venerdì 29 maggio 2015

29 maggio

Rinacqui il 29 maggio di 17 anni fa.
Lottavo da qualche anno contro la depressione, da qualche mese in maniera particolarmente affannosa.
Quel giorno incontrai il mio psichiatra, che in maniera folle (non chiedetemi quale) sentenziò: "È questo il tuo problema. Che ti piaccia o no, devi rimuoverlo dalla tua vita. O non sarai mai felice."
Fu un input violento. Traumatico come ogni parto che si rispetti, il gesto che ne seguì tramortì chi mi stava accanto e mi amava davvero. Qualcuno non si è ancora ripreso, ma io sono qui, e quel medico (che maledissi per anni, ma che ringrazierò in eterno) mi rimise al mondo.
Oggi compio 17 anni.
Non dico che pretendo gli auguri, ma se proprio volete...

mercoledì 20 maggio 2015

"Le notti bianche" di Fëdor Dostoevskij






Sempre ricollegandomi al tema della follia, qualche giorno fa lessi un commento a questo libro, su un post di lettori che frequento assiduamente.
Insomma quest'uomo diceva di essersi dato alla psichiatria proprio a "causa" (o per merito?) di questo libro.
Avendolo in casa, mi sono precipitata in taverna a recuperarlo. Letto in due notti, la seconda delle quali trascorsa in bianco.
#LeNottiBianche è un libro che smuove qualcosa. Non saprei esattamente dire cosa, ma qualcosa mentre lo si legge si muove nel profondo di sé, e almeno una notte bianca è garantita. Spero solo di non bissare...
Se non vivessi in una zona tanto isolata, avrei trascorso la notte all'aria aperta, su una panchina. Mi sono dovuta accontentare di trascorrerla girandomi e rigirandomi tra le lenzuola, agitata. Senza sapere il motivo. Perché #Dostoevskij mica ti dice il perché dei turbamenti che suscita, in fondo quella storia è la sua.  Ma...
Chissà se non ci siamo passati tutti in una storia così... di promesse che nascono e si frantumano in una notte, di sogni disattesi, di vita che scivola e ogni tanto ci si chiede: "Io nel frattempo dov'ero?"
Di nuovo nel suo personaggio ho trovato il mio amico Alekseij, sebbene con "I fratelli Karamazov", questo libro non abbia niente a che vedere.
Romanzo breve, una piccola perla, che ovviamente consiglio a tutti i miei amici.

lunedì 18 maggio 2015

"Follia" di Patrick McGrath



Ho letto questo libro in cinque giorni.
Da drogata di libri quale sto diventando - non so più cosa sia la tv- riesco a divorare qualunque buon libro in un baleno.
E questo è sicuramente un ottimo libro.
Era nella mia lista dei desideri da qualche tempo, ma non l'avrei letto con urgenza se non fosse stato che a un concerto di Giorgio, in cui suonava la Follia di Corelli, un uomo molto colto rivolgendosi a me, come a una scrittrice, mi disse: "Hai letto Follia di McGrath?"
Quento mi pesò dover dire di no, non ho mai saputo mentire.
Ma sono corsa ai ripari.
Ed eccomi qui, con un nuovo prezioso libro nella mia biblioteca interiore.
L'unico rammarico è di averlo letto subito dopo Furore, un libro di una potenza inaudita, e che quindi ha tolto qualcosa a questo. Che è sicuramente un romanzo scritto molto bene, il cui tema è travolgente. I personaggi entrano dentro subito, insomma una storia coi fiocchi. Ma di fronte a Furore... be', di fronte a Furore quasi ogni libro arrossirebbe.

Follia è il racconto di uno psichiatra.
La storia all'inizio può apparire una qualunque storia d'amore: lei, Stella, splendida moglie di uno psichiatra, ricca e annoiata perde la testa per l'uomo più improbabile del suo universo, un artista uxoricida che si trova all'interno del manicomio criminale in cui lavora suo marito Max. A differenza di Max, Edgar è un gran bell'uomo, molto passionale, e le offre ciò che a lei è sempre mancato: le emozioni.
La prima impressione è stata quella di leggere una storia tutto sommato banale, io poi non apprezzo le storie d'amore. Fortunatamente a metà libro arriva la svolta.
La svolta in un libro che è tutta una svolta, perché l'autore è bravissimo a lasciare incollato il lettore. Mai un calo di tono, mai un vuoto di tensione. L'avrei letto in due giorni se non fosse stata una settimana strapiena di impegni. Ed ecco l'attesa deviazione... il nascere della follia.
Pur avendo trascorso dei periodi particolari, pur avendo sofferto di depressione e ansia, pur avendola sfiorata, non l'avevo mai vista così da vicino.
La follia.
Quella follia che può sfociare in ognuno di noi, innescata dalla più subdola delle infelicità: la frustrazione.
Un libro che sa mostrare la follia da dentro, e che sussurra maliziosamente: non si salva nessuno.
Eppure consola.
Spaventa e consola.
Come se la follia facesse parte dell'animo umano. Come se ci fosse in qualche modo cara, come ci è caro se  pur sconosciuto l'inconscio, che sboccia nei sogni che il più delle volte dimentichiamo.
Consigliatissimo a chiunque abbia l'umiltà di riconoscere la follia che è dentro di sè.
Da leggere in un momento in cui si è in pace con se stessi, e assolutamente non dopo aver letto Furore :-)

14 maggio 2015




Nonna Maria oggi avrebbe compiuto 102 anni.
Ogni 14 maggio, senza che nessuno me lo ricordi, so che è il suo compleanno.
Ma oggi a differenza degli altri anni, in cui mi soffermo un minuto e sorrido, ho voluto fermarmi qualche momento in più e pensare com’era.
Com’è rimasta nel mio ricordo.
Una donna anziana, con i capelli sempre raccolti, non del tutto bianchi fino alla fine. Forse qualcuno ogni tanto glieli tingeva. Le mani piccole e svelte, la ricordo circondata da fiori; lei seduta su una seggiola, i piedi su uno sgabello e i suoi adorati garofani ovunque. 
Doveva essere un tipo disordinato, proprio come me. 
Piedi quasi sempre scalzi. 
Qualcosa ho preso anche da lei.
Gli occhi curiosi e vivaci, un nasino piccolo e appuntito, la bocca non la ricordo. 

Ricordo che quando rideva la copriva con una mano. 
Ricordo la sua allegria ingarbugliata stretta stretta alla serenità. 
Mi chiedo: possibile che fosse sempre felice? Ma io la vedevo una volta all’anno, forse per quello era felice. Perché rivedeva noi. Rivedeva i suoi figli, i suoi nipoti una volta all’anno e ovviamente in quei giorni era felice. Come dovesse trascorrere i restanti undici mesi dell’anno, questo lo ignoro. 
Ricordo le sue telefonate, ricordo perfettamente la sua voce e il modo in cui mi chiamava: “Stefana”. Senza la “i”.
Ricordo che era felice e non aveva paura di niente.
Neanche della morte ebbe paura.
Lo diceva sempre: "quannu 'rriva, eu sugnu 'ccà".
Mia nonna... chissà se ho preso da lei solo il disordine, il bisogno di stare scalza e la sua allegria.
Vorrei avere ereditato il senso di forza e spensieratezza che infondeva in ognuno di noi. 

Tutti piccoli di fronte a lei, piccoli anche quando la superammo in altezza di almeno due spanne.
Ma questo solo i miei nipoti me lo potranno dire. Magari a ventun anni dalla mia dipartita.
Tanti auguri Nonna Maria, ovunque tu sia, sei la donna più forte che ci sia.

mercoledì 6 maggio 2015

Furore



Furore, un libro potente come il suo titolo.
La storia toccante dei contadini dell'Ovest degli Stati Uniti che negli anni trenta furono costretti a emigrare a causa della crisi economica. Andarono tutti a Est, e a Est trovarono quello che stanno trovando oggi questi poveri extracomunitari che lasciano tutto al loro paese, i loro ricordi, la loro gioia, la loro dignità.
Furore, la storia attualissima di una famiglia che viveva serena e che si è vistra strappare via tutto dai governi, dalle banche, dal capitalismo imperante. Una famiglia che non dimenticherò, che è diventata la mia famiglia.
Ma', che mi ha insegnato il valore di essere MADRE, che se c'è qualcuno che non può lasciarsi andare allo sconforto, quella persona è lei.
Pa' e la tenerezza di un uomo che ha lasciato il suo ruolo in quella terra lontana insieme al suo orgoglio.
E poi molti altri componenti della famiglia, alcuni dei quali sono morti per strada, come i disgraziati sui barconi. Partiti in molti, arrivati in pochi. Arrivati dove, poi?
Se non avete ben chiaro il significato della parola FURORE leggete questo libro.
Un libro che solo a descriverlo mi viene da piangere, e come direbbe Ma', è meglio che non ne parlo, se non non reggo.
Leggetelo vi prego, leggetelo e fatelo leggere a chiunque non l'abbia mai letto.
Sarebbe un mondo migliore se a tutti venisse data la possibilità di leggere certi capolavori.
Ma ai governi si sa, conviene avere dei cittadini ignoranti.