martedì 2 dicembre 2014

Giorno 5: i bambini vanno protetti finché sono indifesi

Perché a 8 anni un bambino è indifeso.
Adesso i genitori del piccolo Loris piangono e si disperano alla tv. Cosa gli costava accompagnarlo fino all'ingresso della scuola e aspettare di vederlo arrivare in fondo ai corridoi?
Certo, non è colpa loro se esistono i mostri, è però colpa loro essersi comportati fingendo che non sia così!
Ah, ma nei paesini non succede, ai nostri tempi non succedeva!
Ai-nostri-tempi-non-succedeva-un-cazzo!
Succedeva, eccome.
Ai miei tempi, in un paesino, si usava mandare i bambini a scuola da soli, già dalle elementari. Non solo andavamo a scuola da soli, addirittura mi capitava di accompagnare mio fratello più piccolo alla materna, mettergli le pantofoline e il grembiulino, dargli il bacino e poi andare nella scuola accanto in prima elementare.
Ah ma adesso i bambini sono più svegli, dice il genitore del bimbo che a sei anni non sa ancora allacciarsi le scarpe.
Sapete...
C'era una volta una bambina che oltre che andare a scuola da sola, andava anche a ginnastica artistica da sola. La palestra era a duecento metri da casa, e lei due pomeriggi alla settimana percorreva una stradina isolata, con uno zaino più grande di lei sulle spalle, per poter raggiungere il luogo dove poteva scatenarsi a fare le ruote e le rovesciate.
Ma a ottobre cambiò l'orario, e a novembre di ritorno dalla palestra quella stradina diventava sempre più buia.
Una sera la bimba camminava spensierata, stanca per l'allenamento ma appagata, e vide un uomo in lontananza accanto a una 131 rossa, ma non ebbe paura. I mostri non avevano sembianze umane, questo le aveva insegnato la tv.
Quando gli passò accanto, lui - un uomo  sui quarant'anni, basso, cicciottello e pelato - le rivolse la parola.
Le disse: "ne vuoi un po'?"
La bimba alzò lo sguardo e si accorse inorridita che l'uomo, con i pantaloni abbassati, allungò una mano per afferrarla.
La bambina si spaventò molto, ma anziché rimanere paralizzata dalla paura, prese a correre con tutte le sue forze. Corse a perdifiato, portandosi dietro l'enorme zaino perché se lo avesse perso una sculacciata non gliela avrebbe tolta nessuno. L'uomo salì in auto e la inseguì, ma lei corse, prese delle scorciatoie, si infilò nel cortile dal retro e in un battibaleno era davanti casa sua che non riusciva a parlare per quanto piangeva.
La madre della bambina iniziò a piangere anche lei, il padre uscì furibondo: se lo becco lo ammazzo.
Il padre non trovò il maniaco, la madre smise di piangere, e dopo un paio di settimane la bambina si trovò a percorrere quella stessa strada da sola. Con una paura indicibile, ma sola.
Se quella bambina fosse stata violentata e assassinata, immagino che la sua famiglia si sarebbe disperata. Ne avrebbero parlato i giornali, avrebbero posto una taglia sulla testa del mostro.
Quella bambina che adesso ha quarant'anni sa che i mostri esistono e che hanno sembianze umane.
E le sue figlie le protegge, le accompagna e le va a prendere ovunque, non le lascia sole in auto, non le perde mai di vista. E lo farà finché le sue bambine non potranno difendersi da sole. Cioè finché non saranno alte un metro e settanta e saranno in grado di prendere a calci nel culo un maniaco.
Perché di maniaci ce ne saranno sempre tanti. Di genitori attenti e premurosi ce ne sono ancora pochi.

1 commento:

  1. Considerazioni drammaticamente realistiche,ma molto sensate. E poi..esistono anche gli angeli custodi. (sul fatto di cronaca la verità, forse, risulterà la peggiore di tutte quelle ipotizzate)
    Pagel

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