martedì 20 dicembre 2016

"Cimitero di elefanti" di Antonio Traficante

E dopo la video recensione, adesso che ce l'ho finalmente tra le mani, ecco la recensione scritta. Scusate se insisto ma questo è un libro in cui credo molto.



 
 
Avevo già letto un bel libro dello stesso autore, intitolato "Fuga dal destino". Sapevo che c'era nell'aria un nuovo romanzo, storico questa volta. L'ho letto in un giorno e una notte nonostante la mole. Che dire, mi ha sconvolto, tanto da farmelo paragonare a Furore. In quel caso, come suppongo sappiate TUTTI (ritengo Furore imprescindibile) viene affrontato l’esodo dei disperati che dal centro degli Stati Uniti si spostarono sulle coste a causa delle carestie e la conseguente perdita delle terre; in questo caso l'esodo è quello dei disperati moderni. Basta guardare un telegiornale per vederlo. Barconi stracolmi di persone che affrontano il Mediterraneo, molte volte senza superarlo, rendendo quel mare sempre più un cimitero. Qualcuno non solo pensa ma ha anche il coraggio di dire che questi profughi abbandonano le loro terre e affrontano il mare, senza saper nuotare, per un posto comodo in hotel e un iPhone; per questo è importante che questo romanzo venga letto, per avere una visione approfondita e schietta del fenomeno. Nel libro non viene espresso alcun giudizio ma vengono analizzati i fatti attraverso due protagoniste, Mary e Sofia, che ci offrono un mirabile doppio punto di vista del dramma. Due ragazze che sono sorelle e vivono agli antipodi della tragedia: Somalia e Italia; la prima si troverà ad affrontare uno di quei terribili viaggi non da profuga ma da fuggitiva, seguita dai servizi segreti a causa di uno scandalo internazionale che riguarda armi e rifiuti tossici, in cui è coinvolto il padre. L’altra è una poliziotta che arranca all’accoglienza di Lampedusa, frustrata, preoccupata e con una difficile situazione sentimentale che nelle brevi digressioni erotiche alleggerisce il romanzo, che è davvero impegnativo.
Il fenomeno è analizzato nei minimi dettagli da entrambi i punti di vista e sembra davvero di essere lì, di percepire il sapore di bruciato, il mare alla gola, la ferocia del deserto, il caos che regna in quei luoghi, così lontani tra loro eppure non molto diversi.
Un libro che fa riflettere.
Secondo me è imperdibile.

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