mercoledì 20 aprile 2016

Amleto


Il mio primo Shakespeare.
Sarà che l'ho visto rappresentato non so quante volte o che si tratta di una sceneggiatura e non di un romanzo, ma appena iniziavo a leggere mi ritrovavo catapultata in teatro. Un teatro vuoto con un palcoscenico brulicante tutto per me. Che fascino, che magia! Il re di Danimarca, lo spettro, la regina, Amleto!
Ho trovato in questo scritto un'ironia che purtroppo viene trascurata a teatro. Un senso dell'umorismo che non mi aspettavo da un uomo del 1600. E anche uno struggimento sfuggente; Amleto soffre per la morte del padre, si finge pazzo ma il quadro rimane protetto dalla finzione di cui è impregnato. "Questo è il teatro, bambina!" sghignazza William dall'alto dei cieli, qui tutto fa meno paura... il tradimento, la follia, la morte (SPOILER!! muoiono tutti), perfino il becchino riesce a cantare scavando la fossa di una giovane donna. E nessuno sviene di fronte a uno spettro.
Un gioco, un circo, una magia che allontana dalla realtà nuda e cruda: questa è l'opera di Shakespeare. Una lettura attraente come un sogno, che come esso incanta e implora di non essere dimenticato.
E chi lo dimentica??


1 commento:

  1. Una delle realtà che ho amato di più,nello studio della letteratura inglese,all'università,è stato proprio il grande Shakespeare :) L'Amleto mi suscitava degli interrogativi,in effetti tutti i grandi romanzi di William sollecitano una accurata riflessione,io,nel mio piccolo,da sperduto sognatore inconcludente,ho amato tantissimo i suoi sonetti. :) Hai centrato la questione: spoiler- muoriamo tutti :D Ma è proprio qui che scatta la molla matta:è tutto un grande teatro,dunque possiamo recitare anche dei meravigliosi personaggi,inventarci delle pièces mozzafiato :) Pagel

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