lunedì 20 aprile 2020

Ciao Pino!


Il 9 aprile ci ha lasciati mio cugino Pino. Un ragazzo di 70 anni buono, generoso, allegro. Un Trapani cocciuto che è diventato nonno senza diventare vecchio. Pino era un uomo forte, in gamba, non sapeva stare con le mani in mano. Dopo una vita di lavoro si era messo a produrre miele, a installare zanzariere, e questo è quel poco che so. Ho assaggiato il suo delizioso miele al matrimonio di sua figlia, dieci mesi fa, e le sue zanzariere sono qui a casa mia, indistruttibili, da anni, ma chissà quante altre cose sapeva fare. Pino era un uomo sano e vivace. Aveva una gran voglia di vivere e lo avrebbe fatto a lungo, avrebbe girato l'altra metà del mondo e trascorso dolci estati sulle sue amate colline romagnole, nella casa che fu di suo padre, mio zio Ignazio, e sua madre, la mia adorata zia Sasà. Penso a quella casa, al panorama delle colline e piango. Da piccola ci rifugiavamo spesso a Cesena con la mia famiglia, ricordo le grandi tavolate piene di siciliani con accento romagnolo a mangiare una bestia che zio Ignazio aveva sacrificato per l'occasione, e a bere il vino dei suoi vigneti, mentre noi bambini giocavamo tra le viti, la stalla, le altalene appese agli alberi, i frutteti. Ho rivissuto quei ricordi l'estate scorsa, quando ho trascorso una serata su quei colli e il cibo era buono e io non ero più figlia ma madre, e lui era più che padre, era nonno. E c'erano i suoi nipoti che giocavano con le mie figlie, e sua moglie mi mostrava le foto di un tempo. Piangevamo zia Maria e oggi piangiamo lui, Pino, un ragazzo di 70 anni ucciso da un virus. L'intera famiglia si è unita per sostenerlo, siamo tanti e ognuno pregava e sperava come poteva in questi giorni di agonia. Non è bastato. Con grande dispiacere abbraccio da lontano sua moglie, i suoi due figli, i suoi nipotini che hanno l'età delle mie figlie, i suoi fratelli e sorelle, e i loro figli. Non doveva andare così  Spero che dall'altra parte abbia trovato l'altrettanto nutrito gruppo della famiglia che ci ha preceduto: i suoi genitori, sua sorella Rosa, nostro cugino Giacomo, i figli delle sue sorelle, Giancarlo e Andrea, il nostro angelo: zia Maria, gli zii, i nostri nonni Rosa e Francesco.
Nonno Francesco non l'ho mai conosciuto, è morto molto prima che io nascessi, ma mi è sempre sembrato di vederlo nell'azzurro intenso dei suoi occhi.
Spero che lassù stiano festeggiando il suo arrivo. Pino ha smesso di soffrire e adesso è con loro, nella luce dei giusti, delle persone per bene che quando lasciano questo mondo lasciano un vuoto immenso.



1 commento:

  1. ...hai scritto una pagina stupenda, dedicata a tuo cugino Pino; sono sicurissimo che la apprezzerà moltissimo, nel Mondo di Luce dove ora si trova. :))) Ale

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