lunedì 18 aprile 2016

Memorie dal sottosuolo



Memorie, ricordi di un'anima inquieta. Infelice, frustrata, confusa. Sembra lo sfogo di un quarant'enne. Come non capirlo.
Un Dostoevskij del tutto sconosciuto mi si è palesato davanti. Il romanzo è scritto in prima persona e almeno per una buona metà non ha trama. Un rigurgito di idee apparentemente sconnesse che trasmettono un vero senso di malessere. Lui, (chi?), non è stupido come tutti gli altri. E' un essere mentalmente superiore, cosa che lo rende consapevole della piccolezza della condizione umana. E allora forse è meglio non sapere. Perché se uno sa, compie le azioni peggiori. Io mi distinguo da voi, dunque mi autoflagello. La notte mi concedo le peggiori perversioni e il giorno vi sopporto in ufficio.
Non so, le continue contraddizioni a cui mi ha sottoposto mi hanno quasi fatto abbandonare la lettura. Ma poi, parlando con un amico l'ho citato. Ho citato Dostoevskij sostenendo che anche se la ragione ci imporrebbe di compiere ogni azione a nostro vantaggio, spesso è proprio lo svantaggio, l'agire per capriccio, a farci sentire vivi. Poter sbagliare, non seguire la strada più logica, prestabilita... la deviazione, questa sì che ci rende unici.
Quindi ho ripreso in mano il libro, che fortunatamente mi ha regalato una piccola storia. Quella di un ragazzo di venticinque anni che per capriccio si impone di uscire con dei vecchi amici, gente che non ha mai sopportato e dai quali è sempre stato ignorato. Ci esce forse per riscattarsi, per dimostrare loro la sua superiorità mentale e invece viene umiliato. Spende i pochi soldi di cui dispone per sentire tutto il peso - dal quale a tratti pare trarre piacere - del suo fallimento. Poi si ritrova con una prostituta che cerca di redimere col sapiente uso delle parole. E questa pare abboccare. Crede alle sue parole, ma quando si presenta da lui, viene insultata e umiliata. Per poi sparire nel nulla.
Davvero questo sembra un romanzo senza capo né coda, ma uno sfogo di Dostoevskij quarantenne non si discute. Quindi non vi dirò se mi è piaciuto o meno.

1 commento:

  1. Giusto,meglio non esporsi,in certi casi.La teoria delle deviazione creativa e unicizzante ha una sua plausibilità,in un mondo dove tutto,alla fine,è inquietantemente relativo.
    Anche "Dosto",ogni tanto,si concedeva qualche sbandata :D
    E comunque,w la primavera,w la pioggia (sperando che arrivi) che abbevera boschi,prati,brughiere e raccolti,e w Stefania Traoani,che diamine! :) Pagel

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