Un giardino curato.
Molta gente accanto a un pergolato, un silenzio assordante.
Solo il fluire dell’acqua dal ruscelletto, le rose del deserto ai miei piedi,
mille piccoli segnali di cura, dedizione, amore, verso quel giardino zen. Verso
tutti quelli che ti circondano, perché tutti piangono. Piango anche io, che non
sono che la figlia di un vicino di casa e pensavo di conoscerti appena, pensavo mi
fossi indifferente, in fondo non ci eravamo scambiati più che qualche buongiorno,
buonasera. Ma sempre con gentilezza. Sempre con uno sguardo limpido.
Da quando ho saputo della malattia, ho iniziato a
preoccuparmi per te, a sperare che non fosse così grave. Ti incrociavo alla Esselunga,
eri sempre un po’ più magro ma sereno. Quando ti vedevo fumare mi rasserenavo
anch’io.
Quando mia madre mi disse che ti avevano operato e che
forse non ti saresti svegliato mai più, ho iniziato a piangere. Incontravo i
tuoi familiari che andavano e venivano dall’ospedale, e nascondevo le lacrime dietro gli occhiali. Il mio padre spirituale dice che so ascoltare gli angeli, e io non so se questo è vero, ma so che sentivo un contatto
con te. Sapevi che non ci sarebbe stato ritorno, ma eri sereno. Contrariato,
perché ancora giovane, ma sereno. Il tuo cammino su questa terra si era
compiuto, avevi visto i tuoi figli crescere e i tuoi nipoti nascere e
sbocciare. Avevi creato un angolo di pace su questa terra inquieta, il tuo
presepe era una luce sul mondo. Come il tuo giardino,
visto da vicino solo quest’oggi, al tuo funerale.
Ho sempre criticato chi piange per chi conosce appena ma oggi non riuscivo a trattenere le lacrime. Ripensavo a
quel mazzo di fiori al mio matrimonio. Con la tua famiglia vi eravate appena
trasferiti nel condominio dei miei genitori, non ci conoscevamo ancora ma
sapevate che una ragazza si sposava. Mi regalaste dei fiori magnifici. Oggi pensavo
a questa delicatezza, che era la stessa che ritrovavo nei tuoi modi. Che era la
stessa che si respirava nell’aria oggi, nel tuo giardino.
Riposa in pace amico mio. La serenità che hai lasciato
quaggiù, aiuterà i tuoi familiari a ritrovare presto la felicità. Perché è
questo che vuoi. Che loro siano felici. E con la tua benedizione lo saranno.
Quando sostengo che possiedi una delicata e umanissima sensibilità,un grande cuore,penso di non essere lontano dal vero.Questo tuo racconto-amarcord ne è una dimostrazione incontrovertibile :) Pagel
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