lunedì 8 giugno 2020

Cristo si è fermato a Eboli


Qualche giorno fa ho notato questo testo nella mia libreria. Non sapevo neanche di averlo. Credo sia di quelli arrivati da un'amica di Giorgio che, non potendo tenere la montagna di libri lasciatile in eredità da sua madre defunta, li ha donati a noi, facendoci un regalo pazzesco. Levi mi ha chiamato e io ho obbedito: ho iniziato a leggerlo senza sapere cosa aspettarmi. E dire che la scuola elementare frequentata quarant'anni fa era intitolata proprio a Carlo Levi, e io non sapevo niente di lui. Possibile che alle medie e alle superiori non ci abbiano suggerito di leggere un simile capolavoro? O non ci abbiano almeno raccontato la grandezza di quest'uomo, pittore, politico e scrittore eccelso. Io avrei letto almeno una parte del libro ai miei alunni delle elementari, se avessi insegnato alla Levi. Parla tanto di bambini questo romanzo. Di giovani e adulti che abitano un luogo dimenticato da Dio, infatti Cristo si è fermato a Eboli. Non ha proseguito più a sud, in quelle terre affascinanti e tetre, in cui i contadini non si sentono trattati da "cristiani" ma da bestie, vivono in condizioni disumane, dividono la loro casa con gli animali, lavorano campi sterili a quattro ore di cammino da casa, sono affamati e malarici, i loro figli hanno le pance gonfie e le gambette sottili. Lo stato li tassa, li dimentica, i loro medici sono medicaciucci e i bambini che muoiono senza essere stati battezzati diventano dispettosi monachicchi. Magia e realtà si mescolano in questo ricordo preciso di Levi, di quando fu confinato in Basilicata e si innamorò di quei posti e di quella gente. Una terra così lontana dalla sua Torino bene, in cui medici e farmacisti non sanno neanche cosa sia uno stetoscopio. Il libro è di una bellezza incredibile, sembra un dipinto. Da leggere assolutamente, anche se credo che la maggior parte di voi l'abbia già fatto, non sarete tutti lenti come me che scopro una simile perla della narrativa italiana a 45 anni suonati. Chi lo ha letto lo rilegga! Dio, che capolavoro.

1 commento:

  1. ..concordo, io lo lessi molti anni fa e rimasi altrettanto felicemente sorpreso.. :) Pagel

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