Un romanzo a una voce che racconta tante storie. I
personaggi sono i grandi dell’arte: pittori, attori, scrittori, che hanno
attraversato gli ultimi centocinquanta anni della nostra storia rendendola un luogo
migliore. A scapito probabilmente della loro personale felicità. Quello che
passa è il messaggio che spesso dietro il successo si nasconde una bieca
sofferenza. Io stessa mi rendo conto che quando sono particolarmente triste,
scrivo meglio. Il miglior romanzo della mia vita l’ho scritto struggendomi per
la mia Michela scomparsa.
Ognuno dei nove racconti è un dono. Picasso viene voglia
di sottolinearlo tutto. E poi Cary Grant, Kafka, Poe, Hamingway. La lettura è molto
piacevole anche perché parla di personaggi molto noti. Ognuno si sa, vuole sentire
parlare di ciò che conosce, è come con la musica. Una melodia nota si ascolta con più
trasporto. Ovviamente l’esecuzione è fondamentale, e la penna di Serino è tra
le più raffinate. Ha uno stile unico, preciso, uno sguardo profondo e una voce
calda che parla delle sue “stelle”, di se stesso e di noi lettori nello stesso
momento.
Pur nella sua profondità - proprio grazie alla sua struttura
che permette di fermarsi tra una storia e l’altra e riprende fiato, riflettere,
sognare - è un libro di facile lettura. Adatto agli intenditori, a chi non si accontenta, ma anche a chi non si concede molto spesso il piacere della lettura.
Un libro che si legge benissimo sotto l’ombrellone come in un circolo letterario.
Un libro che si legge benissimo sotto l’ombrellone come in un circolo letterario.
Lo consiglio vivamente.