lunedì 8 giugno 2015

22-11-'63




Vi presento uno degli unici due romanzi che in tutta la vita ho concluso piangendo.
In realtà in questo caso ho iniziato a piangere già qualche pagina prima della fine, mentre nell’unico precedente caso - "Castelli di rabbia" di Baricco - fu un pianto improvviso, esplosivo, sulle battute finali.
In "22-11-'63" il pianto è stato provocato in parte dal non voler concludere un simile romanzo - con King i distacchi mi risultano sempre difficoltosi – e in parte perché quando un cerchio si chiude con una simile perfezione, lascia senza fiato.
È il terzo King che leggo, e ribadisco che ADORO i suoi personaggi, che si confermano sempre così pieni e avvolgenti.  In particolare Jake (o George?) mi ha fatto innamorare. Letteralmente. Non come uomo, ma come persona. Una persona che non sa piangere, e per questo viene definito "freddo" e lasciato dalla moglie, ma che per la sua bontà d’animo accetta una sfida nel tempo che qualunque persona si illuda di essere “buona” non avrebbe mai accettato. Perchéla bontà non va proclamata ma dimostrata e nessuno riesce a farlo quanto i personaggi di King .
Io personalmente sarei andata di là solo a dare una sbirciatina, così, per curiosità, ad assaggiare un piatto genuino, a fumare una sigaretta in un bar, magari a fare un giro su un'auto d'epoca. Ma sarei tornata di corsa qui. Ai giorni nostri.
Questo è un libro adatto a chi ama fantasticare, l’idea che esista un posto – e io sono straconvinta che di luoghi così ne sia pieno l'universo, ma che siano praticamente introvabili – in cui si possa passare da una dimensione a un’altra, da un’epoca a un’altra, è qualcosa che affascina i sognatori. 
Un libro che a me personalmente ha toccato corde profonde, tanto che le notti in cui lo leggevo addirittura lo sognavo. Quando mi addormentavo, il mio inconscio proseguiva con le vicende del libro, e mi trovavo nel 1958 insieme al protagonista. O forse ero io la protagonista.
In effetti proprio ieri pensavo che forse un unico viaggio nel tempo per cambiare il passato, in un unico disperato caso l’avrei fatto. 
Ma poi cosa sarebbe successo? 
Perché il passato fa di tutto per non essere cambiato, perché...
Chi avrà voglia di concedersi questo bellissimo viaggio letterario, lo scoprirà alla fine del libro, di cui io non svelerò più niente.
Leggete e volate amici.
E siate felici :-)

1 commento:

  1. Che forti i viaggi letterari,uno si mette a leggere un libro,e la fantasia fa decollare,per spazi illimitati,sopra le nuvole,a cavallo delle correnti aeree...Però viaggiare da una dimensione all'altra sarebbe da urlo :) Pagel

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