Ecco, i turchi.
Quando confidai a mia madre che saremmo andati a
Istanbul lei istintivamente rispose: "O mamma, i turchi!!! Non
scendete dalla nave o almeno tenete in salvo le bambine!"
E io
timorosamente sono scesa, provando a convincere le bambine a restare a
bordo. Non potevo rischiare che conoscessero questi ORCHI TURCHI che...
Sul tram, se solo vedono una persona, uomo o donna che sia, sopra la
sessantina lasciano il posto a sedere. Che guardano i bambini con occhi
pieni di tenerezza, e spesso non
resistono alla tentazione di accarezzargli il faccino o far loro un
buffetto. Che ti vedono dubbioso sulla direzione del tram e pur non
parlando l'italiano o l'inglese si prodigano nel darti le indicazioni
nemmeno richieste.
Questi sono i turchi. Gente dolcissima e a modo che credevo non esistesse più.
(Chi dimentica i viaggi in piedi in metropolitana a Milano, con un pancione di
otto mesi e dei baldi giovanotti comodamente stravaccati in poltrona??)
Che incoraggianti queste tue riflessioni,invocano un cosmopolitismo della comprensione reciproca e della concordia,suggeriscono l'idea di viaggio come incontro e scoperta delle persone,dove il viandante issa le vele del proprio metaforico vascello, scioglie finalmente le gomene dai vecchi "moli" mentali del pregiudizio,e prende il largo per mari ricchi di acqua pura e vivificante,abbandonando per sempre i bassifondi melmosi dell'ottusità campanilistica. Pagel
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