sabato 13 dicembre 2014

- 13 giorni: mio padre

Mio padre.
L'uomo più intelligente e irascibile dell'universo.
Buono, calmo, la voce sottile, poi d'un tratto va in escandescenza e diventa un demonio.
Un'indole complicata, zitto per ore, fa di quelle sparate da lasciare a bocca aperta.
Increduli.
Non possono uscire da lui certe bestialità.
Gentile, a modo, umile.
Lo dissero una volta di me, che ero come i gattini. Che stanno lì buoni buoni  poi di colpo ti saltano agli occhi e ti sfregiano senza pietà.
Mio padre, la persona che mi assomiglia più di tutte.
Stesso caratteraccio, stesso viso.
Stesso intuito, intelligenza, stesso senso degli affari.
Anche se io, di tutto questo non me ne farò mai nulla.
Decimo di dieci figli, arrivato quando mia nonna sperava di essere in menopausa, nacque alla fine della seconda guerra mondiale. In una famiglia che aveva fatto la fame, vissuto il terrore, ma che a lui - il piccolo di casa - diede il  meglio.
Il meglio di niente.
Ma sono le intenzioni che contano, il più delle volte.
Visse in Sicilia fino a dodici anni, si trasferì in Romagna con la sua famiglia dove fece il contadino, e poi dai diciassette a Milano, dove iniziò a lavorare il ferro. Conobbe mia madre e la sposò, nel frattempo avviò un'attività in proprio che ancora esiste, e andrebbe a gonfie vele se non fosse per questa maledetta crisi.
Due occhi verdi che mia madre vede azzurri, una fronte spazioooosa, il naso aquilino.
Rughe portate con orgoglio, la schiena dritta, le mani consumate dal lavoro.
Le nostre litigate a tavola sono memorabili.
Due fulmini che si scontrano con la stessa potenza.
La vita si è divertita regalandoci lo stesso carattere ma le idee opposte.
Abbiamo dato di quegli spettacoli io e lui...
Molte cose non gli ho mai perdonato, altrettante non le ha perdonate a me.
Senza dubbio mi ha evitato di compiere numerosi sbagli, con quei suoi modi poco raccomandabili, ma me ne ha fatti fare altrettanti, nell'idiota tentativo di vendicarmi di lui.
Come quando iniziai a fumare. Lo feci per fargli un dispetto, ma in realtà il dispetto lo stavo facendo a me stessa.
Mi ha permesso di vivere una vita agiata, evitato la disperazione, fatto sorridere quando ero giù, demoralizzata quando ero su, amata SEMPRE.
E io l'ho amato, odiato, ammirato, disprezzato, maledetto, benedetto.
C'è da diventare pazzi con lui!
Lunatico, bisbetico, insostituibile padre.
Unica immagine allo specchio che mi è sopportabile.

2 commenti:

  1. Descrizione molto verace del complesso e riccamenste sfumato rapporto con la figura paterna.Energìa vulcanica. :) Pagel

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  2. ..e avevo dimenticato: ti comprendo,anch'io amo mio padre in modo viscerale. :)
    Pagel

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