A un passo dal giro di boa rifletto sui miei primi 50 anni.
A un passo dal giro di boa rifletto sui miei primi 50 anni.
Cara, dolce Dafne,
ti abbiamo trovata qualche minuto fa nella cuccia di Apollo. Sembrava dormissi.
La prima cosa che ho provato appena mi sono resa conto che eri volata via per sempre è stato un grande dispiacere e un ancora più grande senso di colpa.
So che sei ancora qui e puoi ancora sentirmi.
Voglio chiederti scusa per averti trattata come un cane da guardia. Un cane qui in ditta, che insieme a suo fratello gemello Apollo aveva tutto lo spazio che desiderava, il cibo migliore. Ma tu volevi di più, per questo ti chiedo perdono. Ti chiedo di perdonarmi per tutte le passeggiate che mi imploravi di fare e io, sempre di fretta e occupata da cose inutili se paragonate alla vita, ti negavo. Non ti mancava lo spazio, seimila metri quadrati sono tanti ma... sono la libertà? Mi giustificavo dicendo che a un cane potevano bastare, ma le tue fughe, i primi anni, dimostravano il contrario. Tu volevi conoscere il mondo, ti sei dovuta accontentare di un angolino a Brugherio.
Eri un cane che necessitava di molte più attenzioni di quante te ne abbiamo date. Venivi lì con il tuo bel musino, io ti davo un biscotto. Tu lo accettavi per gentilezza, ma non era di quello che avevi bisogno. Tu avevi bisogno di carezze meno distratte, di attenzioni autentiche, di più amore.
Avevi un'eleganza, una forza e un coraggio che non tutti i cani possono vantare. Non hai mai tremato di fronte a un veterinario. Neanche dopo il secondo intervento alla tibia.
Spero che mi perdonerai per averti trascurata, se potessi tornare in dietro ti porterei fino al centro di San Maurizio, come quando andavamo dal veterinario a piedi ed eri la cagnolina più felice del mondo.
Mi consola il ricordo delle coccole che hai ricevuto dalle mie figlie, non molto tempo fa, quando sei stata a casa nostra dopo il primo intervento alla zampa. Era primavera e ti avevamo regalato un tappeto morbido e circondata di peluche, per farti dormire più comoda. Credo che in quel momento tu abbia respirato l'amore che meritavi, quello di una famiglia e non di un'azienda che oggi piange per te.
Ti amavamo molto, le nostre lacrime oggi ne sono una prova, purtroppo non te lo abbiamo dimostrato come meritavi. Apollo è meno esigente di te, tu provenivi da un altro pianeta, e io ti ho equiparata a lui.
Spero che mi perdonerai, forse lo hai già fatto. Forse non sei mai stata nemmeno arrabbiata con me, la tua anima pura non pretendeva niente. Ciò non toglie che io sia stata una pessima madre.
Grazie a te oggi ho imparato la grande lezione di non rimandare a domani l'amore che puoi donare oggi. Perché non potrebbe esserci più tempo e il senso di colpa è quanto di più pesante e sconfortante esista. Sono certa che volerai nei piani più alti del paradiso, per qualche giorno gironzolerai ancora qui e proverai a consolarci. E poi raggiungerai i prati celesti e correrai insieme alla mia adorata L'una, al dolcissimo Otto e 1/2, e a tutti gli altri esseri viventi che non hanno avuto niente a che fare con il male in questo mondo.
Ti voglio bene piccola mia, sei finalmente libera
Dafne Trapani 23/03/14 - 26/11/24
Colazione in camera con brioscine e caffetteria prese alla vicina LIDL - il barettino del giorno prima alle 7:30 non aveva ancora aperto - e si parte per Cork!
300 km di autostrade costata 4€ (le autostrade costano poco, almeno quelle) e arriviamo in questa città sul fiume, tutta fabbriche, ponti e pescatori.
Il centro storico carino, siamo andati all’English Market dove non abbiamo mangiato niente perché non ci si poteva sedere ma abbiamo lasciato il cuore su un hot dog favoloso. Pranziamo a malincuore da Mc Donald, per strada c'era una manifestazione pro Palestina
l'abbiamo osservata un po' condividendone gli ideali e poi abbiamo girellato un po' andando fino alla cattedrale con labirinto.
Abbiamo visto alcuni murales stupendi e siamo tornati attraverso altre vie del centro alla macchina. Il tutto è durato un'oretta e a Cork forse la prossima volta non ci torneremo :-)
15 minuti di auto e arriviamo al delizioso hotel vicino al castello di Blarney, tanto vicino che il parcheggio dell'hotel è lo stesso di quello turistico del Castello.
Hotel: Blarney Woollen Mills Hotel - BW Signature Collection: 1 notte con colazione € 297,00 (una mazzata ma hotel molto chic e ottima colazione).
Mettiamo giù le cose e ci precipitiamo al castello che l’ultimo ingresso è alle 16:00 e sono già le 15:30! La sedicenne decide di rimanere in hotel, attratta dalla magnifica vasca da bagno molto più che da un vecchio castello irlandese, così ci andiamo solo noi tre.
Giunti in cima decidiamo di non baciare la pietra dell'eloquenza per evitare la posizione scomoda, un po’ ridicola e a testa in giù... che solo a guardarla ci vengono le vertigini e comunque siamo già abbastanza eloquenti di nostro. Quando gli addetti al bacio ci propongono l'esperienza, si beccano una serie di insulti da parte nostra e di altri visitatori in tutte le lingue immaginabili, e capiamo perché la chiamano "pietra dell'eloquenza! Per rimediare do un bacio a una pietra a caso nelle vicinanze del castello, e l'usanza irlandese per quanto mi riguarda è soddisfatta.
Il castello è suggestivo, mezzo diroccato e piccolino e il giardino circostante è favoloso con zona piante carnivore e velenose, aiuole curatissime, fiori ovunque e sentieri che si addentrano. Bellissima la villa antica di Blarney, i prati sembrano di velluto.
Tornando in hotel scegliamo un pub in cui è indicata la musica dalle 22:00 fino a mezzanotte così decidiamo di uscire alle 21:00 per goderci cena e concerto ed è lì che scopriamo che gli irlandesi cenano alle 17:00 e alle 21:00 le cucine chiudono i battenti. Chiudono le cucine e aprono le botti di birra. Ma pensiamo che il fenomeno sia localizzato solo in quel paesino vicino Cork, grave errore. Comunque quella sera prendiamo un menù cinese da asporto (unico ristorante con cucina aperta ma non disponibile a ospitarci nel bel ristorante già chiuso) e mangiamo in hotel.
Giorgio non ha ancora bevuto una Guinness (il giorno prima l'ho bevuta io e lui ha preso una bionda per cavalleria, convinto che la Guinness non mi sarebbe piaciuta e pronto a fare cambio) e teme di non berla mai.
Rimandiamo il pub FORSE a domani
Il mio regalo dei 50 anni anticipato - non sapevo come giustificarlo altrimenti - è stato un bel viaggio in Irlanda dal 25 aprile al 30 aprile: 5 giorni indimenticabili.
Ecco il mio diario di viaggio:
Volo Milano Linate-Dublino passando per Francoforte andata e ritorno abbiamo speso sui 750 €. 4 ore e mezza di volo incluso lo scalo. Auto presa con Alaimo, SUV con cambio automatico, 180 €. Volo e auto presi entrambi su Expedia. Gli hotel li ho prenotati come sempre con Booking (4 hotel diversi in 5 notti così suddivise: prime due notti a Dublino, terza notte a Cork, quarta notte a Galway e quinta notte di nuovo a Dublino).
Primo consiglio prima del diario vero e proprio: IN IRLANDA SI MANGIA PRESTO. SE USCITE DOPO LE 9 RISCHIATE DI NON CENARE ma di bere sì, la birra scorre a fiumi fino a tarda notte e, soprattutto la Guinness - scoperta dell'acqua calda - è la fine del mondo.
Ma ecco il diario, scritto alla fine di ogni giornata direttamente in Irlanda:
Il mio regalo di Pasqua: I promessi sposi.
Un altro viaggio incantevole di quest'anno è stato quello a Strasburgo.
Avevo visto delle foto di amici su Facebook che ci erano stati qualche mese prima, e alla vista di quelle case colorate che sembravano fatte di marzapane non ho dubitato nemmeno un secondo di volerci andare al più presto. La prima occasione sono state le vacanze di Pasqua :-)
Pubblicherò di seguito i video dell'appartamento bellissimo in cui abbiamo alloggiato.
Appartamento stupendo prenotato su Booking, in centro a Strasburgo, in stile alsaziano, le bimbe avrebbero trascorso l'intero week end chiuse al suo interno. Si chiama Les Appartements du Renard ed è il top. Questo è il video che ho pubblicato su youtube:
La nostra casetta a Strasburgo - YouTube
Siamo partiti da Milano la mattina del 7 aprile, siamo passati dalla Svizzera dove abbiamo pagato il bollettino di 40 € dell'autostrada e attraversato la Svizzera fino a Basilea (Attenzione: non fermatevi a mangiare da Burger King in Svizzera perché costa quattro volte più che in Italia). Poi da Basilea c'è un'altra oretta per raggiungere Strasburgo, comunque viaggio stupendo, senza traffico, si attraversano paesaggi di montagna che ricordano quelli di Heidi, insomma, scivola che è una bellezza. Da Milano ci abbiamo messo circa 5 ore (al ritorno 8, causa traffico al San Gottardo).
Siamo arrivati a Strasburgo nel pomeriggio, abbiamo messo giù le valigie, parcheggiato vicino alla casa (preso una multa per divieto di sosta che abbiamo pagato meno del costo del parcheggio stesso: 17€), e siamo corsi a vedere il centro che ci è piaciuto subito molto. Poi siamo riusciti la sera senza le ragazze per vedere la città di notte, e la cattedrale con la torre mancante che è tutta dorata e domina il centro storico.
Il secondo giorno, sabato, lo abbiamo trascorso in città, abbiamo fatto un bel giro alla Petit France, poi abbiamo preso il battello che ci ha fatto fare tutto il giro sul fiume fino al parlamento europeo. Il clima era fresco e mite e ogni angolo della città incantevole.
La sera abbiamo cenato al Purgatorio, un ristorante molto chic all'interno della chiesa sconsacrata con cui il nostro appartamento condivideva le mura.
Il giorno dopo - Pasqua - abbiamo percorso la Route de Vins e fatto il giro dei villaggi fino a Colmar, città con cui Strasburgo si è giocata il pernottamento: non sapevamo se alloggiare a Colmar o a Strasburgo; dopo esserci stati devo dire che Strasburgo merita molto di più, anche perché Colmar è bellissima, ma non più degli altri villaggi, mentre Strasburgo è una vera e propria città con molti più luoghi di interesse da visitare.
Ecco alcune foto dei villaggi: Bergheim, Riquevihr, Colmar.
Il terzo giorno, o forse quello prima, non ricordo, lo abbiamo dedicato di nuovo a Strasburgo, al suo centro e alla bellissima cattedrale su cui siamo saliti e dalla cima della quale si vedeva la Germania. Che la zona è proprio al confine tra la Francia e la Germania, a tratti sembra molto più tedesca che francese, ed è di una bellezza esagerata.
Quello che ricordo di quei giorni è principalmente la bellezza delle case, la sensazione di trovarsi all'interno di una favola Disney, non per niente Requievihr ha ispirati il villaggio della favola della Bella e la bestia.
Ed eccoci al nostro ultimo giorno. Da un lato sono felice di partire, non ce la faccio più di respirare aria pessima, sogno di ripulirmi i polmoni a Natale in montagna dove trascorrerò dieci giorni (da dove sto scrivendo in questo momento), però lasciare una città così diversa da ogni schema possibile e immaginabile è quasi doloroso. E' come se ci fosse stata data la possibilità di vivere una vita in più, una vita che essendo parallela a quella abituale ha come ingrediente l'immortalità. Questi giorni al Cairo non finiranno mai, eppure è arrivato il momento di tornare a casa.
Abbiamo il volo alle 22:30 di sera, perciò abbiamo un'intera giornata da vivere lì, così andiamo via dall'hotel all'ultimo minuto possibile (le 12:00) e ci facciamo portare dal nostro solo taxista al museo egizio. Non sappiamo se visitiamo il museo giusto, quello più famoso, ma il taxista insiste per portarci a vedere le mummie dei faraoni e andiamo in quel museo moderno dove, appunto, la principale attrazione sono queste 27 mummie che non sono proprio un granché da vedere, fanno abbastanza impressione, però abbiamo incontrato Ramses II (di cui abbiamo visto la statua gigante a Memphis) e la famosa Nefertari. Insomma, hanno 3500 anni e sono lì, in buccia e ossa, e sembra davvero incredibile. Sono tutti molto distinti, ed è suggestivo dove sono stati messi, sembra di entrare all'interno di una piramidi e viene un po' di claustrofobia.
Finito il giro delle mummie cerchiamo il tesoro di Tutankhamon, ma ci dicono che da poco è stato spostato (o forse hanno spostato i faraoni) ma non ci va di andare in un altro museo, così chiediamo cos'altro c'è da vedere e scopriamo che è tutto lì. Qualche sfingina, qualche tesorino, qualche sarcofago, insomma gira tutto intorno alle mummie. E dire che da fuori sembra un museo così grande imponente. Si riduce tutto al piano delle sfingi, sottoterra, e al piano terra.
Abbastanza delusi ci rifugiamo nel bar del museo dove pranziamo con panini francesi e qualche dolcetto. Usciti chiediamo al nostro autista di portarci a vedere una chiesa scolpita nella roccia, ma rifiuta e ci propone il Cairo Islamico, così ci fidiamo di lui e andiamo a vedere questa parte della città che gira tutta intorno a una mosche immensa: Al-Rifa'i. Le stradine sono strettissime ed è una zona poverissima di negozi alimentari il cui livello igienico è al di sotto di qualsiasi soglia immaginabile. Il cibo è esposto all'aperto in mezzo a nugoli di mosche e polvere e smog che, ve lo giuro, a un certo punto pensavo di soffocare. Volevo proseguire e avrei camminato in quelle stradine per ore, ma era pieno di moto, motorini, auto, macchinine aperte che non saprei definire, tutte vecchie, scassate e senza catalizzatori. Non so davvero come facciano a vivere lì, io se avessi avuto una mascherina avrei resistito di più, perché è una zona davvero affascinante, Los Angeles dopo l'Apocalisse, negozi distrutti, auto incendiate e abbandonate, ricoperte di sabbia e polvere, cani, gatti, galline, caprette, asinelli, ai margini delle strade. Musica, gente radunata, un macello. Ma l'aria era irrespirabile, le ragazze si erano fatte irrequiete, avevamo anche paura di essere investiti da questi pazzi che sfrecciavano tra la folla a velocità incredibile. Un peccato, un gran peccato, forse bisognerebbe andarci la mattina presto e con una maschera antigas (o almeno una mascherina ffp2)
Fuggiamo da lì, un po' come siamo fuggiti dal mercato il giorno prima, e chiediamo al nostro autista di portarci in aeroporto, anche se l'aero partirà sei ore dopo. Per fortuna partiamo presto perché il traffico per uscire dalla città è assurdo, ci mettiamo molto tempo, poi il taxista sbaglia uscita in autostrada e per mezz'ora sembra non raccapezzarsi, finché non fa una manovra assurda in autostrada, tipo un'inversione a U e niente, ci porta in aeroporto. Noi baciamo il pavimento, e quando gli diamo i soliti 50 € più quello che ci è rimaste di lire egiziane (non molto, comunque più di quanto pattuito quotidianamente) questo se ne viene fuori che vuole 40 € in più per l'aeroporto. Insomma, non abbiamo contrattato anticipatamente l'ultimo giorno e siamo stati fregati, Perché con questo tipo di taxisti bisogna accordarsi prima, l'avevo letto, sennò ti fregano, e lui ci frega. Ci litigo, ma non c'è niente da fare. Alla fine, per farsi perdonare mi regala un ciondolino di San Giorgio e si mette a giocare con le bimbe con le statue fuori dall'aeroporto (vedi foto). Ci racconta anche di aver parlato sette volte con Gesù, in sogno...
Trascorro le due ore in aeroporto al gabinetto, un po' per la rabbia verso il taxista che reputavo amico invece ci ha spennati come gli altri, o forse per il cibo e l'acqua di quei giorni.
Il volo di ritorno comunque è piacevole, ci rilassiamo, arriviamo a Malpensa con un po' di ritardo e torniamo a casa alle 4 di mattina.
Ma che grande avventura.
Da ripetere sicuramente.
Dal 7 al 10 dicembre siamo stai al Cairo. Con l'intento di dare indicazioni a chi vorrà fare lo stesso viaggio e alla me stessa del futuro - perché ci tornerò - Scrivo il mio diario di viaggio.
Chiamata forse dalla Costellazione
di Orione che le notti della scorsa estate faceva capolino puntualmente alla
mia finestra, a settembre ho prenotato: fosse cascato il mondo, era giunto il
momento di vedere le piramidi. Da ignorante non sapevo dove fossero
esattamente, il viaggio mi sembrava difficile da organizzare, pensavo di dover
fare una crociera sul Nilo o qualcosa del genere così, dopo diversi anni, sono
entrata in un'agenzia viaggi, che mi ha svelato l'arcano: le Piramidi sono solo
al Cairo. Così ho ringraziato e chiesto un preventivo per tre notti al Cairo,
che si sono rivelati sufficienti.
Alla fine ho prenotato
autonomamente su Lastminute.com alla modica cifra di 1.600 € per quattro
persone: 3 notti al Cairo in hotel centrale a 5 stelle (Pyramisa Suites Hotel)
con colazione inclusa, volo diretto da Malpensa con Wizz Air, parcheggio auto
in aeroporto, assicurazione totale e pagamento rateizzato in tre mesi.
Praticamente Lastminute è il top del top e i miei viaggi futuri li farò solo
con questa agenzia online!
Mi sono informata prima di partire,
il visto per l'Egitto si fa direttamente in aeroporto all'arrivo (noi siamo
atterrati all'aeroporto di Giza, lo Sphinx, a mezz'ora di taxi dal Cairo),
fanno compilare un cartoncino con i soliti dati di: numero passaporto e dove si
alloggerà, e si fa una lunga fila all'immigration, o come si chiama lì. Si può
anche andare con carta d'identità valida per l'espatrio e due fototessera, ma
noi avevamo i passaporti. Dato che non avevamo cambiato i soldi, accanto allo
sportello dei visti c'era uno sportello per il cambio. Siamo stati fortunati a
cambiare i soldi lì, perché questi del cambio rilasciavano anche i visti e
quindi abbiamo risparmiato una gran fila. Il costo del visto è di circa 25€ a
persona.
Usciti dall'aeroporto ho cercato i
taxi bianchi e blu, avevo letto che quelli nuovi col tassametro erano i taxi
più onesti e meno costosi, solo che all'aeroporto di Giza era arrivato solo il
nostro aereo (ho scoperto al ritorno che da quell'aeroporto transitano solo 5-6
aerei al giorno) e quindi all'esterno non c'era nulla. Ci si è avvicinato un
tipo proponendosi di accompagnarci in hotel, ci siamo messi a trattare sul
prezzo, avevo letto che si fa così. Al Cairo devi trattare su tutto, ma alla
fine vincono sempre loro - santa esperienza - e infatti alla fine della vacanza
posso dire che ci hanno spennato come polli anche se, poveri come sono, non ci
è dispiaciuto troppo. E' stato più che altro umiliante farsi fregare in
continuazione, anche se nel primo approccio col sedicente taxista me la sono
cavata bene: era partito chiedendo 45€, sono riuscita a scendere fino a 20€
(avevo letto che la tratta sarebbe costata sui 5€ ma pazienza)
- Appunti della sera presi sul
telefonino:
Volo per Il Cairo spettacolo, neanche una turbolenza. Dolce, sicuro, sembrava di volare sopra nuvole di zucchero filato.
Atterrati al Cairo, primo grande
stupore: in aeroporto, accanto alle piste di atterraggio, c’è la sabbia!
Mi sono chiesta se fossimo
approdati su Marte, uno spettacolo.
Facciamo la fila per il visto,
entriamo nel Paese entusiasti per la cordialità delle persone: tutto il
personale dell’aeroporto è gentile e sorridente, scherzoso e gioviale.
Usciti all’aperto non vediamo i
taxi.
Ci si avvicina un tipo e dice:
Taxi?
Ma io cerco i taxi bianchi e blu,
quelli che con 5 euro ti portano in città.
Stanca e spaesata gli chiedo: How
much?
E questo spara alto, dice:
fortyfive.
Lo guardo e ricordo di aver letto
che con gli egiziani bisogna trattare sul prezzo, lo guardo e vedo un lampo nei
suoi occhi quando gli dico, ovviamente in inglese: Non scherziamo, non siamo
mica a Milano.
Sorride e dice: quanto pagheresti?
Non posso dirgli: “Cinque euro,
cornuto, guarda che mi sono documentata e so i prezzi” ma gli rispondo
“Fifteen”.
Questo: No no no, facciamo 40.
Allora mi allontano e cerco un taxi
ma non c’è n’è mezzo, il vuoto intorno a noi, i bus sembra non siano stati
ancora inventati.
Insisto coi quindici euro e lui
scende prima a trenta, poi a venticinque. Ci sa fare il ragazzo perché poi gli
dico, ok, 20. E lui ride, fa un po’ di scene, poi arriva una spalla, forse un
collega, e niente, va bene 20.
Prima fregatura ma va bene, saliamo
su una macchina vecchia e scassata e puzzolente di fumo con però un autista
tutto elegante. Mette su zaini e valigia e ci chiede 25€. Gli dico di no, di
chiedere al suo capo, alla fine si convince.
Usciti dall’aeroporto c’è
l’ingresso in autostrada e lì al casello il nostro autista si mette a litigare
col casellante che non riteneva valida la sua tessera; fermi lì mezz’ora finché
non mi metto a parlare col casellante, gli dico che siamo stanchi dal viaggio,
sono le 10 di sera e da noi sono le 11. Questo dice che ama l'Italia e che è
sua intenzione trasferircisi, mi chiede indicazioni sulle scuole di italiano
per stranieri. Il tempo passa, alla fine passiamo anche noi.
L'autista parte tutto infuriato e
si mette a correre come un pazzo. L'autostrada che collega al Cairo è a molte
corsie, mi pare di averne contate otto, e questo zigzagava suonando ogni tre
secondi il clacson e guardando il telefono.
Ho detto alle mie figlie:
"Vedete ragazze, questa è la dimostrazione del fatto che l'aereo sia il
mezzo di trasporto più sicuro. Forse lasceremo le penne su questa strada, vi ho
voluto bene", e l'ho pensato davvero. 200 km all'ora su un'auto che dire
scassata è poco. Notiamo subito che la gente va in moto senza casco, ci vanno
sopra in due o tre persone alla volta, le strade sono ricoperte di sabbia ai
lati, c'è polvere dappertutto, decine di persone stanno ai lati di queste
megastrade (che sono larghe e a più corsie anche in centro, se così si può
definire una zona sconfinata. Il Cairo è davvero una città immensa, molto
più grande di Los Angeles. Sembra Los Angeles dopo l'Apocalisse). Arrivati in
città il traffico aumenta e il nostro uomo continua a zigzagare e strombazzare
mentre chiede a Giorgio dove sia l'hotel. Ovviamente non ne abbiamo la più
pallida idea, così attiviamo il nostro Google Maps che il tipo inizia a
consultare mentre parla al telefono con qualcuno. Insomma, quando scendiamo dal
taxi ci viene voglia di baciare per Terra. Diamo la mancia di 200 lire (circa 3
euro, ed è una gran mancia per loro), ringraziamo e ci auguriamo in cuor nostro
di non incontrarlo mai più.
L'hotel è molto bello ed elegante,
la nostra suite da capogiro. Un salotto super chic, due stanze ben arredate e
spaziose e due bagni in stile spa. Tv a schermo piatto in ogni stanza
peccato che le finestre non siano sigillate bene e provenga da fuori un rumore
costante, la città è molto rumorosa, hanno il vizio di suonare i clacson a
sproposito per non parlare dello smog. E' notte e l'aria è irrespirabile.
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Nonostante tutto, dormiamo da Dio. Ci svegliamo verso le 8, ci sconvolgiamo guardando i grattacieli accanto all'hotel: tutti diroccati, con montagne di macerie ovunque. Il giallo è il colore dominante, devono avere usato la sabbia del deserto per impastare il cemento, non so, permane la sensazione di post Apocalisse.
Andiamo giù a fare colazione. Nella
Hall c'è babbo Natale ed è tutto addobbato in stile natalizio. La colazione è
da sogno, sala spaziosa con divanetti e c'è di tutto e di più.
Usciti dall'hotel incontriamo il
taxista (non con taxi bianco e blu, ahimé) che si offre di accompagnarci tutto
il giorno alla modica cifra di 50€. Noi accettiamo, e lui ci accompagna per
prima cosa a Giza, all'ingresso dell'area delle piramidi. Già per strada
rimaniamo sconvolti, perché in quella che sembra una tangenziale a sette corsie
ci sono auto, calessi, gente a piedi, asinelli carichi, cavalli, cammelli. Il
nostro taxista Ci lascia davanti a un negozio di suoi amici (l'abbiamo scoperto
dopo, là si usa così, sono tutti alleati tra di loro) dove ci hanno
praticamente "rapiti" - per ridere eh - fatti entrare in una stanza,
convinti a fare il giro delle piramidi sul calesse. Tutto compreso, giro, foto,
visita alle piramidi e alle tombe, giro sul cammello, biglietto compreso: 200€.
A me sembra uno sproposito ma i tipi si alternano e sono sempre più
convincenti. Poi ci caricano su due calessi e ci portano fino all'ingresso dove
poi decideremo, ma alla fine decidono loro. Il giro però è stupendo, vale tutti
i 200€; ci divertiamo tanto, ci fanno foto nelle posizioni strane in cui sembra
che salti più in alto delle piramidi o ti fai baciare la mano dalla sfinge. Ci
fanno fare il giro sul cammello, ci fanno da "guardie del corpo"
perché a un certo punto diventiamo l'attrazione del luogo: tutti gli egiziani
volevano fare le foto con noi, non abbiamo ancora capito perché, è un'usanza di
là. Vedono gli europei e impazziscono. Noi eravamo là a vedere le piramidi e
loro erano là a vedere noi.
Finito il giro ci portano in un
negozio dove volevano venderci dei profumi, poi un casino per pagare perché
volevano gli euro e non le lire egizie, volevamo pagare con la carta di credito
ma volevano più soldi, insomma, un incubo. E i conducenti dei calessi che
volevano una mancia stratosferica. In un modo o nell'altro abbiamo risolto
tutto e siamo tornati dal taxista che ci aspettava esattamente dove ci aveva
lasciti.
Gli chiediamo di andare a Sakkara a
vedere la piramide a gradoni di Djaser - la più antica d'Egitto - e lì ci siamo
rilassati. A parte il piccolo trauma di andare al bagno pubblico e farsi dare
un pezzettino di carta igienica strappata dalle mani di un vecchio egiziano,
che ci mette in mano senza il minimo imbarazzo... e che noi disgustate abbiamo
accettato.
C'era pochissima gente, il sito è
immerso nel deserto, il clima era stupendo, sui 20 gradi, lo smog era quasi
assente e il silenzio... Abbiamo rimbalzato le guide, stavamo diventando
esperti, ci siamo però fatti abbordare da una specie di beduino coi cavalli che
ci avrebbe anche portati nel deserto ma non c'era tempo. Cosi ci ha fatto
andare sulle dune circostanti e portati a vedere una tomba che per 1 euro (che
poi sono diventati 3) ha fatto aprire solo per noi. Una tomba eccezionale con i
geroglifici con i colori ancora accesi che sembravano essere stati appena
dipinti.
Dopo Saqqara siamo andati a Memphis
a vedere il colosso del Faraone Ramses II e una mini sfinge deliziosa, molto
meglio della grande sfinge che invece si sta sgretolando. Ci siamo fatti pelare
dal tipo di un bar che ci ha fatto prezzi milanesi, ma eravamo così stanchi e
affamati che non ce la siamo presa più di tanto.
Tornati in hotel abbiamo dato
appuntamento al taxista per il giorno dopo, ci siamo rinfrescati e siamo andati
sul lungo Nilo (rischiando la vita per attraversare la strada perché le
macchine non si fermano, guidano come pazzi, non esistono strisce pedonali o
semafori, eravamo lì lì per chiamare un taxi per attraversare la strada).
Abbiamo cenato all'aperto, sul
Nilo, notando le feluche che ci siano ripromessi di prendere la sera seguente
per cenarti sopra.
Domani proseguirò il racconto
:-)