venerdì 29 gennaio 2016

"Il sogno dell'isola" di Tamara Marcelli







Questo romanzo è un bagno di poesia. Lo stile musicale e poetico è proprio ciò che contraddistingue quest'opera. Che racconta una storia dolce e crudele. Dolce come un sogno di mezza estate, crudele come lo scontro con la realtà che riguarda ognuno di noi. "Il sogno dell'isola" è un romanzo profondo, introspettivo. Sembra di entrare nel mondo oscuro e incantato dell'autrice. Scandaglia le sfaccettature più profonde dell'animo di questa giovane donna, Tara, assetata di vita, ma priva di quegli strumenti necessari per viverla con serenità. A volte basta una parola di un genitore, ripetuta con convinzione in varie fasi della propria vita a farci sentire inadeguati. Ed è forse per questo che Tara rinnega la propria femminilità. Schiva, grintosa, ci mostra continuamente le infinite sfumature dell'anima, molto spesso contrastanti, ma a modo loro coerenti. In alcuni casi dilanianti. Questa è una storia che insegna a non arrendersi. Con l'aiuto del cielo e un po' di pazienza tutto si avvera. Il sogno, l'amore. Basta solo avere coraggio e condire tutto di poesia. Ed è di poesia che è intrisa quest'onda. Il testo è così melodioso che  potrebbe essere tramutato in canzone. Una canzone lunga otto ore.
Delicato, sferzante. Consigliato a chi ha sete di emozioni.
Si esce da questo libro shakerati. Ma con una gran voglia di ricominciare a leggerlo.

mercoledì 20 gennaio 2016

Giancarlo

Ogni 19 gennaio chissà perché, ricordo uno dei periodi più infelici della mia vita. Era il 1990 e uscivo a pezzi dal Gaetano Pini. Un mese di ospedale, un gesso di 7 chili sulla schiena, a quindici anni. Ero da poco rientrata a scuola, seconda superiore, mi sedetti a tavola per pranzare. Mia madre piangeva. Mi disse che era morto Giancarlo. Pensai al mio allenatore, mi venne un colpo. E mi disse di no, che non era morto quel Giancarlo, ma mio cugino Giancarlo di Castrocaro Terme. Un incidente in auto mentre andava al lavoro. 21 anni. Mia madre partì e rimasi sola. Con quel macigno bianco sulla schiena. Un macigno nero nel cuore. E oggi chissà perché voglio condividerlo su questa bacheca. Forse per liberarmene. Per dimenticare l'immagine di un ragazzino che si ferma al bar e riparte, e mentre è in strada si distrae con un sacchetto che ha in mano, con dentro un bombolone forse, e la macchina si porta sulla corsia opposta, e passa un camion. E chissà se è andata davvero così. Non lo sapremo mai, ma intanto Giancarlo non c'è più. Oggi avrebbe 47 anni. E' morto a 21. Ciao Giancarlo.

Hotel California










Penso a quando passavo davanti al l'Hotel California di Santa Monica. Andavo al ristorante da C. a Malibu e poi tornavo a casa, a West Hollywood. Guidavo una Suzuki Samurai del 1988 comprata con pochi dollari, senza una patente valida, senza assicurazione, ascoltando nel mangiacassette la canzone che portava il nome di quell'hotel (o viceversa?) Era il 2002, non ero continuamente distratta dall'iPhone - dannato aggeggio infernale - e calcolavo timorosa la malinconia che avrei provato in un futuro lontano, quando l'Hotel California sarebbe stato un ricordo insieme a quei miei 27 anni.
Il futuro è arrivato e quella malinconia non è poi così feroce. D'altra parte sono molto più felice oggi che allora.
Penso al chitarrista degli Eagles, che un tempo suonava quella meravigliosa canzone. Da ieri non c'è più e questo sì, mi dispiace.

lunedì 18 gennaio 2016

L'esatto contrario


Ed eccomi a recensire il primo libro dell'anno: 




"L’esatto contrario" di Giulio Perrone

Un romanzo che è uno spaccato dell’Italia contemporanea in cui una donna muore ogni due giorni per mano di un uomo; in questo caso la sventurata si chiama Giulia ed è una studentessa universitaria. Il caso torna alla ribalta qualche anno dopo, quando il presunto assassino si suicida. E Riccardo, tipico trentacinquenne da strapazzo, precario, senza famiglia ma comunque benestante grazie a uno zio intrallazzone e ai suoi continui aiutini, che vive nella città più bella del mondo e forse la più difficile, senza volerlo - e senza nemmeno averne le capacità - si trova a indagare. 
L'ambientazione è una Roma fatta di uomini capaci di amare una squadra più di una donna, con il sesso ottenuto facilmente e l'illusione di potere in questo modo sostituire i sentimenti, così ingestibili e terribilmente impegnativi. Questa è l’Italia contemporanea e questo ci racconta Giulio Perrone, che esordisce con un incantevole mainstream che profuma di giallo in cui si respira il tormento di una vita privata che vorrebbe essere leggera, ma non lo è. Lo stile limpido e delicato, quasi confidenziale, permette di aprire quasi un dialogo con Riccardo; e si soffre e si tifa per lui, così simile a noi, vecchi-giovani contemporanei. Così fragili e insicuri di fronte a queste nuove certezze che ci siamo costruiti ad hoc. La storia è morbida, emozionante, intrisa di malinconia. Scorre come una carezza, lenisce le ferite, incolla alle sue pagine e alla fine, nonostante una porticina lasciata volutamente aperta (ci sarà forse un seguito? Spero di sì) ogni domanda trova una risposta. Ed è ovviamente molto amara.

lunedì 11 gennaio 2016

Il mio 2015 letterario

E come ogni inizio d'anno, eccomi a tirare le somme dell'anno precedente.
Tra alti e bassi, perdite e conquiste, la cosa più bella, oltre agli innumerevoli sorrisi delle mie bambine e l'amore incondizionato di mio marito, restano i libri.
Ecco il mio elenco:

1. Shining (libro col quale stavo concludendo l'anno precedente)
2. Biglietto di terza classe
3. I fratelli Karamazov
4. Fahrenheit 451
5. Sotto il segno della pecora
6. Volevo un marito nero
7. Non sono nato e mi sento molto bene
8. Furore
9. Follia
10. Le notti bianche
11. 22-11-'63
12. Sotto pelle
13. Orgoglio e pregiudizio
14. Mr. Gwyn
15. Sorsi di Lara
16. Il conte di Montecristo
17. Maria Beatriz Do Mar
18. Il riparatore
19. Cimitero di elefanti (inedito di un carissimo amico)
20. David Copperfield
21. La fattoria degli animali
22. Il buio oltre la siepe
23. Cime tempestose
24. Cronache marziane
25. Senza evidente motivo
26. Un canto di natale
27. Kitchen

Libri lasciati a metà, perché proprio non erano nelle mie corde in quel periodo ma che sicuramente riprenderò:

1. Dance dance dance
2. Le anime morte

Libri letti con le mie bambine:

1. Cipì (a grande richiesta per la seconda volta)
2. Il GGG (grandissima scoperta di Roald Dahl di cui ringrazio enormemente la mia carissima Lisa)
3. La fabbrica di cioccolato.

Abbiamo abbandonato Harry Potter perché non ancora adatto alla loro età (4 e 7 anni)

Ricomincio il nuovo anno con il libro de libri: I MISERABILI di Victor Hugo.