mercoledì 6 aprile 2016

Vite di madri




Questo è uno di quei casi in cui mi dico che quando penso che ormai sia stato scritto tutto, e che qualunque altro esperimento sarà una ripetizione o una banale imitazione, mi sbaglio.
Oggi, ho incontrato una purissima novità.
Tra tutto ciò che ho letto finora non ho mai trovato nulla di simile a "Vite di Madri" di Emma Fenu.
Il libro parte con un prologo, scritto da un uomo. Già dal titolo, dalla dedica e dall'incantevole copertina si intuisce che è un libro strettamente femminile. Un libro che è impregnato di donna. Eppure la prefazione è scritta da un uomo, col nobile intento di prepararci a intraprendere il difficile viaggio dentro noi stesse.
I racconti sono dodici, e sono uniti da un filo che ha il colore del sangue. Dodici storie che sono raccontate in maniera del tutto eccezionale. Storie dolorose che più che narrate vengono sfiorate, come una carezza. Leggendole, si percepisce il conforto implicito di chi le ha raccolte e "tradotte" in poesia. Il contrasto tra la durezza degli episodi e la leggerezza della narrazione, toglie il fiato. Come se dei macigni fossero sorretti dalle nuvole. I racconti non sono semplici storie di vita vissuta, ma occhi che guardano; occhi di perfette sconosciute e i nostri stessi occhi ci scrutano.
La mano che accarezza, la nuvola che sostiene, è quella di Emma. Una specie di fata consolatrice. Lei non giudica, non giustifica, si limita a narrare - con il prezioso ausilio dei giganti della letteratura - il dolore, i traumi vissuti da alcune donne ma che appartengono a ognuna di noi.
Questo libro è un viaggio nel lato più oscuro dell'universo femminile. Ho pianto quasi a ogni racconto. Perché sono figlia, perché sono sorella, perché sono madre. E quando dico madre non intendo "mamma". Intendo proprio madre come mi ha insegnato Emma in questo libro. Madri si nasce, non si diventa. E a ben pensarci io sono madre da sempre. "Mamma", lo sono da appena otto anni.
Sono stata madre di mio fratello più piccolo quando da ragazzina lo difendevo dai prepotenti e stavo attenta che non prendesse brutte strade. Sono madre di mia madre, quando con tutto l'amore che ho la imploro di volersi bene. Sono madre dei mie romanzi, che ho cullato per anni dentro di me e li ho partoriti come figli. Sono madre di mio padre, quando lo sostengo nel ruolo di vecchio saggio, madre di mio marito del quale sono anche figlia, madre delle mie figlie, arrivate dopo una dura ricerca, un'infertilità per mia fortuna risolta.
Ma se non le avessi avute, sarei stata madre lo stesso. Questo mi insegna oggi Emma Fenu, svelandomi qualcosa che dentro di me sapevo già, ma non a livello cosciente.
Mia zia Maria non ha avuto figli ma è la migliore madre che esista. Questo l'ho sempre saputo!
Si è madri dalla nascita... non lo dimenticherò mai.
E non dimenticherò che madre non è sinonimo di felicità. Come non lo è essere "mamma".
Durante la lettura mi chiedevo perché mi ostinassi a leggere nonostante il dolore che mi accompagnava e si acuiva in alcuni punti della lettura. Ho pianto ad ogni racconto, eppure, non riuscivo a fermarmi.
La risposta è arrivata alla fine, nell'appendice, in cui sempre senza giudizi viene analizzata la maternità dei personaggi famosi. Quella che si trova ogni giorno spiattellata sulle pagine delle riviste alla moda. La felicità ostentata da queste neo-mamme, la donna bionica orgogliosa di sé, aiutata dai soldi e dal successo, con i figli perfetti, i mariti amorevoli, un lavoro che consente loro una scelta.
Quella non è vita ma... pura finzione.
Vite di madri invece trasuda VITA.
Le storie non si leggono, sono loro che leggono noi.
Il libro è magico, surreale nella sua concretezza, poetico nella narrazione, e leggero nonostante l'indiscutibile spessore.
Consiglio moltissimo la lettura di questo libro, anche se non è un libro semplice. Ma vi costringerà a riflettere e alla fine di tutto, ci si sentirà meglio.
Con quel sollievo che si prova soltanto dopo un lungo pianto, magari tra le braccia di una madre.

5 commenti:

  1. bellissima! Condivido anche le virgole!

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  2. Trovo bello che la prefazione porti il contributo di un uomo,adoro pensare al futuro dell'Umanità tutta come non più divisa in due se non formalmente.Reputo meravigliosa la differenziazione profondamente veritiera tra i due concetti "madre" e "mamma", perchè penso anch'io che l'indole materna non sia legata per forza alla presenza di prole propria :) Ritengo che la recensione di questo libro molto speciale sia intellettualmente fertilissima,oltreché eloquentemente superefficace :) Pagel

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  3. Bellissima recensione, commovente quanto il libro. Vite di madri mi ha fatto riflettere ma anche la tua recensione. Complimenti a Stefania e complimenti a Emma.

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  4. Essere madre, quel "luogo" magico dove la gioia e il dolore si combinano insieme e si fondono generando amore incondizionato e sempiterno.

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  5. Essere madre, quel "luogo" magico dove la gioia e il dolore si combinano insieme e si fondono generando amore incondizionato e sempiterno.

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