lunedì 28 gennaio 2013

"Se dio esiste dovrà chiedermi perdono"




Ebrea.
Chissà se sono di origine ebrea, visto il mio cognome, Trapani, come mi ha fatto notare qualcuno, due o tre volte nella mia vita, e non per farmi un complimento;

Chissà perché?
Perché c'è stata la Shoah?
A me non dispiace sapere che mi sarei potuta chiamare Shoshanna... e oggi guarderò con gusto "Inglorious basterds" di Tarantino.


Ripenso a quella scritta comparsa su una parete di quella prigione dannata che fu Auschwitz:
"Se dio esiste dovrà chiedermi perdono".
Una frase che mi fa stare bene.
Preferisco credere a un dio che un giorno saprà chiedere scusa... piuttosto che a un dio ingiusto (o a un dio che non esiste, mai nato o morto da qualche milione di anni, come sono più propensa a credere).


25 gennaio 2013




Addio Alex Rosalinda Pesce da Lenza U-AA Pesce di Gennaio Big Fish. Non hai retto gli altri due nomi che Giorgia aveva scelto per te: Rosa e Duemilatredici.
Il tuo nome cresceva con te: sei stato Pesce di marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto, settembre, ottobre, novembre, dicembre, gennaio. 
Pesce di febbraio no, non lo sei mai stato. 
Il tuo mese sfortunato, febbraio. 

Ricordo quando decidemmo di adottare un pesce, per tirare su il morale a Giorgia a causa degli occhiali (in realtà quelli giù di morale eravamo noi adulti).
Ti scelse lei, volle il più cicciottello...
Una volta in macchina, col suo sacchettino in mano, la boccia e il cibo per pesci accanto, le chiesi: "Giorgia sei felice del pesciolino?", e lei mi rispose: 

"Si, mamma... Ma adesso come lo CUCINIAMO?"
E io voglio ricordarti per sempre così, in mano ad una bambina che ti voleva mangiare... (se non sono morta dal ridere quella volta!)

Pensa, avresti potuto vivere 10 mesi di meno!
Addio pesciolino fortunato ♥
Ed ora nuota libero e leggero tra le acque del Naviglio... so che ritroverai il tuo papà, come Nemo.
Addio pesciolino mio, divenuto poco dopo il tuo arrivo Ministro per lo Sviluppo delle Corde Doppie del gruppo Facebook degli "Amici di Giorgio Molteni", governato dalla Principessa Mascotte dei Puntini Giorgia Maria Molteni.


Sei perfino morto due volte!

Sei stato un pesce eccezionale.

mercoledì 16 gennaio 2013

Cronache di una crisi






Mercoledì mattina in Brianza per consegnare 180 Kg di ferro, neanche fossi un panettiere.

Una volta il ferro si vendeva a Tonnellate.
Le strade sono vuote, ci sono poche auto in giro, i camion incrociati si contano sulle dita di una mano, e sono tutti scarichi. Come il mio, che se non infili il naso nel cassone ti chiedi cosa sia in giro a fare.
Noto una ditta enorme tra una chiesa e un cimitero. Un capannone immenso che fa a pugni con il resto del paesaggio... sorrido. Ci passo davanti e mi accorgo che ha i cancelli chiusi... il piazzale enorme è pulitissimo, ma vuoto.

Faccio la mia consegna, parlo di quella azienda al gruista.
"Qui la metà delle ditte sono chiuse, abbandonate..." risponde, abbassando lo sguardo.
Chissà dove andremo a finire.

Torno con la desolazione nel cuore.

Mi si avvicina una zingara ad un semaforo, col  suo bicchierino in mano.
Le faccio un gesto con la mano... non ho nulla da darti, mi dispiace.
Non ho il coraggio di abbassare il finestrino.
Sembra mi dica: "Dammi venti centesimi..."
Venti centesimi.
Se solo qualche tempo fa avessi dato venti centesimi ad una zingara mi sarebbe arrivata una maledizione memorabile.

Questo accade oggi, 16 gennaio 2013, nella zona Nord di Milano.

lunedì 14 gennaio 2013

Ciao Jack

 

 

Piove

Piove.
Piove ancora...
Guardo dalla finestra il cielo plumbeo che scarica le sue lacrime di sangue, che vedo strisciare e rincorrersi lungo il vetro. Lo osservo e mi domando se ce l’abbia con me, se siano per me quelle lacrime. Poi chiudo gli occhi, piego la testa indietro e comincio a viaggiare, cullato dal rumore del temporale.
Un tuono.
Un altro.
Un altro ancora...
Non mi fanno trasalire, non più.
Rimango a occhi chiusi immerso nel mio viaggio fino a che la testa non comincia a girarmi come una giostra impazzita.
Maledetta cervicale! Avessi almeno con me le medicine...
Mi lascio cadere sul divano con la certezza che questa volta mi addormenterò. Mi addormenterò e sognerò un prato fiorito. Io correrò cullato da una leggera brezza, mentre tutto il mondo attorno a me sarà solo un’indistinta nebbia bianca, che avvolgerà ogni cosa in un gelido abbraccio.
Cosa penserà la gente un attimo prima di addormentarsi? Io non me lo ricordo più. Non penso più.
Non dormo più. Non faccio più un sacco di cose, da un sacco di tempo. La mia mente ormai trasmette solo una serie indistinta di immagini senza senso, e una musica, una stupida canzone che non riesco a togliermi dalla testa. Questa volta indugio molto a lungo, ma alla fine capisco che non dormirò neppure stavolta. Vorrei alzarmi, ma il mio corpo oggi sembra pesare una tonnellata. E poi, alzarmi per cosa? Per guardare la maledetta pioggia? Alla fine riesco a mettermi a sedere, ma le tempie iniziano a mandarmi segnali intermittenti di un’altra emicrania in arrivo. Che arrivi allora. La aspetterò qua. Immobile. Sul mio cazzo di divano.
Lo schermo vuoto del televisore riflette beffardo la mia immagine. Antiriflesso diceva il volantino del supermercato. Che andassero affanculo pure loro...
La testa mi scoppierà stavolta, ne sono quasi certo. Ho assolutamente bisogno di bere. Mi alzo a fatica e vado verso il frigo. Apro lo sportello e mi meraviglio di come faccia a stupirmi della luce spenta all’interno. E’ incredibile come certe cose entrino a far parte della tua vita, diventando così radicate che non puoi accettare che non ci siano più.
Uno, due, tre… Ancora tre bottiglie, poi rimarrò senza. Tre non sono molte, soprattutto perché ero convinto di averne ancora quattro. Quando l'ho finita? Non ho mai avuto buona memoria e poi adesso non conta più nulla.
Cosa farò dopo? Ci ho pensato tante volte, senza mai pensarci veramente. Dovrei uscire, ma fuori piove. Piove e io non ho modo di ripararmi. Mi bagnerò, inevitabilmente, anche se non voglio.
Che situazione assurda. Almeno riuscissi a dormire...
Decido che posso stare senza ancora per un po’, così richiudo il frigo.
Guardo la scarna mensola sopra il divano e mi maledico per non aver comprato più libri.
Osservo una copia de La divina Commedia. Aspetta, com'è che faceva? Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita… E poi? Niente, il vuoto. Avessi più memoria... Ma non ce l'ho. O almeno, non così buona da imparare un libro del genere, neppure se lo studiassi per un anno intero. Credo di averla letta... quanto? Dieci volte? O forse sono anche più? Ho perso il conto. Anzi, a essere onesti non l’ho mai tenuto. Mi chiedo a volte se si può perdere qualcosa senza averla mai tenuta... Immagino di sì. Immagino di aver perduto tante cose, a volte senza accorgermi neppure di averlo fatto.
E’ solo un’altra cosa che ho perso… Un’altra canzone, non mi ricordo di chi. Maledetta memoria. Avessi con me le mie penne e i miei post-it... Ma in fondo a cosa servirebbero? A conservare i ricordi? E per chi poi?
Vado di nuovo alla finestra e, tanto per cambiare, vedo ancora la pioggia, che non ha smesso per un istante di cadere. La vista mi tortura il cervello, come le unghie strisciate su una lavagna, ma non riesco a distogliere lo sguardo. L’incessante mormorio è quasi ipnotico. Devo fare qualcosa...
Torno di corsa al frigo e ne afferro una. Una miserabile, schifosissima, bottiglia d'acqua lurida. Io la odio quell'acqua, quel filo esile al quale si aggrappa il mio bastardo istinto di sopravvivenza. Il liquido sparisce in un lampo dentro la mia bocca arida. Il sapore è pessimo e lotto contro l’istinto di vomitare. Ripenso a una scena di quando ero ragazzo: il mio gatto che vomitava i croccantini e poi se li rimangiava. La cosa non mi aiuta. Mi giro e scarico sul pavimento il contenuto della bottiglia n° 3, accompagnato da una buona dose di succhi gastrici. Un filo di sangue colora il bianco della ceramica.
No, non farò come il mio gatto. Mi levo la maglietta sudata e ce la butto sopra. Che se ne vada affanculo.
Dal frigo aperto le due bottiglie superstiti sembrano quasi fissarmi. Due schifosissime bottiglie di schifosissima acqua lurida. Ecco quanto vale adesso la mia vita. Eppure, per quanto possa suonare bizzarro, per qualcuno non è mai valsa tanto.
Il pensiero per un attimo mi fa sorridere. E se quel “qualcuno” avesse ragione? Se avessi veramente sopravvalutato il valore della mia misera esistenza?
Guardo la porta, forse per la milionesima volta da quando è cominciato a piovere, e capisco che è arrivato il momento di arrendersi. Prima o poi doveva succedere. Era inevitabile. Mi avvicino e apro tutte le serrature. Spalanco l’ingresso e una folata, rossa come il sangue del demonio, mi investe in pieno. Sento milioni di spilli roventi conficcarsi nel mio corpo. Incurante di ogni sofferenza, allargo le braccia e comincio a correre, pensando al prato, al profumo dei fiori, alla brezza di un'estate del mondo che fu. Avanzo solo per pochi metri, poi cado a terra. Rimango in ginocchio, travolto dal dolore, ma sono felice. Sono felice mentre la pioggia mi inonda il viso. Mentre mi corrode gli occhi. Mentre mi divora la pelle. Mentre mi consuma i piedi. Mentre mi scava la testa, per liberarmi da ogni pensiero cosciente.
Perché non l’ho fatto prima? Maledetto istinto di sopravvivenza!
Ma ora, se mai l'ha avuta, tutto questo non ha più importanza.
Ora posso dormire... 


Scritto da Gianpiero Possieri



Sabato sera mi sono incredibilmente trovata ad apprendere la notizia che non ci sei più.
Il mondo in quegli istanti mi si è come fermato.
Ho cercato notizie su di te... ci conoscevo solo virtualmente, ma ormai i miei più cari amici appartengono tutti ad internet.
Non ne conosco i colori, l'odore, lo sguardo... ma li conosco molto, ma molto di più.
E tu facevi parte di questi pochi ma buoni amici.
Jack Shark, questo era il tuo nick name. Io mi chiamavo Black Mamba.
Me ne andai dal forum di scrittori in cui ti incontrai perché era troppo lontano da me... litigai con tutti ma tu prendesti sempre le mie difese, in modo molto delicato... ma mi difendesti...
Difendesti un serpente.
Eri una persona speciale.
Avrei tanto voluto che morisse Jack Shark e non Gianpiero Possieri!, Come morì Black Mamba, tanti mesi fa, abbandonando quel luogo.
Penso alla tua famiglia, alla tua dolcissima moglie, al tuo bambino... a te che hai trentasette anni e dovresti essere qui, maledizione!
Sono arrabbiata, furiosa, spaccherei tutto!

Che dire...

Non c'è niente da dire.

Spero tu non abbia sofferto troppo.

Spero che tu ora stia bene.

Ciao guerriero.

Per sempre nel mio cuore.

http://www.ibs.it/code/9788896746127/possieri-giampiero/fuoco-nell-anima.html

http://www.ibs.it/ser/serfat.asp?site=libri&xy=il+predatore+di+anime+in+fuga



venerdì 11 gennaio 2013

Sogni fluttuanti



Il "sogno" è arrivato a destinazione.
Forse ho puntato troppo in alto... vincere un concorso letterario... e che concorso!
Ma forse, come mi ha suggerito mio fratello Domenico in un sogno ad occhi chiusi, questa notte, quando si va molto in alto non si cade...

Questa notte io e lui (quanto mi manca!) eravamo tutti presi ad impilare una sedia sopra l'altra, o forse erano barattoli di pittura da imbianchino... pittura bianca.
Ne mettiamo uno sopra l'altro, uno sopra l'altro finché ci ritroviamo ad un'altezza spaventosa!
Lui era a pochi metri da me, poco più in basso, in cima alla sua torre; io ero in cima alla mia.
La sua pigna di non ricordo cosa era appoggiata ad un palazzo altissimo, la mia non era appoggiata a nulla!
Barcollo.
Guardo giù e non vedo il fondo.
"Oddio mi gira la testa, e se cado?!"
E soprattutto... come posso tornare giù? Se tolgo una sedia bianca (o un barattolo di pittura) l'immensa colonna potrebbe crollare... e poi l'equilibrio... a me è sempre mancato l'equilibrio!
Riguardo giù: sono spacciata.
Domenico invece è tranquillissimo.
Ho come un ricordo... una volta l'ho visto volare!
"Stefy quando si arriva così in alto l'aria è rarefatta... si respira male, ma si vola!"
Ed eccolo lasciarsi andare...
"Dai Stefy, non avere paura!", mi dice fluttuando,"Te lo assicuro, da quassù non si cade."
Mi fido di lui, chiudo gli occhi e mi abbandono al mio destino... li riapro ed eccomi sospesa nell'aria ad  un'altezza incredibile...
Respiravo a fatica ma volavo!

Mio dio cosa c'è più bello di volare?

Non devo avere paura di guardare troppo in alto!
Non devo avere paura di sognare!

E punterò in alto... perché da lì non si cade.


lunedì 7 gennaio 2013

A Miki.

Se c’è una cosa che odio fare
è venire da te al cimitero.
La staticità di quella tua foto
in cui sei bellissima ma di marmo…
L'atroce silenzio di quel luogo
in cui perfino il vento si ammutolisce…
Mi sento così sola quando vengo laggiù!
Sola da morire, appunto.
Il silenzio, in quegli istanti,
annulla tutti i segnali che mi mandi a fatica
e chissà con quali mezzi, ogni giorno.
I nostri sogni spezzati, vivono ancora, fuori di lì!
Che il tuo corpo riposi in pace, anima mia
ma io ho bisogno di sentirti viva.
Tu non sei silenzio
ma il mio ricordo più dolce…
il profumo di rose che ogni tanto mi travolge,
un puntino luminoso nel mio futuro.
Non so se verrò più a trovarti, laggiù.
So che mi perdonerai.

giovedì 3 gennaio 2013

DuemilaCredici




Inizia un nuovo anno, il 2013.

Diciamo che questo 13 non è che mi piaccia molto, sono molto legata ai numeri e vagamente alle superstizioni... nel 2017 ci sarà da ridere!
Ok, facciamo come quella mia amica che dice DUEMILACREDICI, così crediamoci: sarà un buon anno.
I presupposti ci sono.
Ho un libro da pubblicare e uno da scrivere... mi sento viva!
Ho due bambine che compiranno 5 e 2 anni... mi sento un briciolo più libera!
Ho Giorgio che ogni giorno è uguale a se stesso, non peggiora come gli altri, lui rimane sempre uguale: dolce, premuroso, intelligente, gentile... sono in una botte di ferro.
A proposito di botti... mi impegnerò a ritrovare una forma degna dei vecchi tempi!
Per fare tutto devo scrollarmi di dosso la pigrizia... perché sono così pigra?!
Devo smetterla di vivere sognando il sonno...
Quindi in cima alla montagna dei buoni propositi c'è la fanculizzazione della pigrizia!
Conseguentemente cercherò di disintossicarmi da Facebook, Twitter e tutte quelle perdite di tempo lì...
Insomma le idee ci sono... bastassero quelle!