mercoledì 20 maggio 2015

"Le notti bianche" di Fëdor Dostoevskij






Sempre ricollegandomi al tema della follia, qualche giorno fa lessi un commento a questo libro, su un post di lettori che frequento assiduamente.
Insomma quest'uomo diceva di essersi dato alla psichiatria proprio a "causa" (o per merito?) di questo libro.
Avendolo in casa, mi sono precipitata in taverna a recuperarlo. Letto in due notti, la seconda delle quali trascorsa in bianco.
#LeNottiBianche è un libro che smuove qualcosa. Non saprei esattamente dire cosa, ma qualcosa mentre lo si legge si muove nel profondo di sé, e almeno una notte bianca è garantita. Spero solo di non bissare...
Se non vivessi in una zona tanto isolata, avrei trascorso la notte all'aria aperta, su una panchina. Mi sono dovuta accontentare di trascorrerla girandomi e rigirandomi tra le lenzuola, agitata. Senza sapere il motivo. Perché #Dostoevskij mica ti dice il perché dei turbamenti che suscita, in fondo quella storia è la sua.  Ma...
Chissà se non ci siamo passati tutti in una storia così... di promesse che nascono e si frantumano in una notte, di sogni disattesi, di vita che scivola e ogni tanto ci si chiede: "Io nel frattempo dov'ero?"
Di nuovo nel suo personaggio ho trovato il mio amico Alekseij, sebbene con "I fratelli Karamazov", questo libro non abbia niente a che vedere.
Romanzo breve, una piccola perla, che ovviamente consiglio a tutti i miei amici.

1 commento:

  1. Come ti capisco:anche a me,ogni tanto,capita di chiedermi "ma io dov'ero?" Per non parlare delle volte in cui le emozioni ed i pensieri-e le emozioni suscitate dai pensieri- inclinano all'insonnia resistente. Vivere la giornata forse basta e avanza,come diceva Qualcuno,"a ciascun giorno basta il proprio affanno". E intanto,però,non rinunciamo a giocarci le nostre carte,per poche che siano,speranzosi e un pizzichino incoscienti. :) Pagel

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