lunedì 14 novembre 2016

Lolita



Libro magnifico che ho rimandato per troppo tempo perché due mie amiche e mia cugina, che sono delle forti e attente lettrici, lo avevano accusato all'unisono di essere un romanzo sopravvalutato; tutte avevano storto il naso e scosso la testa e asserito che non valeva la pena leggerlo.
Alla fine la curiosità ha avuto la meglio e mi sono decisa, grazie al cielo.
Che inaspettata rivelazione!
La storia è quella di un malato, un uomo dall'intelligenza formidabile ma con lo spirito corrotto, tendente alla depressione, infelice però ironico, cinico, pienamente cosciente della propria follia. Ed è questo che rende Lolita un capolavoro piuttosto che un odioso elogio della efebofilia. Humbert Humbert, come si soprannomina il personaggio principale, è morbosamente attratto dalle bambine tra gli 8 e i 13 anni. Disprezza tutto ciò che va oltre, chiama tardone le venticinquenni ma lo fa in un modo quasi comico, lasciando sempre intendere, anche attraverso il modo strampalato di scrivere, che la voce narrante è quella di un pazzo.

Da 42enne in crisi di mezza età ho letto questo libro spesso ridendo, ma sempre con un briciolo di compassione per Humbert che non si piange mai addosso ma spiattella i suoi limiti, le sue manie, i suoi sensi di colpa senza ritegno.
Humbert scrive dalla prigione e rivolgendosi a noi lettori del 2000 (ci chiama in causa più volte in veste di giudici) invoca il nostro perdono. Chiede di essere capito e perdonato e io, donna del futuro, di fronte a un libro scritto magistralmente, con uno stile ineccepibile, una ricercatezza linguistica così accurata, di fronte alla bellezza estrema alzo le mani e perdono tutto.
Che il cielo ti benedica, quarantenne sventurato degli anni '50.
Felice immortalità, a te e alla tua Lo-Li-ta!

1 commento:

  1. Caspita,che recensione immersa nel profumo rigenerante e vitale del perdono e della clemente comprensione :) Sono felicemente illuminato :) La letteratura è proprio questo,il mezzo che hanno le persone di esprimere i propri sentimenti,le emozioni,i tormenti interiori,perfino le proprie tragedie personali; rivolgendosi al pubblico-che poi simboleggia il resto dell'Umanità - si può invocare aiuto,perdono,empatìa.Che arcobaleno di mille colori la Stefania che,dopo attenta e profonda riflessione,concede il suo perdono :) Pagel

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