A un passo dal giro di boa rifletto sui miei primi 50 anni.
Solo a pronunciarli sembrano un'eternità, in chiave cosmica sono un pop up.
Del tempo passato ricordo principalmente i momenti atroci. Quelli in cui la vita mi ha inchiodata al presente non consentendo alla mia mente di fare i suoi stupidi giochetti.
Vorrei imparare a vivere come in quei momenti: vorrei imparare a VIVERE. Fa ridere ma, a metà strada, non ho ancora imparato a guidare questa macchina assurda. Non faccio che proiettarmi nel futuro o arrovellarmi nel passato, con la mente che gioca a flipper con i pensieri, facendomi dimenticare l'oggi, che è tutto ciò che ho.
La mia vita non è chissà che, è una vita "normale".
Ma è proprio quella normalità che dovrei godermi, quella routine che mi sono costruita a fatica, per cui ho lottato e che farei di tutto per proteggere.
Di traumatizzarmi per sentirmi viva non mi va più, non ho più l'età.
(Piccola riflessione in attesa del 26 dicembre).

Belle parole, ma io che ho 8 anni in più mi sento un bimbo
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