Riporto una lettera che mi ha molto commossa e che porta con sé un grande insegnamento:
«Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale,
l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio
odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime
morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua
immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita
nel suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere
alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste
che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza,
che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una
battaglia persa.
L’ho vista stamattina. Finalmente, dopo notti e giorni d’attesa. Era
bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai
perdutamente di lei più di 12 anni fa. Ovviamente sono devastato dal
dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di corta durata. So
che lei accompagnerà i nostri giorni e che ci ritroveremo in quel
paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai. Siamo rimasti
in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del
mondo. Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si
risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi e farà merenda come ogni
giorno e poi giocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la sua
vita questo petit garçon vi farà l’affronto di essere libero e felice.
Perché no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio».
Antoine Leiris, chapeau!
Anch'io credo che la prima cosa da fare sia continuare a vivere secondo i propri ritmi e le proprie abitudini.La paura non passerà. Pagel
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