lunedì 9 marzo 2015

6 marzo 2015

Zia Rosaria non apriva gli occhi da molti anni.
Sonnecchiava e si lasciava cullare dai figli, in quel limbo pieno d'amore in cui era finita, nel quale tutto sommato non stava male.
Un giorno percepì - lei che non capiva più nulla - che sua sorella dirimpettaia era stata male. Udì il suono dell'ambulanza, il pianto dei figli.
Ebbe un sussulto.
Elena, la più piccolina delle sue sorelle, era in fin di vita... E lei non avrebbe sopportato l'ennesimo atroce dolore.
Non a novant'anni.
In coma, in due letti diversi e in apparenza lontani, Elena e Rosaria smisero di vivere piano piano.
Finché oggi
Ho visto mia nonna Rosa, con il viso sorridente e rugoso delle ultime foto...
Più la guardavo, più sembrava mutare: i suoi capelli si scurivano, la testa tornava alta, la schiena dritta, quel portamento fiero...
Mi guarda, piega la testa leggermente di lato e ride. Poi appoggia un ginocchio a terra, con l'altra gamba si sostiene. Scende ad altezza bambino e allarga le braccia.
"Su, cosa state aspettando?? Venite ad abbracciare la mamma!"
Ed ecco le sue bambine correre a rotta di collo, attraverso "quel" tunnel, verso di lei.
Arriva prima la grande, com'è giusto che sia... Sprofonda in quell'abbraccio infinito, lascia che sua madre le asciughi le lacrime. Quanto tempo è passato!
Poi si voltano ed ecco arrivare lei, la bella Elena. Il sorriso più luminoso del mio universo...
Si abbracciano. Piangono.
È stato più facile del previsto.
C'era la loro mamma ad attenderle!

1 commento:

  1. L'emozione paradisiaca del rivedersi subito dopo il "passaggio" nella Dimensione dello Spirito,ovvero la consolante ipotesi che attenua,e quasi del tutto annulla,lo spiffero pungente della inevitabile dipartita dal mondo terreno. I tuoi racconti sono come lemonsoda fresche in un giorno d'estate. Pagel

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