mercoledì 11 novembre 2015

Cime tempestose








Cime tempestose. Un luogo il cui nome dice tutto. Anime e cielo uniti dalla stessa inquietudine. Un racconto nel racconto in cui i personaggi sono, incredibile a dirsi, tutti negativi. Forse si salva la governante, voce narrante di quasi tutto il romanzo. Oltre a questa peculiarità ne ho trovata un'altra: a mio avviso, non esiste alcun messaggio di fondo. A meno che la Brontë non volesse suggerire che la gente di campagna è meglio evitarla. Si respira un'infelicità durante tutta la narrazione che mi ha lasciata interdetta. 
Non posso dire che questo romanzo non mi sia piaciuto, ma l'autrice secondo me ha utilizzato troppo nero in questo dipinto. Devo ammettere che è forse questo il motivo per cui questo libro va letto. E alla fine anche il più disperato di noi non troverà la propria vita così cattiva. Confronto a Cime Tempestose, perfino Vimodrone è il paradiso.

1 commento:

  1. Ricordo di averlo letto la prima volta in tempi remoti,lo rilessi con calma 16 anni dopo,sempre in lingua originale.Appartiene al filone inglese delle storie tragiche o semi-tragiche,quasi mai col lieto fine. Forse l'intento della scrittrice era di aprire una finestra su alcune realtà scure della vita,che,fortunatamente,molti di noi riescono a scansare.Ma che pure possono verificarsi. Io ci lessi soprattutto la storia di un amore infelice.Con un rimando alla vita oltre la morte,che,ai tempi, mi lasciò affascinato. Come dici tu,però,godiamoci le cose buone e belle che abbiamo, e mostriamo riconoscenza alla vita per avercele date :)
    Pagel

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