lunedì 27 maggio 2019

DAY 1. Diario di viaggio in California: Milano - Los Angeles



Ho prenotato questo viaggio dieci mesi prima della partenza, precisamente a giugno 2018, quando, calendario scolastico alla mano, ho notato uno dei ponti più lunghi della storia. Univa Pasqua, 25 aprile e 1 maggio.  Ho chiamato Giorgio facendogli la proposta e lui, senza pensarci due volte, ha risposto uno dei più bei "Sì" che siano mai usciti dalle sue labbra!
Sono andata su Expedia a cercare il volo, ho scelto di partire da Linate, che è a 20 minuti da casa, ad un orario decente del mattino con ritorno nel tardo pomeriggio, sempre a Linate.
Compagnia aerea più conveniente: British Airways, con scalo a Londra di 5 ore (sia all'andata che al ritorno) e un volo fino a Los Angeles all'andata, e da San Francisco al ritorno, di circa 11 ore. Prezzo dei biglietti, inclusa l'assicurazione sia sanitaria - obbligatoria negli USA - che annullamento, circa € 500 a testa.
Siamo partiti da casa giovedì 18 aprile, primo giorno di vacanze pasquali, alle 8:30 di mattina. Ci ha accompagnati in aeroporto nonno Reno che ringrazio anche dalle pagine di questo blog. Abbiamo preso il primo volo della British alle 11:25, abbiamo fatto uno scalo di 5 ore a Heathrow, uno tra i più grandi (credo sia terzo al mondo) e lussuoso degli aeroporti, dove abbiamo pranzato e passeggiato tra negozi da capogiro (Louis Vuitton, Cartier, Tiffany e marchi di questo tipo; sembrava di essere in Via Montenapoleone). Le ore sono volate e ci siamo ritrovati in un attimo su un aereo dell'American Airline, che ha effettuato il volo per la British, che in 11 ore ci ha consegnati a LAX, l'aeroporto internazionale di Los Angeles.



Il volo è stato lungo ma piacevole, io ho schiacciato anche un pisolino, Giulia ha dormito qualche ora, Giorgio e Giorgia hanno visto film a tutto spiano, infatti quando siamo arrivati a destinazione erano stravolti.
Durante l'atterraggio, lo ammetto, mi sono commossa, ed è stata l'unica volta durante tutta la vacanza. Vedere Los Angeles dall'alto, dopo 17 anni, così illuminata... è stato un po' come se mi avesse detto: bentornata! Come se la sua anima avesse riconosciuto la mia.
Siamo atterrati alle 8 di sera (5 di mattina in Italia). Prima di uscire dall'aeroporto abbiamo dovuto sottoporci al vaglio di alcune macchinette automatiche, dove ci hanno scannerizzato i passaporti, chiesto se per caso non fossimo pericolosi terroristi e non avessimo l'ebola - tutte domande già fatte per il rilascio dell'Esta - preso le impronte digitali e scattato le foto segnaletiche (a quell'ora e dopo un simile viaggio in effetti non avevamo un aspetto tanto rassicurante). Col foglio di via ci siamo presentati, dopo un massacro chiamato fila di mezz'ora, davanti ai poliziotti dell'immigration che ci hanno riposto le stesse, inutili domande, ripreso le impronte digitali - le mie non so perché non si riuscivano a rilevare, per un attimo ho temuto di averle lasciate in Italia - e alle 9 di sera siamo usciti all'aria aperta. Dopo un attimo di smarrimento - c'è un caos infernale fuori da quell'aeroporto - seguendo le indicazioni siamo andati verso la fermata degli shuttle delle varie compagnie di autonoleggio. Abbiamo preso quello della Hertz, con l'autista che si sentiva un pilota di Formula Uno. Siamo quasi volati per terra per un'inchiodata, insomma, le bambine hanno visto con i loro occhi di aver rischiato più in quei cinque minuti di bus che in 15 ore di volo.




Alla Hertz fortunatamente non c'era fila, in pochi minuti ci hanno consegnato l'auto, prenotata anch'essa dieci mesi prima tramite Expedia, alla modica cifra di 330 € per 12 giorni (ritirata a LAX e riconsegnata all'aeroporto di Las Vegas il 30 aprile. Da lì poi abbiamo proseguito per San Francisco in volo, dove ci siamo mossi a piedi o con i mezzi pubblici/Uber).
Dopo una lunga coda sulla freeway - pazzesco, a Los Angeles c'è traffico a qualunque ora del giorno e della notte - siamo arrivati all'appartamento prenotato su Booking, pagato una settimana prima 750 € per una settimana, denominato Unit B in Oakwood Avenue. Una zona periferica e tranquilla, vicino Hollywood.
Da fuori ci è sembrato subito carino, uno stabile verde con un bel tetto spiovente, dove all'ingresso bighellonavano dei ragazzi su una veranda, mezzi sballati ma dal fare amichevole, che ci hanno indicato la strada da seguire per raggiungere l'appartamento. Abbiamo parcheggiato all'interno, dove c'era un posto riservato a  noi, salito i gradini, quella che sembrava una prostituta brasiliana ha aperto la porta del nostro appartamento ma... a un primo sguardo scopriamo che è tutto sporco. I letti sono sfatti, nel bagno ci sono gli accappatoi per terra. Sono le 11 di sera (8 di mattina in Italia) siamo svegli da oltre 24 ore, potrei ammazzare qualcuno se non mi danno un letto. Giorgia, che non ha dormito durante il viaggio, si addormenta ovunque, Giulia invece è bella arzilla e affascinata dalla città e da tutto quello che sta accadendo. Giorgio chiama la proprietaria che gli risponde: "Ah, ma arrivavate oggi?? Perdonatemi, arrivo!!"
Nel frattempo chiamo due alberghi nella zona per vedere se hanno posto ma sono tutti pieni, così porto sul balconcino che unisce il nostro appartamento ad altri due e mi siedo rassegnata a trascorrere l'ennesima notte in bianco. L'aria è quella di Los Angeles: inodore, fresca, leggera; io e Giorgio ci ridiamo su, ma quando la tipa arriva - dopo un'ora - mi passa la voglia di ridere. Si presenta con una donna, che potrebbe essere sua madre, e si mettono a pulire in fretta e furia.
Un'ora così, insomma, con Giorgia che dorme in macchina, Giulia vispa e allegra che commenta l'accaduto, io che mi consolo pensando che questa la rovino con una recensione negativa.
Alla fine ci consegna l'appartamento all'una di notte.
Inutile dire che più che addormentarci siamo svenuti. Mai letto mi è sembrato più comodo :-)




1 commento:

  1. ...bellissimo diario del vostro viaggio in California :))) Pagel

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