Chi ha scritto i giudizi ha letto solo le prime 25.000 battute, se avessero letto il finale (che in tutti i miei libri è il pezzo forte, in questo credo di essermi superata) sarei passata senz'altro alla fase finale. Ma meglio così, non avrò fretta di sistemare il corpo del libro in un mese, mi darò almeno un altro anno in cui lo arricchirò, lo rimpolperò - tendo sempre di più a essere cruda e scarna - lo renderò un romanzo storico con la M (di Maria) maiuscola :-)
Ed ecco i giudizi:
· 1. SINOSSI:
semplicemente, quella presentata non è una sinossi. Non mi è quindi possibile
valutare la trama, l'intreccio o altro. Mi sorge il sospetto, però, che ci si
trovi davanti a una black box (l'impossibilità di far morire l'io narrante, in
quanto appunto non potrebbe narrare). INCIPIT: scritto molto bene, scorrevole e
piacevole alla lettura. Qualche sbavatura (come "il ché" e piccole
incertezze di punteggiatura, tra cui forse un eccessivo utilizzo del punto e
virgola), ma davvero inezie. L'ho trovato interessante, di sicuro mi piacerebbe
continuare la lettura. Peccato per la mancanza della sinossi, che non mi
permette di valutare al meglio, come vorrei. Do comunque un 6 di sufficienza
alla trama, perché quello che ho letto mi ha convinta di potermi trovare di
fronte a un romanzo interessante. Brava.
· 2. L'idea
di una donna di 82 anni che decide di suicidarsi è interessante dal punto di
vista narrativo. Forse andava sviluppata con maggiore respiro: raccontare
meglio l'oggi, con più tempo e sfumature, invece di tuffarsi immediatamente nel
ricordo del passato. Il racconto dell'infanzia e della prima adolescenza mi è
parso poco originale e un po' affrettato. Il tono della narrazione è
incalzante, i personaggi sono delineati a sufficienza ma si poteva fare meglio.
Il testo, nella vicenda e nel tono, mi ha ricordato l'opera di Giovanni Verga,
autore che però non amo.
· 3. Incipit
promettente. Il personaggio fa innamorare il lettore dal principio,
abbracciando affetto immediato per la sua età avanzata. La sua fuga
nell'infanzia fa vivere il lettore in prima persona la breve durata di una
vita, ormai agli sgoccioli. Riguardo l'ambientazione avrei voluto sapere
qualcosa di più su Palermo ai tempi della guerra. La scrittura incalzante
cattura fin dall'inizio. Il ritmo è ben definito, ma ci si perde un attimo
nella comparsa di numerosi nuovi personaggi.
· 4. la
sinossi è breve ma come si suol dire intensa, conferisce quel giusto schock da
iniettare la voglia di sapere perchè... La narrazione è scorrevole anche se non
entusiasma. Di fatto siamo di fornte alla classica storia raccontata in prima
persona. La forma grammaticale è corretta e piacevole. Nel complesso è un'opera
discreta.
· 5. La
trama di Maria è coinvolgente e la protagonista è interessante. Non immagino
come possa trasformarsi dalla ragazza piena di vita e tranquilla alla vecchia
signora maniaca del controllo e dell'organizzazione, ma sono curiosa di
scoprirne la metamorfosi. La descrizione del mondo rurale siciliano coglie lo
spirito dell'epoca e così anche i pensieri. In particolare i commenti della
protagonista fatti col "senno del poi" sono originali e precisi.
Forse i dialoghi sono un po' marcati in senso macchiettistico, ma sarebbe
sufficiente qualche piccolo aggiustamento. Nel complesso la lettura è
scorrevole e sarebbe bello se mantenesse queste caratteristiche anche nel
seguito della narrazione.
· 6. Un'opera
cruda, che non adopera mezzi termini per raccontare una storia dalle radici
profonde, come quelle della terra in cui si svolge. Il lessico utilizzato è
volutamente freddo ed efficace, ed espone al lettore la psiche di una donna
ormai anziana che ha vissuto numerose fratture e, nonostante ciò, ha portato
con sé ogni battaglia persa come un fardello, spinta da un senso di rivalsa e,
forse, una speranza ancora non del tutto svanita. Non è semplice affrontare
certe tematiche, soprattutto se esse prendono vita nella mente di una signora
anziana. Il suicidio non è una tematica comune, ad una certa età. Tralasciando
qualche errore di battitura, il ritmo incalzante e tagliente dell'opera (almeno
fino a questo punto) cattura il lettore all'interno di un mondo che appare
curioso ma spietato. Le occasioni perse, l'adolescenza repressa troppo
precocemente a favore di un bisogno di crescere in fretta per prendersi onere
di responsabilità troppo grandi per una singola persona, sembrano essere il
fulcro attorno a cui ruotano tutte le vicende. Le conseguenze di tali
vicissitudini non possono che portare ad un tragico epilogo. I periodi corti ed
efficaci contribuiscono a creare una danza di sentimenti contrastanti e
repentini all'interno del lettore, lasciandolo di ghiaccio nei momenti salienti
della narrazione. Se ne avessi la possibilità, leggerei sicuramente fino in
fondo un tale sforzo letterario.
· 7. Lo
scritto si lascia leggere in modo scorrevole; la punteggiatura non è sempre
corretta e alcuni errori (distrazioni o convinzioni?) emergono qua e là, come a
pagina 3 vedo anziché vado in palestra, a pagina 6 era anziché le ragazze
erano, lupara sguainata anziché spianata, a pagina 15 ché è accentato ma non
significa perché. Ma il carattere predominante, al procedere della lettura, è
il senso di mestizia che avvolge ogni pagina. L’ironia è assente, non esiste
una minima concessione all’ilarità. È solo tragedia. C’è da domandarsi come
abbia fatto la protagonista, Maria, a raggiungere la veneranda età di 82 anni
in una vita costellata di errori! Questo dolore colpisce, perché si accumula,
non è espiato, non si sublima. Pur nella buona accuratezza grammaticale e
attenzione alla psicologia dei personaggi (che risultano molto credibili,
facilmente inquadrabili e riconoscibili), il racconto che Maria traccia della
propria vita in prima persona schiaccia il lettore, lo atterra, gli toglie il
respiro e non gli lascia speranza.
· 8. Mi
è piaciuto moltissimo leggere le prime pagine di "Maria". Ecco
finalmente un autore che scrive con passione, cura e attenzione ai
dettagli.Grammatica, punteggiatura e sintassi ineccepibili.Ho trovato il testo
molto ben curato, presentato con gusto squisito.Una scrittura elegante e
delicata, accurata sul profilo storico e minuziosa nel descrivere i particolari
che danno lustro alla storia. Il linguaggio è semplice, tuttavia scorre
piacevolmente, è come leggere le pagine di un diario scritto con l'intento di
tramandarlo in futuro a occhi attenti e a un cuore sensibile.Il mio giudizio è
positivo.Questo libro merita di essere seriamente preso in considerazione.
· 9. Datemi
questo romanzo! Lo devo leggere! Di tutti gli incipit che ho letto, rimane il
migliore: ben scritto, scorrevole, con un ottimo ritmo narrativo, una
profondità pressoché perfetta, personaggi vividi e ben congegnati che si
muovono in un’ambientazione ricostruita a dovere, teatro ottimale di una
vicenda che promette una lettura avvincente. Ho amato queste pagine, non mi
capita spesso. L’autrice è riuscita a catturare la mia attenzione sin dalle
prime righe. Possiede la capacità di mostrare ciò che scrive, rendendo tutto
reale e assolutamente credibile. Una costruzione ben fatta, si sviluppa senza
cali di tensione narrativa, accresce il desiderio di proseguire nella lettura una
pagina dopo l’altra. Ho notato alcuni refusi ed errori di pochissimo conto, che
sono certa sarebbero rilevati e corretti in una rilettura. Lo stile è pulito,
senza fronzoli, molto efficace. Ti fa entrare nella storia, ti avvolge e non ti
lascia più. La trama (molto scarna) non mi aveva impressionata in modo
particolare, per cui, non sapendo come evolverà la storia (a eccezione
dell’epilogo, dichiarato da subito) è l’unico aspetto che purtroppo non sono in
grado di giudicare con un punteggio pieno. Peccato!Per il resto, non ho molto
da aggiungere, promuovo questo lavoro a pieni voti!
10. L’incipit ha una
partenza lenta, non invogliante. La pecca principale è la totale assenza di
ritmo narrativo. L’autrice usa la struttura dell’autobiografia o della
memorialistica, ma lo fa con stile piatto, elencando eventi senza mostrare lo
svolgersi delle scene e saltando da un evento all’altro senza un ordine logico
o di collegamento narrativo. La prima parte del testo è prevalentemente
composta da lunghe descrizioni, forse tipiche del genere a cui si è ispirata,
ma non proprie del romanzo. Risulta quindi molto difficile identificare una
vera e propria trama o un suo abbozzo. Si percepisce un miglioramento solo
verso la metà circa, dal capitolo quattro e questo mi fa ben sperare per il
proseguo. Da quel punto si inizia a vedere il delinearsi della trama. Lo stesso
discorso vale per i personaggi. All’inizio la protagonista si racconta, ma non
mostra molto di sé e delle sue azioni, si sa cosa pensa perché lo”dice”
descrivendolo, ma non emerge nulla di specifico e di distinguibile sul
personaggio e di conseguenza non se ne percepisce la forza, così come per gli
altri. Anche qui c’è un cambiamento dal capitolo quattro, molto risicato, ma
che può far sperare per il resto del romanzo, dato che la sua psicologia e il
suo carattere iniziano a diventare evidenti. Giudicare l’originalità e più
complicato visto questa alternanza e anche in questo caso il giudizio e
spaccato a metà. La grammatica e l’ortografia sono molto buone. Nel complesso,
dato l’evolversi in positivo dei vari elementi dell’incipit, voglio dare
fiducia a questa storia
...io l'ho letto per intero, questo stupendo libro, e l'ho amato profondamente, proprio in virtù della sua luminosamente schietta fedeltà al reale (ed iperrealisticamente descritto) vissuto della protagonista,la tua amatissima zia Maria :))) Pagel
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