lunedì 14 ottobre 2019

DAY 7. Ultimo giorno a Los Angeles: La Citadela e Long Beach



L'ultimo giorno a Los Angeles avremmo anche potuto risparmiarcelo. Avevamo visto tutto ciò che ci interessava e io scalpitavo per iniziare la nuova parte del viaggio. Ci aspettava Joshua Tree, il viaggio verso Williams attraversando il deserto e i paesini sulla Route 66 come Amboy, Oatman e Seligman. Ci aspettava il Grand Canyon, Las Vegas e San Francisco e avevo il terrore che per qualche motivo ci richiamassero in Italia prima di concludere questa bella vacanza.
L'itinerario di quel giorno è stato abbastanza superfluo e improvvisato. Dato che avevamo del tempo da perdere, siamo andati all'outlet "la Citadela" a una mezzora da casa. Lì abbiamo acquistato un paio di Nike per Giorgia a 35 dollari, due paia di Converse per Giulia e Giorgio a 30 dollari, due polo Calvin Klein a 19 dollari, e dell'abbigliamento leggero per il deserto di cui ero sprovvista. Avevo pensato a tutto, tranne al caldo infernale che mi avrebbe atteso una volta lasciata L.A.




Nessuno in casa ama i centri commerciali, eccetto Giorgia, per cui l'outlet è stato un piccolo supplizio ma con quei prezzi e il tempo a disposizione sarebbe stato un peccato non farci un salto. Poi siamo andati in un Mc Donald dove abbiamo scoperto che finalmente avevano cambiato la collezione degli Happy Meal: i Transformer avevano preso il posto di quegli adorabili animaletti di peluche che ci costringevano a mangiare lì, quasi quotidianamente. Quella è stata una delle ultime volte che siamo stati da Mc Donald, le bambine improvvisamente hanno iniziato a non sopportare più hamburger e patatine, che strano!




Dopo pranzo abbiamo deciso di visitare un posto fuori città in cui non ero mai stata: Long Beach. Un altro viaggio nel delirio della Freeway ci ha portato in questo posto che sembra proprio una località balneare, diversa da Venice e Santa Monica. Più raccolta, malgrado la spiaggia sconfinata e le piattaforme del porto davanti. L'acqua non era certo balneabile però in spiaggia si stava bene. C'erano poche persone, io e Giorgio abbiamo creato una tendina per la testa con dei bastoncini e il foulard di zia Maria e ci siamo goduti il tepore della sabbia sulla schiena mentre le bambine correvano a perdifiato e si rotolavano sulla spiaggia.



Nel tardo pomeriggio abbiamo fatto un pellegrinaggio nell'ultimo luogo dei miei ricordi: la casa di Frank, la persona gentile che mi aveva ospitato diciassette anni prima. Così ci siamo diretti nella zona residenziale di West Hollywood che però, nella parte che interessava a me, ho trovato un po' degradata. Abbiamo parcheggiato al 1936 di L.C. Road e sono scesa a sbirciare dentro, dove... non c'era Frank. La casa era molto più piccola di come la ricordassi e anche meno bella. C'erano dentro dei ragazzi più giovani di lui, che nel 2002 aveva 44 anni. Ho pensato che Frank - che in "Che ne sai dell'amore" ho chiamato Paul - avesse traslocato. In fondo gli americani non si fermano più di tanto nello stesso posto. Forse si era trasferito a New Orleans dove ai tempi viveva la fidanzata.




Comunque, senza grandi struggimenti e felice della mia vita attuale, molto più interessante e vivace di quella di allora, me ne sono tornata con la mia bella famiglia nella casettina azzurra; siamo andati nella vicina lavanderia a gettoni, abbiamo pranzato con della frutta e qualche sandwich presi da Seven e poi siamo andati a dormire :-)

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