lunedì 28 gennaio 2019

La camera azzurra



Non mi aspettavo un giallo, forse perché non conoscevo Simenon. La storia è dolce e inquietante, inizia da un momento piacevole della vita del protagonista che però sarà anche l'origine dei suoi guai. I dialoghi del primo capitolo accompagneranno tutta la narrazione, durante la quale ci si chiede cosa diavolo sia successo. Lo si scoprirà solo alla fine, dove l'idea iniziale - o quella che sembrava tale - dell'autore viene quasi ribaltata.
Da moglie e madre di famiglia traggo un sospiro di sollievo, anche se assolutamente non dovrei...
Un racconto che si legge d'un fiato, centocinquanta pagine di storia nuda e pura, un pasticcino letterario. Una lettura davvero piacevole, che consiglio, anche se non vi cambierà la vita, non vi arricchirà, forse per questo uno svago... dei più sublimi :-)

giovedì 24 gennaio 2019

1980 - Gente in casa



Il libro di cui parlo oggi è l'esordio letterario di Alessandro Molteni, cugino di Giorgio.
Appena ci ha detto della pubblicazione l'ho scaricato subito; adoro leggere i libri delle persone a cui voglio bene. Non sapevo cos'aspettarmi, non ho voluto informarmi prima per godermi la sorpresa, e ci ho trovato un racconto dal taglio ironico che mi ha permesso di fare un tuffo in un passato così simile al suo.
Siamo entrambi del 1974, quindi nel 1980 compievamo sei anni, stavamo per iniziare le scuole elementari - lo vedo oggi sulle mie figlie, un cambiamento epocale - abitavamo in appartamenti collocati in grandi complessi condominiali, lui a Genova e io a Milano. Avevamo la casa sempre piena di gente, le vicine che venivano a bere il caffè dalle nostre mamme, casalinghe, i loro figli che ci rompevano i giocattoli (nel mio caso me li rubavano anche).
A quei tempi i rapporti tra le persone erano veri, mica come oggi, che per comunicare con il vicino si utilizza un abominevole gruppo di Whatsapp!
La TV trasmetteva un unico canale di cartoni animati - siamo cresciuti tutti con Mazinga Zeta - i negozianti sotto casa si conoscevano tutti, per nome. Se penso che oggi non posso mandare mia figlia a comprare il latte dal lattaio e due etti di prosciutto dal salumaio, mi viene da piangere.
Quello che rimane alla fine della lettura è una grande malinconia. Si dormiva con le porte aperte e quando facevamo una marachella ci beccavamo qualche sculacciata.

Protagonisti del romanzo sono gli occhi genuini di un bambino, figlio come me di quegli anni '70 che troppo presto si sono tramutati in '80.

Bravo Alessandro :-)

mercoledì 23 gennaio 2019

A sangue freddo



Quello di cui sto per parlare è il miglior libro che abbia mai letto. Avevo visto il film qualche tempo fa, un capolavoro che ha vinto anche un Oscar, e mi aveva incuriosito. Mi ero ripromessa di leggere il libro anche perché avevo letto delle recensioni stupende e di Capote non avevo mai letto nulla.
L'ho fatto leggere prima a Giorgio perché mi spaventava un po' l'argomento: lo sterminio di una famiglia da parte di due ragazzi, ex detenuti, in apparenza senza movente Una storia vera, agghiacciante, avvenuta il secolo scorso. Giorgio ha letto questo libro piuttosto voluminoso in poco più di una settimana, quando fa così so che il libro merita così mi ci sono tuffata anch'io.
La prima cosa che mi ha colpito e assorbito è stato lo stile pressoché perfetto di Capote. Ho immaginato King, che secondo me è uno dei più grandi autori contemporanei, mentre lo leggeva: percepivo il suo piacere. Leggere questo romanzo ha del miracoloso, scritto con uno stile così asciutto e impeccabile non sembra neanche di leggere, finisci dentro la storia senza accorgertene. E senti la generosità del signor Clutter, la gaiezza della giovane Nancy, l'adolescenza un po' burbera di Canyon, la depressione di Bonny, la signora Clutter, che le impediva di godere della bellezza in cui era immersa.  L'autore presenta in maniera meticolosa tutte le persone che ruotano attorno a questa famiglia in particolare l'ultimo giorno della loro esistenza. E' tutto molto limpido che sembra di essere lì, e ci si affeziona alla famiglia, quella che tutti vorremmo avere. Ricchi e umili, onesti, generosi. Dormono con le porte aperte. Ma poi succede l'incredibile: la famiglia che meno di tutte ha la possibilità di essere distrutta, viene massacrata. A opera di chi? Di due personaggi ai quali ti affezioni. Li odi, perché non è possibile che abbiano compiuto quel massacro, i Clutter potremmo essere noi, ma gli assassini, in particolare Perry, nel quale l'autore si rispecchia (per questo si è appassionato tanto alla vicenda) alla fine perfino commuove.
La storia è coinvolgente, molto forte, ma anche nei momenti più violenti - preparatevi a pensarci giorno e notte - non perde mai la Bellezza. Forse per il modo ineccepibile in cui è narrata.
Che capolavoro.
Nella mia classifica personale credo abbia raggiunto la vetta.
Imprescindibile
.

mercoledì 9 gennaio 2019

2018 - 2019


Saluto l'anno che sta per terminare senza rammarico, forse per la prima volta.
Ho sempre lasciato qualcosa indietro: una persona cara, un'azione incompiuta, una parola non detta. Per la prima volta vivo in maniera piena e consapevole, la conseguenza è l'assenza di malinconia.
Nessuno struggimento per l'anno che lascio, nessuna grandiosa aspettativa per l'anno che trovo.
Mi nutrirò di bellezza, come ho sempre fatto, coltiverò i miei interessi, amerò la mia famiglia (il Bene Supremo), divertirò gli amici con il mio buffo modo di essere, leggerò libri belli, scriverò qualche riga su un foglio bianco.
Vivrò il Presente con tutta me stessa.
RESPIRO AMORE, sarebbe idiota intristirmi per i tempi passati, rimpiangere la spensierata bellezza della gioventù, o tormentarmi nel dubbio di ciò che sarà.
Godrò il viaggio di ritorno ancora più di quello di andata; a differenza di prima, SO che l'eternità non appartiene agli uomini. Ogni istante della mia vita vale più di tutto l'oro del mondo.
Non lo butterò.
🌟 Buon Anno Nuovo Amici 🌟

mercoledì 2 gennaio 2019

Il visconte dimezzato



Inizio questo nuovo anno con uno dei più grandi autori italiani. Letto e non capito da piccola, amato oggi. Un autore che scrive novelle per adulti, un sacrilegio imporle alle scuole medie, perché l'effetto potrebbe essere quello capitato a me: un rifiuto per un autore geniale. 
Un immenso Calvino benedice questo 2019 che, lo sento, sarà ricco di BUONE letture :-)

La signora delle camelie



Questo romanzo, secondo me, è un po' sopravvalutato. Carino, scritto da un giovane Dumas (figlio) per superare un dispiacere passeggero: la morte di una giovane cortigiana che era stata sua amante. Carino perché fa capire come mi vivevano i giovani benestanti del tempo, un romanzo che cerca di non giudicare negativamente queste ragazze che per vanità, a loro modo, si prostituivano. L'alternativa era fare la sartina o sposare un rozzo contadinotto, come biasimarle. A tratti sembra una telenovela, il piagnisteo di un giovane agiato. Lei, Marguerite, non mi ha lasciato nulla, soprattutto perché viene descritta molto esteriormente, della sua interiorità si sa poco o niente. Dispiace per l'annunciata morte prematura ma non commuove. Un romanzo semplice, adatto agli appassionati di storie d'amore improbabili, o a chi si trova con la febbre, in crociera, il giorno del proprio compleanno :P

La nube purpurea

Devo molto a questo libro, prima di tutto l'avermi risolto il blocco del lettore. E' stato un anno difficile, proprio non riuscivo a leggere. Questo libro mi ha dato coraggio, mi ha chiamato da uno scaffale nello studio di Giorgio e io ho risposto fiduciosa. Mi sono imposta inizialmente mezz'ora di lettura al giorno, questo solo per i primi tre giorni. Poi non avrei mai smesso di leggere, anche se l'inizio mi è parso molto più emozionante rispetto al corpo centrale, piuttosto lento, e un finale che non mi ha convinto. Però l'inizio... wow! Questo medico che scrive a un suo amico dal letto di morte. In maniera molto ironica sdrammatizza la propria condizione, lo saluta, e gli affida i diari estrapolati dall'ipnosi di una donna, in cui si parla di un futuro in cui una nube purpurea azzera la popolazione della terra. L'unico superstite è il protagonista, un nuovo Adamo, il primo uomo che raggiunge il Polo Nord (e forse è proprio questa la causa della catastrofe: l'uomo al Polo Nord non ci doveva andare). E' un romanzo del 1901 con i limiti mentali di chi viveva quei tempi così lontani in cui era impensabile che una donna, ad esempio, potesse compiere quel viaggio. In cui si temeva meno la morte, forse perché più accettata rispetto ai giorni nostri in cui si ha perfino paura di nominarla. La storia raccontata è davvero originale, avventurosa. Non il miglior libro della mia vita ma la riconoscenza, per avermi sollevato dal torpore, gliela devo eccome.