martedì 16 aprile 2013

Come vengo a saperle male le cose!




http://www.omnimilano.it/news_visualizza.php?Id=10111

Cioè uno partecipa ad un concorso letterario.Ma mica uno qualunque, no, uno importante, nazionale, come quello della Rai.
Allora si fa stampare le sei copie del manoscritto richieste, va in posta, si paga la raccomandata con ricevuta di ritorno che visto il peso del pacco non è che costi proprio due soldi.
Ora, io dico, non è che tutti pretendiamo di vincere, e io stessa ci ho sperato, come no, però sapevo che sarebbe stato altamente improbabile superare anche solo le selezioni regionali.
Però dico: avete un sito web proprio dedicato al concorso; avete una bella pagina Facebook seguita da oltre 1200 persone.
Cazzo! Aggiornateli!!!
Giorni e giorni cercando delle risposte, anche perché un libro che partecipa ad un concorso è un libro bloccato, no?
Un minimo di correttezza ce la dovete, anche solo per i sogni che state per frantumare!
No, loro sulle loro pagine web parlano di tutt'altro...
Delle presentazioni che Rai Eri sta organizzando, dei libri che hanno vinto le passate edizioni...

LE PASSATE EDIZIONI?????

Ma quella attuale, no?
Ma neanche sussurrare un "abbiamo concluso le selezioni regionali e questi sono i risultati"... ma dico... pure in una angolino in minuscolo potevate scriverlo!
No!
Troppa fatica!!!
Ma si, che ce ne frega del presente!
Pensiamo al passato, al futuro, all'anima de li mortacci vostra!!!
Ma sai che ti dico, cara la mia Rai? Che sei l'emblema dell'Italia, della crisi economica che il nostro paesuccio non riesce a superare. Dei soldi per la cassa integrazione che non ci sono e a maggio succederà un macello!
Ecco cosa siete!

Incompetenti e scorretti, come i nostri governanti.

Ho saputo che non sono andata in finale solo tramite un link trovato per miracolo su Twitter, e con dieci giorni di ritardo.
E ho detto tutto.
W l'ITAGLIA e W la RAI, degna televisione nazionale.

Sky forever.


venerdì 5 aprile 2013

Ogni volta che una stella implode nasce un bambino




Ieri notte mi sono svegliata con un pensiero strano in testa.

"Ogni volta che implode una stella nasce un bambino."
Non so da dove sia arrivato un simile pensiero, forse da un sogno... o forse me l'hanno suggertito i custodi, come spesso accade.
So solo che erano le quattro e non ho più dormito.
Ogni volte che implode una stella, in un qualsiasi angolo dell'universo... l'universo... quanto è grande l'universo? Possibile che ci siano così tante stelle?
"L'universo è infinito ed infinite sono le sue stelle."
Ho pensato alla stella che conosco meglio di tutte, il Sole. Ho pensato ai pianeti che la circondano e che quando imploderà, fra qualche miliardo di anni, verranno risucchiati in lei e da enorme massa incandescente diverrà un minuscolo puntino incolore...
Una nana bianca.
Tutta quella potenza dove andrà a finire?, mi ero sempre chiesta...
Ed ecco che in piena notte, quando sono mezza rimbambita, mi si svela il mistero della vita.

Com'è possibile che dal nulla si crei la scintilla, e da quella scintilla un battito, e da quel battito una vita?, mi ripetevo mentre scrivevo Portata dal vento.

Dentro di noi c'è un intero sistema solare, dentro ognuno di noi c'è un intero universo!

Ero emozionata, ieri; guardavo tutti con occhi diversi.

Poi incontro un uomo, mentre andavo in posta.
Basso, grasso, con la barba incolta, trasandato al massimo. Non che io ce l'abbia con chi si trascura, io per prima esco spesso di casa senza neanche guardarmi allo specchio. Passando mi dice qualcosa, forse mi saluta... ma non era un buongiorno, era più un grugnito.

"Possibile che anche lui sia una stella con tutti i pianeti?!"

La mia teoria ha vacillato un istante.

"Se ognuno di noi si rendesse conto della grandezza che ha dentro... se imparassimo a  volerci un po' più bene, a stimarci di più (Insomma! Vogliamo renderci conto di cosa siamo?!) forse vivremmo in un mondo migliore."

La prossima volta che incontrerò quell'uomo lo saluterò come si salutano le stelle.





mercoledì 3 aprile 2013

Non ho l'età...



Erano piu' o meno le 3 di pomeriggio del 28 marzo 2013.
Ero in viaggio con mio marito e le bambine, direzione: vacanze di Pasqua al mare.
Mi guardo allo specchio e noto il mio viso stravolto, come al solito. La pelle... Lasciamo perdere, le tonnellate di cioccolata pasquale non giovano a nessuno, figurarsi a me.
Ma poi accade qualcosa di peggio... Vedo un riflesso strano tra i miei capelli. Una luce che va oltre il biondo dei miei shatush... Mi avvicino incredula e disperata allo specchio. 

Mi si ferma il cuore.
"E' bianco", dico con voce tremula.
"Ma no e' biondo!" sdrammatizza Giorgio.
Lo strappo, illudendomi che abbia ragione lui e non me ne ricresceranno altri sette.
Lo guardo.
Sento di colpo il peso dei miei 38 anni e 3 mesi... 

Sembra un capello impazzito, il mio primo capello bianco :-(

Bellissima recensione

Stefania ti riferisco le mie piccole impressioni su “Portata dal vento”. Ho iniziato a leggere il libro con scarso entusiasmo, dato che l’argomento non mi interessava più di tanto. Poi le tue scelte stilistiche e narrative, mi hanno sinceramente coinvolto. Bellissimo e di valida incidenza emotiva il tuo accompagnare il percorso di gravidanza con episodi del passato ed impressioni sui giorni che lentamente trascorrono avvicinandosi l’auspicato momento della nascita. L’argomento trattato riporta inevitabilmente a “Lettera ad un bambino mai nato” della Fallaci, da te citato, ma a mio parere “Portata dal vento” ha una sua precisa e netta individualità che lo diversifica nettamente dall’altro romanzo: è senz’altro celebrativo della vita, del tempo trascorso che conferisce forza al presente e speranza al futuro. In alcuni momenti della lettura, specialmente nella parte iniziale, ma anche nel seguito, il romanzo mi ha dolcemente riportato al sapore di Proust, al I Volume di “Alla ricerca del tempo perduto” ( La strada di Swann o Dalla parte di Swann): sereno e coinvolgente lo stile. L’episodio della cicogna, invece, sempre nella pagine iniziali ha richiamato alla mia mente l’avvistamento del cavallo tartaro, nel noto deserto di Buzzati: stesso inatteso stupore e stesso dubbio istintivo sulla veridicità o meno della visione, sia pure nella consapevolezza di avere effettivamente visto; il cavallo e la cicogna, entrambi simboli di qualcosa che fortemente si agogna: l’arrivo dei tartari e quindi la tanto attesa battaglia per l’avamposto ai confini dell’Impero, l’arrivo finalmente di un figlio per te e per Giorgio.
Suggestivo il richiamo spesso ripetuto al tuo mondo fantastico; la presenza costante dei Nonni custodi è dolcissima. Di alto lirismo, a mio parere, l’espressione da te riportata a pag. 50 (questa pagina ho ritenuto di annotarla) “Resta con me…. Se te ne vai io vengo via con te..” , espressione di forte impatto e di alto, alto lirismo. Infine, di grande, anzi grandissimo, coinvolgimento emotivo il crescendo discorsivo, bellissimo, da pag 79 a 81: “…… Io non so se esiste un paradiso o un inferno, quello che so è che se esiste qualcosa, quel qualcosa sei tu……Finché vivrai tu, esisterò anch’io……Imparerai ad ascoltare la voce del vento e saprai quello che io e la vita avremo da dirti…….”; pagine che possono costituire senz’altro la vera sintesi dell’opera. Nel mio piccolo: complimenti.