Alla fine li ho letti tutti e quattro. I primi due li ho letti a fatica, soprattutto il secondo l'ho trovato una specie di telenovela, inutilmente prolisso. Poi però ho letto il terzo e ho iniziato a sognare Michela. La storia di queste due amiche, soprattutto nella fase adulta, mi ha fatto pensare a come avrei vissuto io se la mia amica geniale non mi avesse lasciato a 35 anni. Così la notte sognavo lei, e non facevamo niente di speciale se non essere amiche per la pelle. Più leggevo e più vedevo noi due, la nostra complicità in un'età che la vita non ci ha concesso di attraversare insieme.
L'ultimo dei quattro libri mi ha fatto piangere a più riprese. La perdita della bambina è stata inutilmente straziante, l'autrice avrebbe potuto risparmiarsela. Anche per questo non mi sento di consigliarlo - oltre al fatto che ha una lunghezza esagerata che solo i grandi della letteratura, secondo me, possono permettersi - ma neanche voglio demolirlo; ho letto centinaia di pagine sempre un po' con il senso di colpa, sentendo di rinunciare a letture più profonde e sincere - c'è come una menzogna nascosta tra le pagine di questo libro - e non vedevo l'ora di finirlo per passare ad altro.
Bene, l'ho finito. È stato un viaggio che non dimenticherò ma che non rifarei.
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