venerdì 20 novembre 2020
La buona notte
lunedì 16 novembre 2020
14 novembre 2010 - 14 novembre 2020
Ieri è stata la giornata della gentilezza ma le persone sbagliano tutto, figurati le date. La gentilezza io la festeggio oggi, il giorno del tuo secondo compleanno. Quello in cui hai lasciato questo mondo, 10 anni fa.
domenica 8 novembre 2020
Tre camere a Manhattan
(Libro mezzo mangiato dal mio cane...)
Bel-Ami
Ho anestetizzato la rabbia per questo giorno tragico con la lettura di questo gioiellino. Un romanzo dell'Ottocento che mi ha divertito come pochi altri. Duroy, uomo senza orgoglio, ridicolo e spregiudicato, raggiunge i suoi obiettivi nei modi più assurdi. Una commedia parigina che fa trascorrere qualche ora piacevole, perfetto in un periodo così strambo! Un romanzo che incolla, incuriosisce e stupisce, fa ridere e arrabbiare, fa pensare. Lo consiglio
The body
Ormai i libri che danno da leggere a Giorgia hanno la precedenza su quelli in lista, nella mia luuuunga lista, poi un King
Tenera è la notte
L'amica geniale
Opinioni di un clown
(Questo libro è stato rapito dal vento durante un piccolo uragano in spiaggia a Marotta a luglio del 2020. Madre Natura, ottima scelta)
La fine dell'eternità
Finalmente un bel libro di fantascienza. Ho deciso di leggerlo dopo che un utente di Wattapad disse che
che comunque, qualunque cosa accada, nessuno mi toglierà mai da questo spazio e da questo tempo, che esiterà finché esisterà il mondo. D'altronde l'eternità è finita per lasciare spazio all'infinito!
Buona lettura a tutti
Il vangelo secondo Gesù Cristo
Finale sconvolgente, storia scritta - che ve lo dico a fare - come solo un Re della letteratura sa fare. Consigliatissimo! #recensione #saramago #ilvangelosecondogesùcristo
giovedì 18 giugno 2020
IoScrittore 2020 - I giudizi
Chi ha scritto i giudizi ha letto solo le prime 25.000 battute, se avessero letto il finale (che in tutti i miei libri è il pezzo forte, in questo credo di essermi superata) sarei passata senz'altro alla fase finale. Ma meglio così, non avrò fretta di sistemare il corpo del libro in un mese, mi darò almeno un altro anno in cui lo arricchirò, lo rimpolperò - tendo sempre di più a essere cruda e scarna - lo renderò un romanzo storico con la M (di Maria) maiuscola :-)
Ed ecco i giudizi:
lunedì 8 giugno 2020
Un incantevole aprile
La Von Armin non è tra le mie autrici preferite, la trovo sempre molto semplice, a tratti ingenua, ma quando l'ho letto avevo più che altro bisogno di freschezza. A leggerla sembra di vedere i giardini fioriti che descrive con amore - capisco perché la chiamassero Elizabeth dei giardini - e i profumi arrivano fino a noi, anche se il mio gelsomino è fiorito e il sole qui non manca. Immagino che effetto debba produrre questo libro sugli inglesi!
W la lettura, W la nostra bella Italia 😊
Cristo si è fermato a Eboli
Qualche giorno fa ho notato questo testo nella mia libreria. Non sapevo neanche di averlo. Credo sia di quelli arrivati da un'amica di Giorgio che, non potendo tenere la montagna di libri lasciatile in eredità da sua madre defunta, li ha donati a noi, facendoci un regalo pazzesco. Levi mi ha chiamato e io ho obbedito: ho iniziato a leggerlo senza sapere cosa aspettarmi. E dire che la scuola elementare frequentata quarant'anni fa era intitolata proprio a Carlo Levi, e io non sapevo niente di lui. Possibile che alle medie e alle superiori non ci abbiano suggerito di leggere un simile capolavoro? O non ci abbiano almeno raccontato la grandezza di quest'uomo, pittore, politico e scrittore eccelso. Io avrei letto almeno una parte del libro ai miei alunni delle elementari, se avessi insegnato alla Levi. Parla tanto di bambini questo romanzo. Di giovani e adulti che abitano un luogo dimenticato da Dio, infatti Cristo si è fermato a Eboli. Non ha proseguito più a sud, in quelle terre affascinanti e tetre, in cui i contadini non si sentono trattati da "cristiani" ma da bestie, vivono in condizioni disumane, dividono la loro casa con gli animali, lavorano campi sterili a quattro ore di cammino da casa, sono affamati e malarici, i loro figli hanno le pance gonfie e le gambette sottili. Lo stato li tassa, li dimentica, i loro medici sono medicaciucci e i bambini che muoiono senza essere stati battezzati diventano dispettosi monachicchi. Magia e realtà si mescolano in questo ricordo preciso di Levi, di quando fu confinato in Basilicata e si innamorò di quei posti e di quella gente. Una terra così lontana dalla sua Torino bene, in cui medici e farmacisti non sanno neanche cosa sia uno stetoscopio. Il libro è di una bellezza incredibile, sembra un dipinto. Da leggere assolutamente, anche se credo che la maggior parte di voi l'abbia già fatto, non sarete tutti lenti come me che scopro una simile perla della narrativa italiana a 45 anni suonati. Chi lo ha letto lo rilegga! Dio, che capolavoro.
giovedì 7 maggio 2020
Le relazioni pericolose
Ho scaricato questo eBook un paio di estati fa quando, leggendo un altro libro, credo la Lentezza, veniva citato dall'autore. Mi incuriosì e Giorgio disse che l'aveva letto ai tempi del militare e gli era piaciuto.
Non so, è molto particolare il fatto che la storia sia scritta attraverso uno scambio di lettere. L'unico romanzo epistolare che avevo letto era stato "Che tu sia per me il coltello" e non mi era dispiaciuto. Questo non saprei... il racconto non mi dice nulla, scritto a metà del 1700 racconta di questi libertini e libertine ricchi cui l'unico interesse è il sesso e gli intrallazzi amorosi. Una telenovela all'antica che, a parte qualche frase che fa riflettere, non mi ha dato molto. Lo consiglierei per l'originalità del suo genere e la riflessione finale: l'intelligenza non ci proteggerà dalle tentazioni terrene tantomeno ci consolerà quando tutto finirà male.
Incoraggiante!
PS: Mi suggeriscono di guardare il film. Quello dell'88 con un cast stellare. Provvederò al più presto :-)
lunedì 20 aprile 2020
Day 9. Diario di viaggio in California: Route 66
Siamo partiti sempre con calma, dopo una bella colazione in hotel, e ci siamo lanciati in quel deserto rovente. Non ho mai apprezzato tanto l'aria condizionata come in quel momento. Più ci allontanavamo da Joshua Tree più aumentava la temperatura. Non so esattamente quanti gradi ci fossero perché sull'auto la temperatura era indicata in fahrenheit ma oscillavano tra i 90 e i 100, e secondo me erano tanti, abbondantemente sopra i 40 centigradi.
La prima cosa che ci ha colpito è stata il nulla. Queste strade immerse in paesaggi desertici sconfinati. In lontananza, di tanto in tanto, si vedevano dei piccoli agglomerati urbani, segnalati dalla presenza sulla strada di cassette della posta allineate.
Dopo un paio d'ore arriviamo ad Amboy, vediamo il cartello e ci chiediamo dove sia. Il paese è rappresentato da un distributore di carburante, accanto a quattro casette bianche, in pieno deserto. C'è un cancello son su scritto "school" ma, se di una scuola si tratta, è chiaramente abbandonata. Al distributore c'è un raduno di motociclisti, uno di loro cade facendo manovra ma si rialza prontamente. Noi scendiamo dall'auto per fare la prima foto sulla Route 66 ma torniamo presto in auto. Dire che c'è un caldo infernale è poco. Un caldo che stordisce e fa sognare l'inverno.
Lasciamo Amboy tramortiti dal caldo e sorpresi, perché la città non è una città ma un accampamento nel deserto, e ci dirigiamo verso Oatman, la prossima tappa sulla route 66, in cui speriamo di trovare un posto per mangiare.
La strada si addentra sempre più nel deserto dell'Arizona, lentamente inizia a salire; dopo circa un'ora in cui veniamo superati da diverse moto, per lo più bellissime Harley Davidson guidate da centauri sbrindellati, senza casco - forse per il caldo - arriviamo in un paesino pieno di moto e asinelli. E' Oatman! Un paesino piccolissimo sulla route 66 in cui gli asini girano liberamente tra le persone, e ci sono anche negozietti country e saloon.
Pranziamo in un saloon a Oakman, paradiso degli asini e dei motociclisti, e poi riprendiamo il nostro lungo cammino verso Williams, attraversando valichi di montagna, osservando treni merci lunghi centinaia di vagoni, e attraversando città - se così si possono definire - come Kingman e Seligman, tutte sulla route 66 e abbastanza anonime.
Arriviamo a Williams verso le sette di sera. Il motel, un American Best Value in perfetto stile americano, si trova sulla route 66; parcheggiamo davanti alla porta, la stanza è confortevole e il letto comodissimo. Non mi sento molto bene, forse per la stanchezza, il viaggio è stato lungo ed emozionante e poi scopriamo per caso che quella città, un po' più grande delle precedenti, si trova a duemila metri d'altezza. Non si vedono montagne né strapiombi e questo non ci ha fatto rendere conto di trovarci così in alto. La sera bevo un tè verde e vado a letto sperando che la notte passi in fretta, non vedo l'ora di visitare il Grand Canyon!
L'ombra dello scorpione
All'inizio della quarantena, quando ero ancora spaesata ed euforica, ho scelto di leggere un libro che mi sembrava adatto al periodo, che in qualche modo esorcizzasse la paura della superinfluenza. Non pensavo ci avrebbe piegati in questo modo, che avrebbe ucciso amici, familiari, così, ridendoci su, ho iniziato a leggere un libro del Re intitolato L'Ombra dello scorpione. Uno dei suoi migliori, lungo più di mille pagine, di cui avevo letto una buona metà molti anni fa ma che avevo sospeso a malincuore perché ci vuole tempo per un libro del genere e io di tempo non ne avevo. Così, circa quaranta giorni fa - pensavo che la quarantena durasse quaranta giorni ma qua ci stiamo spostando sui sessanta, la sessantena - ho scaricato la versione digitale (leggo principalmente da sdraiata e faccio fatica con i volumi pesanti) e ho ricominciato da capo.
C'è un uomo che fugge nella notte, scappa da un centro in cui stanno mettendo a punto un virus letale che sfugge ai controlli. E lui, anziché rimanere lì e soccombere insieme agli altri scienziati, pur sapendo di essere spacciato, raccoglie sua moglie e sua figlia e scappa, diffondendo il virus - Captain Trips - uccidendo di fatto il 99% della popolazione mondiale. Questo è solo l'inquietante inizio, poi King ci offre la storie di personaggi meravigliosi, cui ci si affeziona (o si detestano) e diventano i tuoi migliori amici (o nemici), le cui vite confluiscono in uno dei due punti di raccolta dei superstiti: a Est, la zona del Bene, a Ovest (casualmente Las Vegas 😂) la zona dominata da un esilarante uomo nero: il male. Ci sarebbe così tanto da dire, ma non voglio spoilerare, anche se il libro è del '90 (una prima versione era stata pubblicata nel '75, ha la mia età!) quindi penso che molti di voi la conoscano.
Che viaggio ragazzi.
Ciao Pino!
Spero che lassù stiano festeggiando il suo arrivo. Pino ha smesso di soffrire e adesso è con loro, nella luce dei giusti, delle persone per bene che quando lasciano questo mondo lasciano un vuoto immenso.
giovedì 5 marzo 2020
Incubo Coronavirus
Ecco l'emblema di questa crisi inaspettata, di quella che la Germania chiama pandemia globale e che ha travolto Milano.
Quella che vedete, dall'altro lato della Martesana, è l'Enjoy. Una delle strutture sportive che sono un orgoglio per Milano, un'eccellenza a livello nazionale, un faro sulla Martesana, un punto di riferimento che non sapevo di avere e che oggi rivendica il suo valore. Stasera le sue luci erano spente, così come quelle del campo di rugby accanto. Il buio che emana è lo stesso che inizio ad avvertire dentro. Milano è una città magnifica, non penso di averla mai amata tanto. Il modo in cui sta affrontando questo tsunami mi commuove. Imponente e inerme, di fronte a una cosa che nessuno poteva prevedere, Milano rallenta. Non si ferma, perché la gente che la anima non sa stare con le mani in mano, ma spegne le luci. Attende in silenzio che questo momento passi.
Negli ultimi anni mi sono accorta di amare le cose oltre che le persone. Le città hanno un'anima immensa, nel buio si percepisce di più.
Lo racconterò ai miei nipoti e loro rideranno, ma che momenti ragazzi.
lunedì 2 marzo 2020
La banda dei brocchi
Le vacanze forzate sono pur sempre vacanze - a breve scriverò un articolo sul Coronavirus a Milano - e ricorderò questa prima (e spero ultima) settimana di isolamento con questo capolavoro. Il mio primo Coe, un autore dalla prosa e l'ironia perfetta. Un libro che non ha nessun calo, ogni pagina è piena e interessante, la storia è molto articolata e tuttavia armoniosa. Uno spaccato dell'Inghilterra degli anni settanta, in cui le famiglie hanno molti problemi e i figli hanno gli stessi problemi di tutti gli adolescenti: sogni, malinconie, cuori spezzati. In tutto questo sono inserite le lotte sindacali e di classe di quei tempi, gli attentati dell'Ira e altri episodi di cronaca che, uniti alla vita di questi ragazzi e delle loro famiglie, inchiodano il lettore negli affascinanti, unici, difficili anni '70. Una lettura che mi ha fatto ridere più volte, ad alta voce, e che mi ha anche commossa. Ne consiglio tantissimo la lettura. Ringrazio la mia amica Lisa per avermelo prestato. Lunedì glielo restituirò, se c'è una categoria di persone che non sopporto è quella che non restituisce i libri. Ne avrò persi così centinaia, credo, infatti non li presto più: li regalo direttamente.
(Comunque l'ho appena ordinato su Amazon, un simile libro non può mancare nella mia biblioteca)
giovedì 20 febbraio 2020
Quantum di Patricia Cornwell
Questo è l'esatto contrario dei libri che apprezzo e di quelli che scrivo: un racconto dalla trama semplice scritto in modo difficile. Termini scientifici specifici si susseguono, sigle date dalla NASA ad alcuni laboratori o tunnel o pedane di lancio e di atterraggio e mille altre cose di cui non ho la minima conoscenza, sulla terra e nello spazio. Ho fatto una fatica tremenda a leggere questo libro. Scritto benissimo, ma inutilmente complicato. Alla fine la trama è semplice. Una scienziata giovane e abile si accorge che c'è del marcio in Danimarca e si prodiga per scoprire cosa sta accadendo - senza riuscirci - muovendosi tra claustrofobici tunnel sotterranei e terrificanti suicidi che puzzano di omicidio. L'unico lato positivo è che l'autrice riesce a fare entrare il lettore in questo posto, ai più sconosciuto, che è una delle basi della NASA. Probabilmente gli addetti del settore impazziscono per un simile thriller, di cui alla fine si capisce poco se non che la gemella della protagonista non è morta, come invece si tende a credere verso la fine. Ma non si capisce cosa c'entri nel sabotaggio della missione, nessun accenno sul movente, poca luce sui numerosi misteri che vengono sparsi in questo libro che è un campo minato senza capo né coda. Sembra un capitolo di un libro molto più vasto che senz'altro non leggerò.
giovedì 13 febbraio 2020
Un anno senza di te
Un anno fa mi trovavo in questo stesso ufficio, con lo smalto rosso sulle unghie. Rosso come il sangue. Mi avevano depositata qui, come un pacco in attesa di essere spedito all'inferno, mentre Giorgio e Francesco erano corsi dallo zio a capire che cosa fosse successo. Io non capivo niente, mi ripetevo che non era possibile. La zia non poteva essere morta in quel modo, improvvisamente; non poteva essere finita così. Il giorno dopo sarei dovuta andare a trovarla, come ogni giovedì. Perché non mi aveva aspettata? Camminavo e scuotevo la testa, mi sedevo, tremavo, piangevo senza lacrime, camminavo e giravo in tondo. Il telefono sembrava un centralino ed eravamo tutti sconvolti, farfugliavamo deliri.
Divenni sorda per alcuni mesi. Le mie orecchie rifiutavano la realtà. Sentivo in lontananza l'urlo degli angeli, di nonna Rosa, zia Elena, zia Rosaria, zia Pina; i nostri antenati si disperavano emettendo un suono distante, ovattato. Tentavano di fermarla, come ho fatto io, per molti mesi. Ma io quell'urlo non lo volevo sentire. Mi faceva rabbrividire fino alle ossa. Un urlo su più tonalità, tutte acute e diverse tra di loro. Mia zia, ha fatto urlare gli angeli o forse era il mio inconscio che piangeva.
E' stato un anno difficile, in cui ho pianto molto. In cui mi sono sentita instabile e arrabbiata, malinconica; ho trascorso un anno a cercare delle risposte, a cercare di capire mia zia, a cercare di fermarla. A chiedermi dove avessi mancato. Perché avevo sbagliato anch'io qualcosa. Come tutti quelli che le stavano accanto, non ero riuscita a proteggerla.
In estate sono stata così male che ho dovuto prendere le stesse medicine che prendeva lei per l'ansia: il Prazene. L'ho preso per qualche giorno ma non mi sentivo più dentro, così l'ho sospeso è ho affrontato il nostro male. Lei ha preso per vent'anni quel farmaco infernale. Dov'era finita mia zia?
Però poi a Natale è successo qualcosa. Mi sono resa conto che avrei dovuto lasciarla andare. A Natale ho capito che avevo bisogno di leggerezza, come lei, che invece si rendeva la vita pesante in ogni modo. Stavo facendo il suo stesso errore, questo mi ha suggerito in un orecchio:
"Lascia andare le zavorre e vola. Non prenderti troppo sul serio, la vita è un gioco che dura un sospiro".
Da Natale non soffro più di attacchi di panico. I tormenti degli ultimi anni li ho lasciati nel bosco insieme al trauma per la sua morte. Ho portato con me solo il mio amore per lei.
Oggi voglio ricordarti così, felice con Giorgia tra le braccia - la nostra piccola Maria 💕 - tuo marito accanto. Un uomo eccezionale che ti ha dedicato la vita e ha fatto di tutto per proteggerti.
Manchi come l'aria ed è già un anno che manchi. Manchi agli occhi, alle braccia, alle mani. Manca la tua voce, la tua forza, le tue parole che erano carezze. Manca la dolcezza dei tuoi gesti, la purezza dei pensieri, l'eleganza del tuo sguardo. Se solo avessi saputo quanto fossi preziosa.
Perla bianca in un oceano nero, il vuoto che hai lasciato è grande quasi quanto la luce che emani da lassù.
Stammi sempre vicino,
Tua NaniTua
mercoledì 12 febbraio 2020
Vera di Elizabeth Von Armin
Questo è l'anno dei libri non scelti da me. Sto partecipando a un concorso di La Repubblica in cui bisogna leggere due libri al mese e stabilire quale ci sia piaciuto di più. Partecipo così non ho scuse, devo leggere! E in effetti funziona: ho letto questo libro in cinque giorni. Un record per me :-)
Questo è quello che ho scelto per primo ed ecco cosa ne penso:
Non avevo mai letto quest'autrice che, dallo stile asciutto e la prosa un po' frettolosa, reputavo una contemporanea. Invece il libro è stato pubblicato nel 1920 e questo mi ha fatto capire un sacco di cose. Intanto perché le fossero concessi i salti dei punti di vista a piacimento così come alcune frasi ridondanti. Oggi nessun editore pubblicherebbe un libro così, con frasi lasciate in sospeso, l'accento su alcuni particolari che oggi non direbbero niente - come il taglio di capelli della protagonista, alla maschietta - ma che ai tempi dovevano risultare bizzarri.
Il racconto come dicevo si apre in maniera frettolosa, si passa dall'indifferenza di lei all'amore in un attimo senza capirne i passaggi, gli stati d'animo. I personaggi vengono descritti da fuori, quindi dentro bisogna solo far fede alle proprie impressioni e alle proprie esperienze - che oggi sono ben diverse da quelle di 100 anni fa - per capire. La storia è abbastanza scontata, un uomo burbero e prepotente che decide di sposare una ragazzina ingenua e dopo che la sposa da il peggio di sé. Quello che riesce a suscitare nel lettore è secondo me una voglia di prendere a schiaffi il marito cattivo, quello del libro ma anche quello che può capitare di sposare. Questo libro è un invito alla ribellione anche perché l'alternativa può essere solo l'infelicità. Non mi è piaciuto il finale perché in pratica non ce l'ha. Ci sono rimasta malissimo, giuro. Anche per questo è un libro che non consiglio. Si rimane proprio male 😂
Mio fratello rincorre i dinosauri
Il mio primo libro dell'anno è un libro per ragazzi. Letto perché l'insegnante di italiano di Giorgia gliel'ha dato per le vacanze di Natale e io mi sono incuriosita. Un buon romanzo, scritto con uno stile limpido da un ragazzo di 19 anni. Il tema è toccante, mi sono commossa in più punti; il protagonista ha un fratello disabile, si rende conto della sua diversità e per un certo periodo - ovviamente quello DIFFICILISSIMO delle medie - se ne vergogna. Finché non capisce che ciò di cui si vergogna è l'etichetta appiccicatagli addosso. Giovanni non è un down ma una persona. Un ragazzino eccezionale, libero, spontaneo, pieno di fantasia cui vorrebbe somigliare di più. Ed è questo che vuole dimostrare al mondo attraverso un video su YouTube prima, e questo romanzo poi. Un'ottima lettura per adolescenti e non solo.
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