Prologo
Piove.
Pioggia
sottile, leggera, vapore.
...
Non
piove mai abbastanza, quando serve.
Niente
è mai abbastanza nella vita.
Vita
infame.
…
Pioggia
in California, miraggio d’autunno.
In
sei mesi non è piovuto un giorno.
Ma
proprio sull’addio, proprio…
Sull’addio.
Pioggia
che non bagna.
Acqua
che accarezza, che accompagna.
Piove.
Pioggia
che non cela le lacrime.
Pioggia
che svela.
...
Grazie
pioggia.
In
ogni caso, grazie.
Mi
sei mancata pioggia.
***
La
hostess al check-in si trovò davanti la disperazione fatta persona.
Una
bella donna – ragazza - sui venticinque anni.
Una
disperazione che non sapeva di morte, ma più di cuore spezzato.
Squadrò
l’ambiguo accompagnatore accanto alla giovane donna.
Provò
a immaginarlo gonfio di botte, gli occhi pesti, le labbra spaccate con un rivolino
di sangue laterale.
Questo
le diede sollievo.
Era
lui la causa di tanto dolore.
Lei
piangeva senza ritegno, e lui fingeva beatamente di dispiacersene.
Un
mentitore nato.
Un
altro aspirante attore arrivato a Los Angeles chissà da quale angolo del mondo,
col suo bagaglio di sogni inutili.
Inutili
quanto lui; anzi molesti.
Un
bel ragazzo sui trent’anni, quel mattino accompagnava la disperazione fatta
donna all’aeroporto internazionale di Los Angeles: il mastodontico LAX.
Un
uomo fine, a modo.
Faccia
da bravo ragazzo.
Un
figlio di puttana.
***
Una
treccia, due trecce.
“Cade”…
Due
trecce, tre trecce.
“Cade.”
Dopo
un paio d’ore Giulia non aveva più ciocche di capelli da intrecciare.
Si
addormentò.
Sognò
di essere in volo sull’Arizona…
“Oddio,
cade.”
Era
stata gentile la hostess ad assegnarle proprio quel posto vicino al finestrino.
Si
era augurata che lo spettacolo del Grand Canyon a perdita d’occhio le avrebbe
addolcito l’uscita da quell’inferno.
Chissà
se nel suo paese d’origine avrebbe ritrovato la pace.
Di
certo il panorama di quei canyons tutti uguali, per centinaia e centinaia di
chilometri, non le avrebbe fatto male.
L’avrebbe
aiutata a distrarsi.
E
lei in effetti non fece che immaginarsi sfracellata su quelle rocce, per tutta
la durata del viaggio. Che non era esattamente ciò che aveva in mente la
hostess, ma era sempre meglio del pensiero di quel bastardo.
Giulia
si svegliò a New York per il breve scalo.
Ancora
dieci ore e sarebbe tornata a casa.
La vita è fatta così,si incontrano persone di ogni tipo,belle,meno belle,brutte,a volte pessime.Da tutte loro impariamo qualcosa.Volenti o nolenti. Tieni duro :)
RispondiEliminaPagel