giovedì 11 maggio 2017

"Il buio oltre la scialuppa", diario di una crociera sulla Costa Mediterranea

In ricordo di una bella crociera tra Andalusia e Portogallo, ecco il mio diario di viaggio :-)


5 aprile 2017

Giorno 1

SAVONA










Partiamo alle 9:30 da Milano, alle 11:30 arriviamo ad Albisola. Troviamo un po' di affollamento all'imbarco tant'è che saliamo a bordo quasi alle 14:00. Andiamo direttamente a pranzo al buffet e alle 15:00 apriamo la porta della nostra cabina con balcone. Lo shock alla vista della scialuppa di salvataggio che ostruisce il 60% della visuale equivale a un pugno dritto-dritto in un occhio. Cabina pagata a prezzo pieno ci viene data menomata della vista del mare. Mi precipito all'accoglienza dove mi informano che non possono cambiarmi cabina perché la nave è piena, ma magari nei prossimi giorni con gli scali qualcosa si libera. Il viaggio inizia male perché noi viviamo tanto la cabina, il balconcino, insomma ci restiamo davvero male. La nave rispetto all'ultima volta, 15 mesi fa, appare molto meno curata; il personale parla perlopiù italiano, la cabina puzza di fumo, è piena di ammaccature e la moquette è piena di macchie. Facciamo l'esercitazione di sicurezza (la sera poi ricevo la lettera in cui mi si informa che non risulta che io abbia partecipato, proprio una giornata NO!) poi con le bambine andiamo al buffet per la merenda, ma la merenda quel giorno non c'è. C'è solo il gelato a pagamento - che 15 mesi fa era gratis - e i bar a pagamento. La sera portiamo le bambine a cena al buffet, davvero scarso e con i dolci avanzati dal pranzo, poi andiamo a iscriverle allo Squok dove le lasciamo mentre noi andiamo a cena al ristorante. Al tavolo troviamo una famiglia che ha la cabina con visuale ostruita come la nostra che però aveva prenotato una cabina interna!! Il coltello si gira nella piaga così subito dopo cena torno come una furia alla reception. Mi sento dire che il "capo" propone - via email da Genova - un upgrade a una premium con la modica cifra di 200€ a testa. Per sua fortuna il capo non è lì perché si sarebbe sentito dire due cosine poco gradevoli. Dico alla ragazza che voglio assolutamente un'altra cabina, lei scrive di nuovo al capo che il giorno dopo risponderà.

Ritiriamo le bambine allo Squok, dove si sono divertite molto - anche se avrei preferito animatori stranieri, proprio perché per me la crociera è un full immersion di inglese - e a mezzanotte ci addormentiamo col dolce suono del mare. Che anche se non si vede (scialuppa del cacchio) almeno si sente, ed è magnifico.





6 aprile 2017

Giorno 2

MARSIGLIA










Ci svegliamo presto dopo una notte stupenda cullati dal mare e un acquazzone dal suono innaturale perché la pioggia cade sulla scialuppa, comunque l'acqua è sempre benvenuta (a differenza del mostro che mi impedisce di vedere il mare). Usciamo per fare colazione e troviamo una comunicazione in cui ci invitano ad andare alla reception per un aggiornamento sulla nostra richiesta di cambio cabina. Mi precipito sperando di ricevere buone notizie e invece se ne sbattono delle mie lamentele, della preoccupazione per le bambine che minacciano di avventurarsi sulle scialuppe, della mia claustrofobia (esagero un po' con le motivazioni), tornano invece a picche proponendoci l'upgrade! Ma ormai è una questione di orgoglio, me la prendo con la receptionist dicendo di riferire al suo capo che è un gran farabutto e che scriverò una pessima recensione sulla neve se non mi danno una cabina decente. Andiamo a fare colazione con la testa che mi scoppia, ma lentamente mi rilasso. In fondo, non può andare sempre bene. Dopo colazione portiamo le bambine allo Squok dove pranzeranno e io e mio marito scendiamo da soli a Marsiglia. Usciamo dal porto a fatica perché la navetta gratuita il giovedì non funziona, però in qualche modo raggiungiamo il centro. Rispetto all'ultima volta è molto migliorato, i lavori alla cattedrale sono finiti e riusciamo anche a entrarci dentro. In questi tre anni abbiamo anche letto il Conte di Montecristo per cui guardiamo Marsiglia con occhi diversi rivolgendo spesso lo sguardo al Chateau d'If. Andiamo verso il porto vecchio raggiungendo il centro città dal quale poi torniamo verso il bus che ci riporterà in nave.
La città merita davvero e la lasciamo con la promessa che quando torneremo faremo un giro col trenino fino a Notre Dame De La Garde oltre all'escursione al Chateau d'If col battello, tra l'altro partono entrambe dal vecchio porto. Dopo pranzo riprendiamo le bambine, andiamo in piscina, dove facciamo una bella merenda, poi disfo le valigie. Non cambieremo cabina, ci rassegniamo. Ci tocca accontentarci del suono del mare e non della sua vista. Forse questa crociera la vivremo un po' più sui ponti in mezzo agli altri, cerchiamo insomma di trovare un lato positivo in questa disavventura che intitoliamo: "Il buio oltre la scialuppa"; scialuppa che in realtà è un tender e che soprannominiamo affettuosamente "Kitemmurt". La sera riportiamo le bambine allo Squok dopo averle fatte cenare al buffet, si divertono molto lì e noi ci godiamo l'ottima cena al ristorante.





7 aprile 2017

Giorno 3

NAVIGAZIONE














Al mattino troviamo una lettera in cui ci informano di non avere ancora una camera disponibile ma che ci faranno sapere. Ci concedono un briciolo di speranza anche se ormai ci siamo quasi affezionati alla nostra scialuppa, che nel frattempo è diventata Moby Kit.

Di notte sentiamo lo stesso scroscio di pioggia sulla scialuppa, che ci sveglia, e a quel punto capiamo che non è l'ennesimo temporale notturno ma che tutte le notti ci sveglieremo alle 5, orario in cui non so perché cade acqua dall'alto, forse puliscono i ponti; il rumore ovviamente è molesto ma mai quanto la puzza di quella cabina (impossibile stare con la portafinestra chiusa) e la visuale a pugno in un occhio.

La giornata è tutta in navigazione, trascorriamo il mattino in cabina, faccio fare un po' di compiti a Giorgia che con la scusa della vacanza salta sei giorni di scuola (con la benedizione delle maestre), dopo pranzo le portiamo allo Squok e io e mio marito torniamo per qualche ora fidanzatini. Una nuova comunicazione fuori dalla porta ci informa che ci hanno cambiato tavolo! Uno chiede il cambio cabina invece ti cambiano il tavolo, ovviamente spostandoci accanto a un gruppo di studenti scatenati. Stavamo molto meglio prima, anche il cameriere ci era più simpatico ma questa è la crociera delle cose storte e pazienza, ci brindiamo su.





8 aprile

Giorno 4

MALAGA










Ci svegliamo presto perché ci aspetta un bel giro di Malaga e vorremmo rientrare entro le 14:30 per pranzare in nave.

Usciamo dalla nave un'ora dopo l'attracco, verso le 9, prendiamo il trenino che con 5 euro ci porta fuori dal porto. Usciti dal porto ci fermiamo in un bel giardino dove le bambine di sgranchiscono un po'. Non scendono dalla nave da tre giorni e comunque preferirebbero restare su, si divertono molto allo Squok, ma su questo siamo intransigenti: le città nuove vanno visitate.  Andiamo subito in centro e ci perdiamo per un'oretta tra i caratteristici e graziosi vicoli; ci lasciamo affascinare dai palazzi che richiamano lo stile arabo, tutti colorati con dei bei balconcini. I pavimenti sono tutti piastrellati ed è davvero un centro città suggestivo, a dispetto di quanto appariva dal porto e quanto ci era stato detto da chi era già stato a Malaga. Passiamo accanto alla bella cattedrale del '500 e poi andiamo al museo Picasso dove ci fermiamo un'oretta. Usciti dal museo passiamo dal teatro romano e da lì ci dirigiamo verso l'adiacente Alcazaba. Dalla cima di questa bella struttura di epoca musulmana scendiamo con un ascensore e risaliamo a piedi all'altrettanto suggestivo castello di Gibralfaro, la cui salita è piacevole ma un po' più impegnativa rispetto alla precedente, dal quale ammiriamo una vista sulla città che ci lascia senza fiato. Più che il castello in sé è proprio Malaga dall'alto che ci incanta. La Plaza del Toro vista da lì è davvero spettacolare. Pranziamo in un bar nel castello e poi ci incamminiamo verso la nave. Ci fermiamo in uno dei locali del porto per collegarci qualche minuto a internet, poi riprendiamo il trenino e alle 16:30 siamo in nave per la merenda. Bimbe allo Squok e relax sulle sdraio al decimo ponte. Ci hanno privato del balconcino con vista mare, ma non rinunciamo al mare e troviamo una buona alternativa anche se ci tocca rinunciare alla nostra adorata privacy.





9 aprile

Giorno 5


CADICE














La notte trascorsa in nave è più magica del solito, il passaggio nello stretto di Gibilterra, il Marocco illuminato da un lato e la Spagna dall'altro sono davvero suggestivi. Superato lo stretto, il mare diventa oceano ed è molto mosso, la nave vibra e cigola, ringrazio il cielo di avere la cabina a centro nave perché a prua o a poppa non devono passarsela un gran bene. La luna piena è uno schianto, a un certo punto oltre al mare illumina dentro la nostra cabina, insomma al mattino ci sembra di essere entrati in un'altra dimensione.

Usciamo dalla nave alle 10. Il porto è praticamente in centro, pochi passi nel vento e siamo in piazza di Spagna dove un alto monumento bianco e un bel giardino ci danno il benvenuto. Ci addentriamo nelle viette lasciandoci portare dall'istinto, perdiamo l'orientamento ed è magnifico perdersi in quella bellezza. In alcuni punti Cadice ci ricorda Napoli, che amiamo. Ci troviamo nella zona del mercato centrale che però essendo domenica è chiuso, mentre all'esterno ci sono i mercatini delle pulci e quello dei fiori. Sempre girovagando ci troviamo nel Barrio del Popolo e nella piazza della cattedrale. Ci entriamo ma è domenica, la domenica delle palme per giunta, per cui l'ingresso alla cattedrale è gratuito ma è possibile visitarla solo parzialmente. Usciti dalla cattedrale siamo subito attratti da un'altra chiesa, iglesia di Santiago Apostolo, proprio lì accanto; sembra quasi una moschea, ci entriamo e troviamo una chiesa più tipicamente spagnola, piena zeppa di statue abbigliate in maniera molto appariscente. In ogni chiesa in cui entriamo le statue sono ammassate sopra dei trasportini, pronte per le processioni che avranno luogo nel pomeriggio. Lentamente torniamo alla nave dove pranziamo con le bambine che lasciamo poi allo Squok e noi torniamo giù. Questa volta ci dirigiamo sul lungomare alla ricerca della Caleta che pare essere una delle più belle spiagge d'Europa. Passiamo per i bellissimi giardini Geneve, dove per la prima volta vediamo delle piante talmente grandi che scambiamo per baobab e che invece sono centenari ficus del mora; andiamo a visitare il castello di Santa Catalina, situato a ridosso della famosa spiaggia per poi approdare ad essa dove immergiamo i piedi nel gelido oceano domandandoci come facciano alcuni bambini a immergersi totalmente.

Torniamo lentamente al porto passando per il Barrio della Vigna e per altre zone tutte molto caratteristiche. Al porto sfruttiamo mezz'ora di wi-fi gratuito, e ci rimbarchiamo. Guardiamo la partenza dal nostro balconcino con vista ostruita dal caro Moby Tic (in onore dei tic nervosi procurati dalla sua presenza). La sera procede gradevole come sempre, gli abiti mi vanno sempre più stretti, si mangia da Dio e la mia linea inizia a soffrire.

Spostiamo l'orologio indietro di un'ora perché domani ci aspetta la regina del viaggio: Lisbona.





10 aprile

Giorno 6

LISBONA










Entriamo nella baia di Lisbona verso le otto di mattina. La notte trascorsa è stata magica, l'Oceano Atlantico ha dentro di sé un'energia indescrivibile. Verso le 8 la nave inizia a dondolare diversamente, guardo fuori e vedo l'inizio della città. Esco sul balconcino e in lontananza scorgo il ponte 25 aprile. Resto un'ora sul balconcino, mio marito va all'ultimo piano per scattare qualche foto decente, io resto sul balcone e guardo la torre Belém sulla spiaggia e il monumento alle scoperte. Subito dopo si passa sotto il ponte ed è davvero emozionante. Un ponte che mi ricorda il Golden Gate di San Francisco, visto da tutte le angolazioni ma sotto il quale non mi è stato possibile passare. L'arrivo in città con una nave è davvero un privilegio, si ha una visuale unica. La nave attracca proprio di fronte al centro città e la nostra cabina è proprio a lato città! La cabina sfigata con vista ostruita inizia ad avere un senso, trascorreremo la notte davanti a un presepe.

Scendiamo dalla nave verso le 10, e ci infiliamo subito nelle vie di fronte al porto, il quartiere Alfama. Secondo me il più bello. Si sale subito, le case sono tutte diverse tra di loro, molte sono rivestite di mattonelline quadrate colorate, le strade acciottolate, tutto per lo più decadente ma traboccante di fascino. Si respira aria di libertà: anarchia e arte abbracciate. Saliamo senza seguire una vera mappa, ci lasciamo guidare dall'istinto. Passiamo casualmente da Sao Vicente fino ad arrivare a Praca de Graca. Durante la salita percorriamo viottoli strettissimi, con marciapiedi a tratti inesistenti e il tram 28 che zeppo di gente ci costringe ad appiccicarci con le spalle alle palazzine e ciononostante passa a pochi centimetri da noi. Visitiamo il castello di San Giorgio, con un ingresso scalcinato dentro il quale c'è una specie di comune. Opere d'arte improvvisate si ergono in tutta la città, gabbie per uccelli con dentro teste di bambole, gambe di un manichino appese ai balconi, bandiere di pirati e chi più ne ha più ne metta. Scendendo per strettoie e scalinate passiamo tra varie terrazze panoramiche (mozzafiato) e ci dirigiamo verso Praca de Commercio, che avevamo visto arrivando in nave (ci aveva ricordato piazza san marco a Venezia). La città sembra un po' Napoli e un po' Parigi. Sembra tenuta insieme con lo scotch, ci sono cantieri ovunque, dentro e fuori le case e pure al porto. Pranziamo in una delle piazze più grandi nella zona bassa della città e poi ci dirigiamo a Belém, stanchi morti, a vedere la famosa torre. Nonostante l'aria condizionata nel tram facciamo una sudata memorabile, tale che proprio davanti al Monumento alle Scoperte mi "scopro" anch'io improvvisando uno streap tease in cui mi tolgo la maglietta inzuppata restando in reggiseno - ma nessuno mi guarda, sono tutti molto liberi ed è grandioso - e mi infilo il maglioncino di cotone leggero che avevo nello zainetto, meno fresco della maglietta ma asciutto. Fa caldissimo così ci sdraiamo nel parco al fresco con vista sulla Torre Belém da un lato e il monastero di Sao Gerome dall'altra e poi decidiamo di non visitare né l'uno e ne l'altro, prendiamo un taxi (costa meno il taxi del tram, calcolando che siamo in 4) e alle 7 siamo in nave. Ceniamo al buffet poi portiamo le bambine all'agognato Squok e scendiamo a vedere Lisbona di sera. Camminiamo lentamente per le vie del centro, dai locali esce musica a non finire, cantanti soprano e chitarra fanno da sottofondo a questa serata al profumo di favola, tinta dell'arancione dei lampioni. I tavolini dei locali invadono le strade, l'aria è calda, i locali sono pieni, un assaggio d'estate in una notte primavera - il primo antistaminico della stagione mi ricorda che sì, è primavera nonostante l'afa - ci accompagna davanti alla bella cattedrale del Sé, con le sue campane e la sua bella piazza. Torniamo in nave zoppicanti, abbiamo percorso una quarantina di chilometri da quando siamo partiti e i muscoli protestano. Ritiriamo le bambine allo Squok e prima ancora di appoggiare la testa sul cuscino sto già dormendo, sfinita.





11 aprile

Giorno 7

LISBONA














Mi sveglio alle 5 a causa del solito lavaggio notturno che fanno ai piani alti e che cade rumorosamente su Moby Tic. Guardo fuori e rimango incantata dalla città dorata. Sembra un presepe. Che visuale privilegiata, cabina sfortunata hai avuto il tuo senso in questo viaggio.
Penso a cosa si perdono le cabine sul lato destro e mi dispiaccio.

Ci svegliamo alle 8, mio marito è andato al buffet a prendere qualche dolcetto su cui appoggiare la candela da far soffiare alla nostra Giulia Rose, che proprio oggi compie 6 anni. Poi le diamo il regalo scelto da lei, un orribile toro dorato acquistato a Cadice che non vede l'ora ti tenere tra le manine! Insomma, contenta lei contenti tutti

Dopo colazione chiediamo alle piccole se vogliono scendere con noi, rispondono un categorico NO! e io e il socio ci "accontentiamo" di scendere da soli. Ripercorriamo la nostra zona preferita, l'Alfama, e all'altezza di Sao Vicente prendiamo il famoso tram storico n. 28. Siamo stipati come sardine, l'autista è tutto concentrato a non investire i turisti e a non fare frontali - la circolazione è davvero allucinante, sulle stesse rotaie passano tram che vanno in direzioni opposte - un tipo buffamente scontroso, sudato, che di tanto in tanto scende a prendere a calci una porta del tram che non si chiude a comando. Divertentissimo! All'altezza della statua di Pessoa, una bella piazza di cui non ricordo il nome, scendiamo dal tram abbandonando l'idea di fare un giro intero. Quei quindici minuti in piedi e ammassati hanno peggiorato la situazione delle nostre gambe già molte provate. Abbracciamo un Pessoa preso d'assalto da un gruppo di monelli francesi, e poi andiamo all'Hard Rock a prendere qualche souvenir (gli scialli da flamenco li avevamo presi a Cadice). Visitiamo la chiesa di Santo Domingo, domandandoci perché sia così rovinata e poi scopriamo che nel '59 era stata arsa dalle fiamme. Le colonne e il pavimento rovinati sono quasi distrutti e proprio per questo risultano molto particolari. Ricordano quasi Gaudì, questa volta però le mani che l'hanno modellato erano quelle di madre natura.

Rientriamo in nave attraversando piazze e chiese, salutando l'elevator di Santa Justa su cui non saliamo perché di far fila mica ci va. Respiriamo un ultima volta l'aria di Lisbona, un'aria leggera, che profuma di libertà e che ci lascia subito un briciolo di nostalgia.

La nave riparte e questa volta mi soffermo sul lato del Cristo Rey, promettendogli che la prossima volta andremo a visitarlo. Le bambine di godono il passaggio sotto il magnifico ponte 25 aprile, poi tornano tutte entusiaste allo Squok e io e mio marito andiamo a riposarci in cabina. Stanchi morti ma molto, molto felici.

La sera portiamo le bambine per la prima volta al ristorante, dove a fine pasto le viene portata la torta con i camerieri e il metre in corteo. Una bella sorpresa per lei, e con il regalino che le mandano anche gli animatori dello Squok possiamo dire di aver festeggiato alla grande questo dolce compleanno.





12 aprile

Giorno 8

NAVIGAZIONE










Il giorno trascorre pigro, lento, recuperiamo le energie e riposiamo le membra dopo la maratona culturale delle ultime ore. Abbiamo visitato città magnifiche e io nel frattempo ho letto un libro altrettanto grande, del 1600, scritto dal grande Shakespeare, di cui ho sempre sentito parlare che però non avevo mai letto. Quindi ne parlerò in questo diario di viaggio, il cui racconto di questo giorno sarebbe davvero scontato: grandi dormite e mangiate, oltre all'incontro col dolce Pepper, il Robot-bambino che gira al ponte 2 e che ammazzeresti di baci.

Romeo e Giulietta, ecco, di cui non racconterò la trama conosciuta anche dai bambini, ma mi soffermerò, spoilerando alla grande, su ciò che mi ha colpito e divertito.
Intanto, Romeo. Che gran piagnone. Il dramma inizia con lui disperato per amore. Pensavo conoscesse già Giulietta e si flagellasse per lei, invece no. Romeo si strugge per un'altra, Rosalina! Gli amici lo portano a una festa per aiutarlo a distrarsi, è proprio esaurito, povera stella, così pensano bene di portarlo a casa della famiglia nemica per eccellenza della sua quei mattacchioni. E un Montecchi in casa dei Capuleti, anziché starsene schiscio che sennò lo ammazzano, in cui viene inspiegabilmente tollerato, cosa fa? Dimentica all'istante la cara, vecchia Rosalina e si innamora perdutamente di Giulietta Capuleti che udite-udite... non ha ancora quattordici anni. Motivo per cui, scambiandolo forse per Big Jim, perde la testa per l'impavido Romeo, che il giorno dopo la sposa di nascosto, e che però prima di consumare il matrimonio ammazza un cugino di sua moglie - per vendicare un amico appena ammazzato da costui, in pratica è una carneficina - e viene per questo esiliato. Allora Giulietta per non sposare e donare la sua verginità al conte a cui suo padre vuol darla in sposa - dopo averla chiamata bag*scia e putt*na , vi giuro, la chiama proprio così, senza asterischi, per averle sentito dire che insomma, si sente un po' giovane per un simile passo - si finge morta prendendo un medicinale datole dal frate che ha ufficiato le nozze clandestine con Romeo, che le offre per qualche ora uno stato di morte apparente. Però quando si sveglia, accanto alla sua tomba trova il conte-quasi-marito morto accanto a un altro ben più caro morto, suo marito Romeo!, suicidatosi a causa dell'equivoco della morte apparente della sposina, e lei lo ama così tanto - lo conosce da ben 36 ore!- che si suicida anch'essa dandosi una pugnalata al cuore. Però poi le famiglie fanno pace, con buona pace di Shakespeare, che come in Amleto mi ha divertita da matti.






13 aprile

Giorno 9

VALENCIA














Torniamo a Valencia per la seconda volta, la prima eravamo stati all'Oceanografico, un meraviglioso parco acquatico che ci aveva portato via tutto il tempo a nostra disposizione, questa volta optiamo per la città. Ci rechiamo in centro con i mezzi pubblici, ma siamo così sazi di visitare città, che ci accontentiamo di bighellonare un paio d'ore per le vie intorno a Placa della Reina, passando per il mercato centrale in chiusura, cui non ci è concesso entrare, e anche alla bella cattedrale. Beviamo una birra fresca in un locale tipico, le bambine prendono il gelato, poi andiamo da Mc Donald a bere il caffè per poterci collegare a internet una mezz'ora e rientriamo in nave.

Come potete notare dalla lunghezza del diario, iniziamo a essere davvero sazi della vacanza. Abbiamo sempre fatto crociere di 7 giorni, questa di 10 forse è un po' troppo lunga per i nostri ritmi, oltretutto fa davvero male alla linea. I miei pantaloni in pratica non si allacciano più!






14 aprile

Giorno 10

BARCELLONA










Come sospettavo il mattino dormiamo allegramente fino a tardi, dunque non scendiamo a Barcellona. Anche perché è una città che conosciamo, l'abbiamo visitata diverse volte, per cui di andarci a bere un caffè sulla Rambla - il tempo della sosta non permette altro - non vale la levataccia. La nave tra l'altro è semideserta e questo ci permette di fare colazione tranquillamente. Al rientro in cabina la rabbia per quel mostro di scialuppa che ci limita la visuale si moltiplica quando spalanco la porta finestra per via della puzza, e vengo travolta da un'altra insopportabile puzza: quella di vernice. Anziché pulire i balconi come ci avevano anticipato, che sono sporchi da fare schifo, hanno pitturato il corrimano. Quindi in cabina con la finestra chiusa non si può stare per via del terribile odore di chiuso misto a fumo che ha quella cabina sfortunata, con la finestra aperta è ancora peggio e allora portiamo le bimbe allo Squok, dove trascorreranno l'intera giornata e andiamo nella zona di poppa a prendere il sole con vista sulla città. Preferiremmo l'ultimo ponte ma purtroppo è chiuso per manutenzione; in pratica quest'ultimo giorno di crociera per la Costa è un giorno in cui maltrattare i clienti.
Mangiamo e dormiamo tutto il giorno e nel tardo pomeriggio vado anche a correre sulla pista a prua dopo aver preparato le valigie. Saluto il mare e faccio la pace con la nave, che non è colpa sua se qualche costruttore mentecatto l'ha progettata così.

Con un leggero magone, il giorno dopo sbarchiamo velocemente e senza alcun intoppo a Savona.






1 commento:

  1. Dai,adorata Stefi,nel complesso è stato un viaggio ricco di momenti e luoghi altamente suggestivi,angolini romantici,arricchimento culturale,e con le bambine che si sono divertite tanto. Qualche neo nell'organizzazione ci sta,non si può avere tutto nella vita :D p.s. avrei voluto essere una mosca per vedere Stefania la corsara nel fulgore della sua arrabbiatura ( mentre incalzavi -e furoreggiavi con- la receptionist ;) Splendido diario! Pagel

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