Ogni tanto ho bisogno di leggere un classico, di questo libro ne ho casa due copie, di due edizioni diverse, entrambe mi guardavano con impazienza. Le temevo, lo ammetto, a differenza dei russi i francesi mi fanno un po' paura. Infatti è stata un'agonia, le prime 400 pagine un supplizio. Le parti più approfondite riguardavano la politica di quegli anni, e io di giacobini, giansenisti, Napoleoni, Carlo III e vari Luigi qualcosicesimo non ne capivo nulla.
Julien era un frustrato, soffriva di qualcosa per me incomprensibile, il divario sociale che lo distingueva dalla nobiltà. Egli stesso si disprezzava per essere, come lui stesso si definiva, un plebeo, un quasi prete che viveva in casa di famiglie nobili alla stregua di un domestico. In entrambe le famiglie che l'hanno ospitato ha sedotto due donne, forse per amore, forse per tentare di fare il salto, chi lo sa. Ma il suo modo di ragionare ai miei occhi di quarantaseienne del XXI secolo risultava insopportabile e ridicolo. Mi ama, no non mi ama, a sì mi ama, non l'amo più, ah no l'amo ancora ma lei non mi ama più, devo dimostrarmi più forte così mi ama. L'amore visto come una lotta, una questione d'orgoglio e d'onore. Immancabilmente le due donne si innamorano perdutamente di lui, il bel musino vince su tutto anche nel 1830, come nelle migliori soap opera. Ammetto la mia ignoranza per quanto riguarda la parte storica, sarà per questo che ho apprezzato solo le ultime 140 pagine, soprattutto il finaleAnche questa è andata, finalmente mi concederò letture più semplici
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