giovedì 20 febbraio 2020

Quantum di Patricia Cornwell



Questo è l'esatto contrario dei libri che apprezzo e di quelli che scrivo: un  racconto dalla trama semplice scritto in modo difficile. Termini scientifici specifici si susseguono, sigle date dalla NASA ad alcuni laboratori o tunnel o pedane di lancio e di atterraggio e mille altre cose di cui non ho la minima conoscenza, sulla terra e nello spazio. Ho fatto una fatica tremenda a leggere questo libro. Scritto benissimo, ma inutilmente complicato. Alla fine la trama è semplice. Una scienziata giovane e abile si accorge che c'è del marcio in Danimarca e si prodiga per scoprire cosa sta accadendo - senza riuscirci - muovendosi tra claustrofobici tunnel sotterranei e terrificanti suicidi che puzzano di omicidio. L'unico lato positivo è che l'autrice riesce a fare entrare il lettore in questo posto, ai più sconosciuto, che è una delle basi della NASA. Probabilmente gli addetti del settore impazziscono per un simile thriller, di cui alla fine si capisce poco se non che la gemella della protagonista non è morta, come invece si tende a credere verso la fine. Ma non si capisce cosa c'entri nel sabotaggio della missione, nessun accenno sul movente, poca luce sui numerosi misteri che vengono sparsi in questo libro che è un campo minato senza capo né coda. Sembra un capitolo di un libro molto più vasto che senz'altro non leggerò.

giovedì 13 febbraio 2020

Un anno senza di te



Un anno fa mi trovavo in questo stesso ufficio, con lo smalto rosso sulle unghie. Rosso come il sangue. Mi avevano depositata qui, come un pacco in attesa di essere spedito all'inferno, mentre Giorgio e Francesco erano corsi dallo zio a capire che cosa fosse successo. Io non capivo niente, mi ripetevo che non era possibile. La zia non poteva essere morta in quel modo, improvvisamente; non poteva essere finita così. Il giorno dopo sarei dovuta andare a trovarla, come ogni giovedì. Perché non mi aveva aspettata? Camminavo e scuotevo la testa, mi sedevo, tremavo, piangevo senza lacrime, camminavo e giravo in tondo. Il telefono sembrava un centralino ed eravamo tutti sconvolti, farfugliavamo deliri.
Divenni sorda per alcuni mesi. Le mie orecchie rifiutavano la realtà. Sentivo in lontananza l'urlo degli angeli, di nonna Rosa, zia Elena, zia Rosaria, zia Pina; i nostri antenati si disperavano emettendo un suono distante, ovattato. Tentavano di fermarla, come ho fatto io, per molti mesi. Ma io quell'urlo non lo volevo sentire. Mi faceva rabbrividire fino alle ossa. Un urlo su più tonalità, tutte acute e diverse tra di loro. Mia zia, ha fatto urlare gli angeli o forse era il mio inconscio che piangeva.
E' stato un anno difficile, in cui ho pianto molto. In cui mi sono sentita instabile e arrabbiata, malinconica; ho trascorso un anno a cercare delle risposte, a cercare di capire mia zia, a cercare di fermarla. A chiedermi dove avessi mancato. Perché avevo sbagliato anch'io qualcosa. Come tutti quelli che le stavano accanto, non ero riuscita a proteggerla.
In estate sono stata così male che ho dovuto prendere le stesse medicine che prendeva lei per l'ansia: il Prazene. L'ho preso per qualche giorno ma non mi sentivo più dentro, così l'ho sospeso è ho affrontato il nostro male. Lei ha preso per vent'anni quel farmaco infernale. Dov'era finita mia zia?
Però poi a Natale è successo qualcosa. Mi sono resa conto che avrei dovuto lasciarla andare. A Natale ho capito che avevo bisogno di leggerezza, come lei, che invece si rendeva la vita pesante in ogni modo. Stavo facendo il suo stesso errore, questo mi ha suggerito in un orecchio:
"Lascia andare le zavorre e vola. Non prenderti troppo sul serio, la vita è un gioco che dura un sospiro".
Da Natale non soffro più di attacchi di panico. I tormenti degli ultimi anni li ho lasciati nel bosco insieme al trauma per la sua morte. Ho portato con me solo il mio amore per lei.

Oggi voglio ricordarti così, felice con Giorgia tra le braccia - la nostra piccola Maria 💕 - tuo marito accanto. Un uomo eccezionale che ti ha dedicato la vita e ha fatto di tutto per proteggerti.
Manchi come l'aria ed è già un anno che manchi. Manchi agli occhi, alle braccia, alle mani. Manca la tua voce, la tua forza, le tue parole che erano carezze. Manca la dolcezza dei tuoi gesti, la purezza dei pensieri, l'eleganza del tuo sguardo. Se solo avessi saputo quanto fossi preziosa.
Perla bianca in un oceano nero, il vuoto che hai lasciato è grande quasi quanto la luce che emani da lassù.
Stammi sempre vicino, 
Tua NaniTua

mercoledì 12 febbraio 2020

Vera di Elizabeth Von Armin



Questo è l'anno dei libri non scelti da me. Sto partecipando a un concorso di La Repubblica in cui bisogna leggere due libri al mese e stabilire quale ci sia piaciuto di più. Partecipo così non ho scuse, devo leggere! E in effetti funziona: ho letto questo libro in cinque giorni. Un record per me :-)

Questo è quello che ho scelto per primo ed ecco cosa ne penso:

Non avevo mai letto quest'autrice che, dallo stile asciutto e la prosa un po' frettolosa, reputavo una contemporanea. Invece il libro è stato pubblicato nel 1920 e questo mi ha fatto capire un sacco di cose. Intanto perché le fossero concessi i salti dei punti di vista a piacimento così come alcune frasi ridondanti. Oggi nessun editore pubblicherebbe un libro così, con frasi lasciate in sospeso, l'accento su alcuni particolari che oggi non direbbero niente - come il taglio di capelli della protagonista, alla maschietta - ma che ai tempi dovevano risultare bizzarri.
Il racconto come dicevo si apre in maniera frettolosa, si passa dall'indifferenza di lei all'amore in un attimo senza capirne i passaggi, gli stati d'animo. I personaggi vengono descritti da fuori, quindi dentro bisogna solo far fede alle proprie impressioni e alle proprie esperienze - che oggi sono ben diverse da quelle di 100 anni fa - per capire. La storia è abbastanza scontata, un uomo burbero e prepotente che decide di sposare una ragazzina ingenua e dopo che la sposa da il peggio di sé. Quello che riesce a suscitare nel lettore è secondo me una voglia di prendere a schiaffi il marito cattivo, quello del libro ma anche quello che può capitare di sposare. Questo libro è un invito alla ribellione anche perché l'alternativa può essere solo l'infelicità. Non mi è piaciuto il finale perché in pratica non ce l'ha. Ci sono rimasta malissimo, giuro. Anche per questo è un libro che non consiglio. Si rimane proprio male 😂

Mio fratello rincorre i dinosauri



Il mio primo libro dell'anno è un libro per ragazzi. Letto perché l'insegnante di italiano di Giorgia gliel'ha dato per le vacanze di Natale e io mi sono incuriosita. Un buon romanzo, scritto con uno stile limpido da un ragazzo di 19 anni. Il tema è toccante, mi sono commossa in più punti; il protagonista ha un fratello disabile, si rende conto della sua diversità e per un certo periodo - ovviamente quello DIFFICILISSIMO delle medie - se ne vergogna. Finché non capisce che ciò di cui si vergogna è l'etichetta appiccicatagli addosso. Giovanni non è un down ma una persona. Un ragazzino eccezionale, libero, spontaneo, pieno di fantasia cui vorrebbe somigliare di più. Ed è questo che vuole dimostrare al mondo attraverso un video su YouTube prima, e questo romanzo poi. Un'ottima lettura per adolescenti e non solo.

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