mercoledì 18 marzo 2015

I fratelli Karamazov



Ho appena finito di leggere "I fratelli Karamazov", un libro che mi ha nutrito per un mese e mezzo, che ho letto con voluta lentezza e goduto letteralmente pagina dopo pagina.
Qualcuno mi disse che dopo questa lettura avrei guardato il mondo con altri occhi, e aveva ragione.
Ciò che mi ha lasciato è una voglia di amare, a prescindere da tutto!
Sono sempre stata una persona piuttosto buona, ma lo ero così, istintivamente. Adesso ho una motivazione fortissima, che non saprei spiegare, e che mi spinge a comportarmi bene, ad amare il prossimo - perché ho pietà di esso, oltre che di me stessa - a porgere l'altra guancia!
Perché è così che si fa.
Perché me l'ha insegnato Aleksej Fëdorovic Karamazov.
Perché io un Aleksej lo conosco - chi non ne conosce almeno uno nella vita?? - e si chiama (guarda caso!) Alessandro :-)
È stato un viaggio indimenticabile, mi capitava durante la lettura di appisolarmi e avere la visione di una pioggia di luce dorata venire giù dal cielo.
Ecco l'effetto che mi ha fatto...
Luce d'orata.
Qualcosa di unico, mai sperimentato prima. E che questa mattina mi ha portato a pensare che grazie a questo libro avrò meno paura della vita, meno paura della morte. Perché qualunque cosa mi accadrà, Aleksej, Ivàn e Dmitrij saranno sempre con me.
Non sarò più sola!
"I fratelli Karamazov", la mia Bibbia.
Peccato solo che Dostoevskij sia morto prima di portare a compimento quest'opera, di cui questo libro non è che una prima parte.
Nella divertente prefazione, manifestò il suo desiderio di dimostrare, attraverso questo romanzo, il motivo per cui Aleksej - una persona qualunque - fosse il suo eroe. Scrisse che non sapeva se ci sarebbe riuscito, ma che ci avrebbe provato.
Ecco, nonostante in questo capolavoro dia più risalto ad altri personaggi - agli effetti, è la biografia del padre - il suo tentativo è riuscito alla perfezione.
Non si nasce GENI mica per niente.

2 commenti:

  1. Bellissima recensione,si sente che la scrivi con l'Anima.Hai centrato la questione:gli altri e noi siamo una sola famiglia,numerosissima,e desiderare vivere facendo dono di se stessi nella vita quotidiana equivale a trascendere il mero esistere terreno,per coniugare giornalmente l'"Homus Divinus" :) Leggerò questo libro,dopo come ne hai parlato,è per me un imperativo categorico :) Pagel

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  2. ..ehm,nell'entusiasmo ho scritto Homus,invece di Homo :) Amnesia di Latino :D Pagel

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