di pranzare e tornare in hotel, rimandando al dopo-pisolino il giro della città, viste le temperature ampiamente al di sopra dei 30 gradi.





Seguendo le indicazioni del receptionist ci siamo diretti verso via Garibaldi e da lì siamo arrivati in piazza Castello.
Torino ci ha subito rapiti, tanto che non siamo riusciti a tornare in dietro, malgrado il caldo infernale. La città desolata sembrava tutta nostra. Siamo entrati nella piazza, fatto un giro su noi stessi e poi fiondati sotto i portici in direzione Piazza San Carlo.




La particolarità di questa città, a parte le grandi piazze, è la presenza di portici che la ricoprono quasi interamente. Questo ci ha permesso di non beccarci una insolazione e di osservare la città da un punto di vista unico. Tra una piazza e l'altra non bisogna perdersi le gallerie che si aprono di tanto in tanto ai lati dei portici, molto suggestive.





Dalla piazza San Carlo abbiamo proseguito dritti dritti fino alla stazione di Porta Nuova, in pratica le due piazze e la stazione sono allineate; abbiamo pranzato in quella zona e poi abbiamo preso il corso Vittorio Emanuele I (o secondo?, lì è tutto un Vittorio e Vittoria primi, secondi e terzi) in direzione fiume Po.
Ci siamo fermati presso una chiesa protestante in cui un volontario ha provato a convertirci. Eravamo così stravolti dal caldo che siamo stati lì seduti, al fresco, fingendo di ascoltarlo. Lo abbiamo addirittura ringraziato prima di riprendere il cammino verso il Po.

Buttato un occhio nel parco del Valentino, siamo andati sulla ciclabile che costeggia il fiume.





Il paesaggio in quel punto è incantevole, ci sono le colline a ridosso del fiume e la chiesa della Gran Madre di Dio, sull'altra sponda, è davvero suggestiva. Dal lungo Po si può vedere anche la basilica di Superga che sembra un po' dominare la città. Ci siamo seduti su una panchina all'ombra, tolti le scarpe, rilassati qualche minuto provando a fermare il tempo, in un momento felice e di leggerezza mio e di Giorgio.

Era da tanto che non ci concedevamo un week-end soltanto noi due :-)




Arrivati al Ponte Vittorio Emanuele I (o secondo?) abbiamo scelto di proseguire sulla Piazza Vittorio (la fantasia dei torinesi)  anziché percorrere il lungo ponte al sole per raggiungere la chiesa della Gran Madre di Dio.
Piazza Vittorio è risultata la mia piazza preferita - sarà stato il nome - immensa, piena di portici e piccoli bar, dove ho chiesto un Bicerìn - non sapendo cosa fosse - e il cameriere mi ha spiegato che si trattava di cioccolata calda, caffè e crema di latte, così abbiamo optato per un bel caffè shakerato che ci ha rianimati.

Da lì abbiamo raggiunto l'imponente Mole Antonelliana, dove saremmo potuti entrare con un'ora di fila al sole...








Salutata in fretta la Mole, seguendo la direzione per l'hotel, siamo ripassati dalla piazza Castello per arrivare alla Cattedrale della città. Siamo entrati a visitare la cappella della sacra sindone, respirato per qualche istante i sogni dei milioni di credenti che sono passati di lì, ammirato altre cappellette laterali tra le quali quella del Beato Pier Giorgio Frassati - chissà perché pensavo fosse un prete vimodronese - e poi siamo andati verso l'hotel, fermandoci ad ascoltare la predica di un invasato che riempiva la piazza con le sue urla (altri due minuti di sole e avrei potuto fare di meglio) e onorato la nostra vocazione fantozziana con il famoso Bicerìn; ustione di primo grado alla lingua con una temperatura esterna di 36 gradi all'ombra. Ma non potevamo lasciare Torino senza quella esperienza mistica.

Rientrati in hotel ci siamo riposati con il condizionatore a palla, un paio d'ore di pace per uscire nuovamente alle 8 di sera, cenare in un pub nella zona e fare più o meno lo stesso giro del pomeriggio - circa otto chilometri - con le magiche luci della sera.

Speravamo in un rinfrescamento serale ma nulla, non tirava un filo d'aria neanche a pagarlo, per cui abbiamo sofferto di nuovo e assai.

Torino di notte merita comunque quel sacrificio disumano.

Con i lampioni dorati ci ha ricordato un po' la nostra amata Parigi.

Romantica ed elegante Torino, arrivederci presto (mai più d'estete).











#itinerario #torino #diariodiviaggio #ungiornoatorino


giovedì 14 giugno 2018

Una poesia non mia, che faccio mia.




Ma dimmi tu questi negri
che vengono a prendersi per disperazione
ciò che noi ci prendemmo con la violenza,
la spada e la croce santa,
lasciandoci dietro solo disperazione.
Ma dimmi tu questi negri
che hanno cellulari e guardano le nostre donne,
mentre noi da sempre
ci fottiamo le loro
un tanto a botta nelle strade nere delle periferie,
e prendiamo il silicio dalle cave delle loro terre,
e come osano poi questi negri
avere desideri proprio uguali ai nostri
manco fossero umani.
Ma dimmi tu questi negri che attraversano il mare
come se fosse messo lì per viaggiare
e non per tenerli lontani,
per galleggiare e non per affondare,
per andare e non per tornare.
Ma dimmi tu questi negri
ex schiavi dei bianchi
che vengono qui a rubarci il pane
proprio ora che gli schiavi siamo noi.
Messi in ginocchio e catene
da politici e finanzieri bianchi
con colletti bianchi
e canini e incisivi sorridenti
e perfettamente bianchi,
che in meno di trent’anni
ci hanno fatto schiavi.
Ma dimmi tu questi negri
che hanno scoperto ora che la terra è una,
è rotonda,
e che a seguire la rotta della loro fame
Si arriva dritti dritti alla nostra opulenza.
Ma dimmi tu questi negri
che facessero come i nostri nonni:
cioè tornare nella giungla e sui rami alti
visto che sono loro i nostri progenitori
e che l’umanità è tutta africana.
Ma dimmi tu questi negri che non rispettano i confini della nostra ignoranza e i muri della nostra paura.

Ma dimmi tu questi negri che persino si comprano le sigarette
dopo che noi ci siamo fumati le loro foreste,
le loro miniere,
il loro passato,
il loro presente
ma abbiamo commesso l’imperdonabile errore di lasciargli una vita
e un futuro
a cui dimmi tu, questi negri,
non rinunciano mica.
Ma dimmi tu questi negri
che si portano il loro Dio da casa
anziché temere il nostro,
e sanno ninna nanne e leggende e favole più antiche delle nostre e parlano male la nostra lingua.
Ma benissimo le loro che però noi non capiamo.
Ma dimmi tu questi negri a cui non vogliamo stringere la mano
né far mettere piede in casa,
sebbene a ben guardare
abbiano i palmi delle mani e dei piedi perfettamente bianchi
Proprio come i nostri.

Andrea Ivaz 
(Chiunque tu sia, GRAZIE)

mercoledì 6 giugno 2018

Inquietudine

Sono ossessionata dalla vita che finisce. Anzi, dalla felicità, dalla stabilità psichica, dalla serenità che può interrompersi all'improvviso. Tutto va mediamente bene, così come lo abbiamo costruito negli anni. La nostra vita è la nostra creatura, fatta di scelte e azioni, oggetti, certezze, legami indissolubili e superficiali. Ho imparato che può accadere l'imprevisto. Che una cosa cambi indipendentemente da noi. Ci sono variabili incontrollabili che possono devastarci la vita. Sono terrorizzata da questo, dall'assenza di controllo, dalla nostra vita serena che può tramutarsi in un inferno senza pace. E un po' dipende sempre da noi, ma non del tutto.
Oggi mi sembra tutto difficile, solo aver prodotto un simile pensiero, aver tirato fuori questo macigno che ho dentro da sei mesi, mi ha procurato un affaticamento incredibile.
Mi sento infelice perché ho paura che la mia vita possa cambiare. Che mio marito mi possa lasciare, che mia madre possa morire. Potrei d'un tratto divenire infelice per sempre. Ed è devastante.

venerdì 12 gennaio 2018

Bilancio di un anno dal numero drammatico: '17

Il diciassette dell'anno duemila, che dire. Dai miei silenzi si può intuire com'è finito. E' stato un anno che mi ha dato anche delle belle soddisfazioni, ho fatto dei bei viaggi, la crociera di dieci giorni ad aprile credo sia stata la più bella di tutte. Anche se la scialuppa in balcone aveva rovinato parte di quell'atmosfera magica. Lisbona, Cadice, Malaga, tutte città indimenticabili. In particolare Lisbona di notte, vista dalla nave, in porto... Ricordo sublime. A novembre sono tornata a Parigi ed è stato incantevole rivisitarla, conoscere angoli mai visti prima, passeggiare con le bambine nel Marais, con Giorgio e i nostri caffè lunghi, le marché Mouffetard... Parigi è un ricordo dolce e struggente, perché a cavallo tra la mia vita prima e quella dopo l'incidente, chiamiamolo così. Quindi la ricordo con rabbia e malinconia. Parigi, devo avere un conto in sospeso con quella città, ma non demordo. Le darò nuovamente l'occasione di farsi perdonare, forse prima del 2027, come avevo stabilito :-)
E' stato un anno produttivo a livello di creatività, ho scritto inaspettatamente un nuovo romanzo, iniziato con un'ispirazione fulminante il 17 maggio. L'ho pubblicato su Wattpad, con lo pseudonimo di CHISCIOTTE; ormai è concluso, è stato un romanzo che mi ha appassionato, che ho scritto di getto e con gusto. Un po' come "Alla fine dei sogni", che ho scritto in sei mesi e nonostante i pianti, le emozioni volavano. Pensavo fosse quello il mio libro migliore - è senz'altro il mio preferito, forse per ciò che mi lega a Miki - invece "Rapita" lo ha superato. Ripongo molte speranze in questo libro, in cui ho curato al massimo lo stile, ho coccolato i personaggi, resi particolari e interessanti anche quelli secondari. Il bello di questo libro è che ha tirato fuori, estratto, estorto, presentito, non lo so, qualcosa che poi è accaduto. La tragedia che mi ha travolta mentre il mio inconscio era perso nei tunnel del tempo, ai margini dell'universo, in questo mio libro di fantascienza, il primo di questo genere. Il 29 novembre 2017, quando è scoppiata la bomba atomica che mi ha quasi ammazzato, l'ho maledetto. Ho pensato che mi avesse portato sfiga. Invece è servito a portare a galla la mediocrità in cui da qualche anno vivevo, e che mi ha spinto a comportarmi in maniera sbagliata, con le meritatissime conseguenze, atroci, dolorose, come ogni percorso che porta alla purificazione. Ecco, mi sto purificando. La mia anima è sempre stata limpida, ma la mia testa aveva iniziato a ragionare in maniera sbagliata. Ho procurato tanta sofferenza in chi mi stava accanto. La sofferenza riflessa e moltiplicata mi ha massacrata, disintegrata, fatta a pezzi, ma... in questa tormentosa fase di ricostruzione c'è la purificazione. Il dolore - atroce - che cura. Eccolo qui.
Nonostante l'immenso trauma, le cicatrici, ringrazio quest'anno per avermi dato la possibilità di vedere, di capire, di scegliere la strada giusta. La percorro con le ossa rotte e un uomo che amo con tutto il cuore e mi sorregge come può. Un uomo immenso che ha scelto me. Ha scelto di amarmi, di punirmi, di perdonarmi, di amarmi. Un uomo che ringrazio con tutto il cuore di aver messo piede su questa terra, 44 anni fa.

Ho letto abbastanza, anche se da agosto in pratica mi sono bloccata, ma tra la scrittura del nuovo libro e l'inconscio che percepiva il disastro mortale in cui mi stavo infilando, in maniera del tutto ignara e inconsapevole - ma l'inconscio sa tutto - trovo una giustificazione. Però devo ricominciare a leggere, assolutamente. Almeno un libro al mese. Mi sto staccando dai social, forse anche per questo. Ho bisogno di spendere meglio il mio tempo. In relazioni vere, sincere. Lisa si conferma un'amica carissima, quando l'ho vista piangere per me, il 30 novembre, fuori da scuola, io da una parte e lei dall'altra... ho capito che lei è la mia nuova, insostituibile Pina. Ho di nuovo un'amica come quell'Amica, che piangeva e gioiva per me. Allo stesso modo le voglio bene e farei di tutto per lei. Un miracolo che la vita ha voluto ripetere e di cui le sono infinitamente grata.

Ecco l'elenco dei libri letti quest'anno, le recensioni dei quali sono tutte su questo blog:

1. A volte ritorno
2. Fattore Z
3. Il grande Gatsby
4. Storia di un corpo
5. Pastorale americana
6. Romanticus dei
7. Romeo e Giulietta
8. Guida galattica per autostoppisti
9. Madame Bovary
10. La sonata a Kreutzer
12. Don Chisciotte
13. Che tu sia per me il coltello
14. Cent'anni di solitudine
15. La lentezza
16. Norwegian Wood
17. Memorie di Adriano

Inizio l'anno leggendo L'idiota, di Dostoevskij.

Ci volesse leggere "rapita" su Wattpad, lo trova qua: https://www.wattpad.com/story/122043792-rapitahttps://www.wattpad.com/story/122043792-rapita