mercoledì 2 gennaio 2019

La nube purpurea

Devo molto a questo libro, prima di tutto l'avermi risolto il blocco del lettore. E' stato un anno difficile, proprio non riuscivo a leggere. Questo libro mi ha dato coraggio, mi ha chiamato da uno scaffale nello studio di Giorgio e io ho risposto fiduciosa. Mi sono imposta inizialmente mezz'ora di lettura al giorno, questo solo per i primi tre giorni. Poi non avrei mai smesso di leggere, anche se l'inizio mi è parso molto più emozionante rispetto al corpo centrale, piuttosto lento, e un finale che non mi ha convinto. Però l'inizio... wow! Questo medico che scrive a un suo amico dal letto di morte. In maniera molto ironica sdrammatizza la propria condizione, lo saluta, e gli affida i diari estrapolati dall'ipnosi di una donna, in cui si parla di un futuro in cui una nube purpurea azzera la popolazione della terra. L'unico superstite è il protagonista, un nuovo Adamo, il primo uomo che raggiunge il Polo Nord (e forse è proprio questa la causa della catastrofe: l'uomo al Polo Nord non ci doveva andare). E' un romanzo del 1901 con i limiti mentali di chi viveva quei tempi così lontani in cui era impensabile che una donna, ad esempio, potesse compiere quel viaggio. In cui si temeva meno la morte, forse perché più accettata rispetto ai giorni nostri in cui si ha perfino paura di nominarla. La storia raccontata è davvero originale, avventurosa. Non il miglior libro della mia vita ma la riconoscenza, per avermi sollevato dal torpore, gliela devo eccome.

Nessun commento:

Posta un commento