lunedì 19 ottobre 2015

Il mio pensiero su EXPO 2015



Nell'epoca in cui nulla è più obsoleto di una fiera, in cui la stragrande maggioranza delle informazioni viaggiano in rete, si è sentito il bisogno di creare questo grande evento universale. Vincendo contro la Turchia, ce lo siamo conquistati noi milanesi, che non desideravamo altro. 
Qualche imprenditore edile - non io - inizialmente ebbe un sussulto di felicità, questo mega evento avrebbe portato lavoro in un campo ormai al collasso, così sono arrivate molte aziende a Milano, alcune molto potenti, pronte ad accapararsi il grosso dei lavori. Noi piccoli imprenditori aspettavamo gli avanzi, e invece non si è visto nulla. I lavori sono partiti con estremo ritardo e le grosse aziende, per sopravvivere, hanno soffiato via alle piccole aziende quel poco che era il loro mercato. 
Ma non è sopravissuto quasi nessuno: moltissimi sono falliti a causa dei lavori iniziati soltanto l'anno prima, e comunque non sufficienti a dare lavoro a tutti; però ha sfamato abbondantemente i politici che come sempre in Italia campano su questi grandi eventi. Qualcuno l'hanno pure arrestato, contribuendo a mantenere alta la nostra immagine nel mondo. 
Italiani: spaghetti, mafia e mandolino. Olè.

Per "nutrire il pianeta" - slogan ridicolo di Expo, cha annovera tra i suoi sponsor Mc Donald - sono stati cementificati migliaia di metri cubi di quel verde che è ormai un miraggio a Milano. Si potevano utilizzare le strutture già presenti, ma la logica non fa parte di questa parte di mondo dedita alla devastazione. Cosa ne sarà di quell'area una volta dismessa? Su questo potete giurarci, vi terrò aggiornati. 
E' stata fatta una campagna pubblicitaria impietosa, che non ha risparmiato nemmeno i bambini nelle loro scuole dell'infanzia ed elementari. Matite e tovaglie marchiate Expo hanno invaso quei mondi inviolabili, tanto che mia figlia di sette anni ha iniziato a parlarne e sono stata costretta a portarla per soddisfare una sua curiosità. Siamo andate domenica scorsa, giorno in cui le code all'ingresso dei padiglioni andavano da un minimo di 5 a un massimo di 8 ore e anche nelle aree all'aperto quasi non si riusciva a camminare. Ovviamente la scelta degli ingressi numerati che avrebbero consentito il controllo degli accessi (100.000 persone al giorno sarebbe stato un numero decente, non 250.000) sarebbe stata troppo intelligente per un paese come l'Italia, degno del peggior Medioevo.
Avrei dovuto seguire il mio istinto e risparmiare a mia figlia una delusione. Quella di andare in un parco giochi senza divertimenti.

Expo, sei l'ennesima vergogna italiana.

1 commento:

  1. La tua analisi è impeccabile,hai assolutamente ragione.
    Pagel

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